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Edicola del 05/07/2013
Online il provvedimento di Bankitalia sulla vigilanza nelle banche
Porta la firma della Banca d’Italia il provvedimento del 2 luglio 2013, con le nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche, pubblicato sul
Bollettino di vigilanza n. 7 e disponibile anche sul sito internet della stessa Autorità .
Le nuove disposizioni rafforzano il potere di controllo delle procedure interne alla banca al fine di verificare la conformità delle stesse alle norme
fiscali e prevedono l’adozione di un codice etico con al suo interno le regole deontologiche e quelle da rispettare nei rapporti con i clienti.
Si tratta di norme che rafforzano i poteri della funzione di risk management, con l’obiettivo di fornire pareri preventivi sulle operazioni di maggiore
importanza per prevenire anche il rischio fiscale. Ciò vuol dire, secondo quanto previsto nella bozza del provvedimento, che la banca dovrà definire
singole procedure finalizzate ad evitare violazioni o elusioni della normativa fiscale, attenuando anche i rischi che possono derivare da situazioni
che integrino il reato di abuso di diritto.
Tra le disposizioni presentate, molto importante quella che prevede nel giro di due anni il passaggio della funzione di vigilanza (internal audit) al
collegio sindacale. Tutto ciò avrà riflessi anche per i molti professionisti che sono membri dei collegi sindacali di banche.
Data la rilevanza delle disposizioni proposte, alcune sono destinate ad entrare in vigore fin dal 1° luglio 2014, mentre un gruppo più ristretto –
proprio per il loro rilevante impatto organizzativo – verrà rimandato al 2015 e al 2016.
Roberta Moscioni
05/07/2013
Anche in:
ItaliaOggi, p. 25 – Etica e fisco entrano in banca – Vedana
Parole chiave:
Internal audit,risk management,collegio sindacale,
Cartelle Archiviazione:
Banca d’Italia
Professionisti
Consulta: no alla retroattività per il privilegio del Fisco
Con sentenza n. 170 depositata il 4 luglio 2013, la Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità dell’articolo 23, comma 37 ultimo periodo, e
comma 40, del Decreto-legge n. 98/2011 contenente “Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziariaâ€, cosiddetto Decreto legge “stabilità â€,
nella parte in cui, oltre a modificare, nell’ambito delle procedure fallimentari, la disciplina del privilegio sui crediti fiscali, ne prevedono anche
un’applicazione retroattiva.
In particolare – si legge nel testo della decisione – la normativa censurata, ampliando il novero dei crediti erariali assistiti dal privilegio nell’ambito
delle procedure fallimentari, regola rapporti di natura privata tra creditori concorrenti di uno stesso debitore, con effetti retroattivi, “fino ad influire
sullo stato passivo esecutivo già divenuto definitivo, superando così anche il limite del giudicato endo-fallimentareâ€.
Secondo la Consulta, tuttavia, i principi giurisprudenziali sviluppati sia dalla medesima Corte, sia dalla Corte europea, impongono una declaratoria
di illegittimità costituzionale di una previsione siffatta in considerazione sia del consolidamento delle aspettative dei creditori incise dalla
disposizione retroattiva, sia dell’imprevedibilità dell’innovazione legislativa e dell’alterazione a favore dello Stato del rapporto tra creditori
concorrenti, sia, infine, dell’assenza di adeguati motivi che giustifichino la retroattività della legge.
Con riferimento a questo ultimo aspetto, in particolare, il Collegio costituzionale ha sottolineato di non ravvisare, nelle disposizioni censurate, il
perseguimento di interessi di rango costituzionale, tali da giustificarne la retroattività . Ed infatti, l’unico interesse a cui si tende è rappresentato da
quello economico dello Stato, parte del procedimento concorsuale.
