Napoli – IN PRINCIPIO E’ L’INCONTRO: DOVE COMINCIA L’ALTRO. Intervento critico di Giorgio Agnisola

Sabato 12 febbraio, alle ore 17.00, presso MOVIMENTO APERTO, via Duomo 290/c, si inaugura “In principio è l’incontro: Dove comincia l’altro”, personale di Andrea Sparaco, a cura di Giorgio Agnisola. Saranno esposte opere recenti di Andrea Sparaco, circa quaranta collage di varie dimensioni e tre piccole sculture, fino al 12 marzo, mercoledì e venerdì, ore 17-19.00, giovedì ore 10-12.30 e su appuntamento.

 

“Le ultime opere di Andrea Sparaco (collage raffinatissimi, ritagliati con una estrema cura

formale e compositiva e sviluppati con un fine, intrinseco gioco metaforico) paiono implicare

una lettura energetica della realtà. Il loro assetto è caratterizzato da una rigorosa architettura

di forme segnate da una connessione intima tra i vari nuclei delle strutture. Strutture che

qui, negli ultimi lavori, perdono, almeno in parte, quel peso intimistico, quella sensazione

di sospensione del tempo e quella tensione sensuale della materia che avevano caratterizzato

le opere degli ultimi anni, e soprattutto i disegni, per concentrarsi sulla relazione tra gli

“oggetti”, intesa come flusso implicito di onde, che si avvertono come percorsi dinamici

e vitali al di là della trama visiva.

Un senso di acutezza sembra di cogliere d’altra parte negli assetti formali: nel riflesso

della sensibilità le forme possono apparire pungenti, simili ad intrichi vagamente vegetali

o a insetti: capaci di incidere lo spazio, persino di ferire. In realtà l’artista nei percorsi

dell’opera sembra annettere alla ricerca costruttiva di luoghi immaginari, implicanti non

di rado una allusione alla materia organica come riflesso e confine della forma naturale,

una traccia più partecipativa di sé, una lettura dei disagi e delle tensioni emozionali che

accompagnano la interpretazione della realtà. Quegli stessi disagi che un tempo erano

testimoniati dalle “macchine inutili”e dalle strutture dismesse, che restituivano il senso

di una umanità abbandonata e decaduta, come al di là della catastrofe, come residuati

di un dramma epocale, tornano ora in una forma meno dichiarata sul piano psicologico

ma egualmente intensa, forse più nascosta, sicuramente più acuta. Semmai qui, negli

ultimi lavori, si attua come una traslazione da uno spazio più esterno, almeno sul piano

delle suggestioni e degli scenari visivi, ad un uno più interno, più attinente al mistero

stesso della vita. L’artista idealmente insegue nell’opera visiva ( ma anche nella scrittura,

essendo egli anche un raffinato pensatore) i concetti di relazione tra le forme, di intersezione,

di scambio energetico, di limite. Una ricerca, la sua, in cui sembra esemplificare una sorta

di personale metafisica, indagando i legami possibili e i nessi tra il visibile e l’invisibile.

In particolare lo interessa il concetto di confine, inteso non come territorio della differenza

e della distanza, ma come spazio di confronto e di dialogo. Tutto nell’esistenza appare per

lui segnato da un dualismo creativo, da una apparente opposizione tra le parti, che in

realtà si fa alimentazione di una dialettica, di un dinamismo vitale. In cui è implicita una

decifrazione psicologica dei rapporti umani e delle logiche che sovrintendono le relazioni

esistenziali.

L’artista concepisce la sua rappresentazione della realtà in uno spazio tecnico-scientifico

e biologico ed è a questo livello che intende sviluppare la sua teoria analitica e speculativa

della vita, avendo ricadute nel dominio sociale e nella scienza collettiva. Una tale ricerca

bilanciata tra meccanica e prospettiva ideale apre scenari nuovi nella produzione di Sparaco.

