Napoli, 14 gennaio 2010 – Col raggiungimento del poco invidiabile primato di 2.680 reclusi, la situazione del carcere di Poggioreale, il più vecchio del capoluogo campano, ha assunto ormai i tratti di un’emergenza. Condizioni fatiscenti, un sovraffollamento stimato nell’ordine di mille unità oltre la capienza massima prevista, celle ospitanti fino a nove detenuti ognuna, condizioni igieniche precarie e un numero di agenti penitenziari ormai fermo dal 2001. Uno scenario che ha spinto l’Italia dei Diritti, nelle persone della viceresponsabile campana Licia Palmentieri e del responsabile per la Giustizia Giuliano Girlando, a invocare a piena voce un intervento istituzionale: “Alfano ha appena ottenuto l’approvazione di un decreto speciale per la costruzione di nuove carceri – ha commentato la Palmentieri – ma per me è solo una ‘boutade’ elettorale che non avrà seguito, perché serviranno circa 15 anni per costruire nuove strutture, mentre si potrebbero attuare soluzioni più rapide, penso all’adattamento di edifici dismessi, che potrebbero senza dubbio accelerare i tempi. Garantire un’esistenza più umana ai detenuti è doveroso – incalza la viceresponsabile campana dell’Italia dei Diritti – perché il carcere deve essere sì punitivo, ma anche finalizzato a un recupero sociale dell’individuo. Si dovrebbe prestare più attenzione al tema, anche in conseguenza del caso Cucchi, che ha una certa correlazione con il quadro carcerario italiano. Ci auguriamo, pertanto – conclude -, che lo Stato prenda a cuore quelli che appaiono sempre come i soliti dimenticati”. La corrispondenza tra la morte di Stefano Cucchi e il tema del sovraffollamento delle carceri è stata ribadita anche da Giuliano Girlando, responsabile per la Giustizia del movimento nazionale: “La tutela dei carcerati – spiega – è un obiettivo primario che le istituzioni devono impegnarsi a raggiungere perché, come abbiamo visto nel caso Cucchi, c’è stata una violazione dei diritti del detenuto ed è evidente che è un aspetto che viaggia di pari passo col sovraffollamento. Oltre questo, il governo deve fare chiarezza sulla presenza di fondi per nuove strutture carcerarie, magari stanziandone una parte per incrementare il numero delle forze dell’ordine, polizia penitenziaria compresa. L’aspetto più importante, però – conclude il rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro -, è la riapertura delle carceri già esistenti, come quelle di Pianosa e dell’Asinara, soprattutto per quei reati per i quali il 41 bis appare necessario”.