Eleonora Pergolari
05/07/2013
Anche in:
ItaliaOggi, p. 23 – Fallimenti, il Fisco stia in coda – Ciccia – www.anclsu.com
Il Sole 24Ore – Norme e Tributi, p. 19 – Privilegio del Fisco non retroattivo – Negri – www.giustizia-amministrativa.it
Parole chiave:
privilegio, crediti erariali, retroattivitÃ
Attività Finanziarie | Professionisti
Diritto Civile | Fisco | Funzioni giudiziarie
Cartelle Archiviazione:
Disposizioni sulla legge in generale
Riscossione
Fallimento
La Corte Ue boccia l’Italia in tema di inserimento lavorativo dei disabili
La sentenza sulla causa C-312 emessa dalla Corte europea non lascia dubbi: l’Italia non ha recepito in modo corretto la direttiva 2000/78/Ce sulla
parità di trattamento dei disabili in ambito lavorativo. Le norme sono parziali e incomplete con distinguo su datori di lavoro pubblici e privati.
Si tratta del passaggio della normativa italiana che esclude alcune categorie di datori.
La strada giusta è l’obbligo ai datori di lavoro di adottare provvedimenti efficaci e pratici per garantire ai disabili non solo l’accesso al lavoro, ma
anche la possibilità di svolgerlo, di poter ottenere una promozione o di ricevere una formazione. E la sentenza è esplicita nell’indicare come ci si
deve comportare, ossia provvedendo alla sistemazione dei locali, all’adattamento delle attrezzature ed al ripensamento dei carichi di lavoro.
L’unica deroga è quella della proprorzionalità , non potendosi imporre misure troppo gravose rispetto alle caratteristiche dell’azienda che assume.
Dunque, sono insufficienti: la legge 104/1992, che provvede all’inserimento lavorativo e all’integrazione sociale dei disabili senza impegnare le
aziende ad adottare provvedimenti efficaci e pratici in funzione delle esigenze delle situazioni concrete; la legge 381/1991, sulle cooperative sociali;
il TU sicurezza sul lavoro, che risulta incompleto; la legge 68/1999, relativa all’impiego di alcune categorie di disabili.
Gioia Lupoi
05/07/2013
Anche in:
repubblica.it – Lavoro, la Corte Ue contro l’Italia: “Norme inadeguate per i disabili”
ItaliaOggi, p. 32 – La tutela dei disabili a 360 gradi – Cirioli – www.anclsu.com
Il Sole 24 Ore – Norme e Tributi, p. 19 – Italia inadempiente sul lavoro ai disabili – Falasca – www.anclsu.com
Parole chiave:
Corte Ue,inserimento lavorativo disabili
Cartelle Archiviazione:
Disposizioni comunitarie
Con un emendamento si potrebbero aumentare i debiti pa saldati
Consentirebbe di completare entro il 2013 il pagamento di debiti commerciali della Pubblica amministrazione di parte corrente, senza comportare
effetti sul deficit, trattandosi di debiti già conteggiati, l’emendamento dei senatori PD Santini e Sangalli che sarà esaminato in sede di conversione
del decreto legge su lavoro e Iva.
La proposta prevede una rapida certificazione dell’intero ammontare dei debiti, l’apposizione della garanzia dello Stato all’anticipazione dei
pagamenti alle imprese da parte delle banche e della Cassa depositi e prestiti.
In questo modo, oltre ai 20 miliardi già previsti dal DL 35/2013, nell’economia reale sarebbero reinseriti circa 50 miliardi di euro, con un maggior
gettito Iva di 5-6 miliardi “che, detratta la quota per la garanzia dello Stato, potrebbe essere usata per coprire il rinvio dell’aumento dell’Ivaâ€.
Intanto, un importante sostegno alle Fondazioni lirico sinfoniche arriva dal Governo: è stato erogato in anticipo dal Ministero dei beni e delle attivitÃ
culturali e del turismo e senza alcun ritocco in negativo, come previsto originariamente dalle norme sulla spending review, il saldo del contributo del
Fondo unico per lo spettacolo.
Cristina Ricciolini