Del resto, a rileggerla la sua la storia artistica, dalle prime opere naturalistiche a quelle

più costruttive, dalle “macchine inutili” ai congegni, alle opere antropomorfe a quelle più

mimetiche e sensuali, agli assemblaggi numerici e letterali, si ha la chiara sensazione di

un cammino di estrema coerenza, costantemente ispirato da un interno disegno. Disegno

che segna l’avventura di uno dei nomi più interessanti dell’arte meridionale degli ultimi

decenni, noto per l’estremo rigore della sua cifra di stile. Una cifra che a ben leggere non

è solo tecnica e umanistica, ma altresì politica, nel senso alto del termine, nel riflesso

ideale e pratico di un agire ispirato dalla intuizione creativa. Una politica attiva, vissuta

nell’analisi profonda delle relazioni e dei principi che la sovrintendono, interiorizzata, riflessa

in una attenzione alle strutture nascoste della vita. E tramata, non di rado, di ansia e di

silenzio”.

Andrea Sparaco vive e lavora a Santa Maria Capua Vetere. Info www.andreasparaco.com

Le mostre più significative degli ultimi anni:

1990 – Capua, Chiesa di S.Salvatore a Corte, a cura dell’amministrazione comunale, mostra

personale, “La memoria ha un grande futuro”. In catalogo dialogo epistolare sui contenuti della

mostra tra Stelio Maria Martini e Mario Diacono.

1992 – Napoli, in occasione dell’inaugurazione della nuova sede dell’Associazione Culturale POIEIN

in via Costantinopoli, mostre personali contestuali di Andrea Sparaco, Giuseppe Antonello Leone,

Sara Giusti e Carmine Limatola, a cura di Geppino Cilento.

1996 – CIAC-M21- Caserta “LETTERE DAL PARADISO”, itinerari trans-mnemonici nell’area di

frontiera tra pittura e scrittura per ricordare Orazio Faraone. Con scheda di Franco Carmelo Greco.

1997 – Città di Gaeta: “Verso Caboto ‘97:La caravella dell’imaginario”, grande scultura in legno

installata sulla porta Carlo III, sul lungomare di Gaeta e mostra dei materiali progettuali in occasione

dei festeggiamenti per Caboto. Catalogo a cura del Comune di Gaeta con testo di Stelio Maria Martini.

2001 – Città di Santa Maria Capua Vetere, Stabilimento ATI s.p.a, “Disegnare il tempo, scolpire

la memoria: geometrie emozionali”, mostra antologica a cura di Domenico Papa, catalogo Electa.

All’inaugurazione si è tenuto un incontro-dibattito tra gli studenti di vari istituti, superiori ed

universitari, le operaie e gli operai dell’ATI, con la partecipazione dei filosofi Lucio Saviani e Massimo

Cacciari, oltre che dell’autore e del curatore della mostra. L’allestimento della mostra è stato curato

dall’architetto Umberto Panarella.

2003 – Ambasciata della Repubblica Araba d’Egitto, Ufficio culturale di Roma, mostra dal titolo:

“In principio è l’incontro” a cura e con scheda di Abdel Noneim Moawad.

2004 – Città di Sessa Aurunca, Distretto culturale dei teatri di pietra e Sirio Format – Ass. Culturale

presentano nell’ambito della settimana della cultura, la mostra “Transiti dal profondo passato al

profondo futuro, passando attraverso le suggestioni del castello ducale di Sessa Aurunca”. Scheda

con un intervento di Elio Meschinelli e un dialogo tra il filosofo Lucio Saviani e l’artista Andrea

Sparaco sul tema del limite.

2007 – Museo Provinciale Campano, Capua, “Manifesti e aforismi grafici”, mostra a cura dell’Archivio

di Stato di Caserta, in occasione del centenario della fondazione della C.G.I.L.. Catalogo Electa

con testo di Alberto Abbruzzese e testimonianza di Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica.

Agosto 2010 – febbraio 2011, Città di Gaeta, Pinacoteca Comunale. Premio “Una vita per l’arte”

e mostra antologica. Alla consegna del premio, dopo la proiezione del documentario sull’attività

artistica di Andrea Sparaco, intervento critico di Giorgio Agnisola

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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