MORTE DI UN CONDOTTIERO

untitledvdi Raffaele Cardillo

Qualche settimana fa, alla veneranda età di centodue anni, si è spenta una splendida figura di condottiero, il mitico capo dei Vietminh prima e dei Vietcong poi, l’irriducibile comandante vietnamita VO NGUYEN GIAP propugnatore della guerra asimmetrica, in altre parole fare ricorso a tattiche atipiche in uno scontro con un esercito ben organizzato, in una parola la guerriglia come credo rivoluzionario.

Tale tecnica si perfezionava con lo scompaginare le difese avversarie creando più fronti, disorientandole con attacchi improvvisi e ritiri precipitosi, innescando uno stato di tensione negli avversari, tale da far perdere la concentrazione e destabilizzando le loro capacità cognitive, con conseguenti insuccessi sul campo di battaglia.

Strategia, propaganda e politica sono gli ingredienti necessari per ogni avvio di azione militare, non bisogna mai farsi sfuggire “il momento favorevole”.

Perle di saggezza della sua immensa genialità militare che, ai più, potevano considerarsi ovvie, lapalissiane, erano applicate pedissequamente dai suoi sottoposti con risultati mirabolanti.

Tra le tante: “Se il nemico attacca, ci si ritira, se indietreggia, si attacca – Vincere il grande numero con il piccolo numero – Colui che si farà disprezzare dal popolo sarà necessariamente sconfitto – Il nemico si basa sui grandi eserciti, noi su piccole formazioni”.

Tutti pezzi di un mosaico di difficile composizione, ma la tenacia supportata dalla determinazione e con la convinzione di essere nel giusto, porteranno all’unificazione del popolo del Vietnam.

Inferiorità tecniche, minori risorse e condizioni climatiche avverse, poteva scoraggiare la continuazione della lotta armata, ma l’anelito di libertà di un popolo mai domo, troppe volte bistrattato dal neocolonialismo occidentale, prevalse sul napalm, sui defolianti, sui bombardamenti a tappeto dei B52 che ridussero il territorio a un cumulo di macerie.

Nel suo palmarès, il piccolo grande uomo, così definito per la sua non imponente statura, può annoverare vittorie strepitose quali: la cacciata dei giapponesi con la battaglia di Hanoi – la disfatta dei francesi a DIEN BIEN PHU e ultima stratosferica vittoria sugli americani, denominata l’offensiva del TET che assunse contorni da leggenda.

Tutte le strategie messe in atto dai mostri sacri delle accademie militari per asservire un popolo, furono ridicolizzate da un’esile figura che, riuscì a temprare un’intera nazione, fortificandola nello spirito, ideologizzandola e fornendo a ogni singolo combattente la giusta carica per la cacciata dell’invasore.

Possiamo a questo punto collocare in un Pantheon ideale e, crediamo ne abbia tutti i titoli, la figura del Generale GIAP splendido condottiero del ventesimo secolo, con accanto ai non meno titolati che rispondono al nome di: Giulio Cesare – Annibale – Alessandro Magno – Napoleone e tanti altri che hanno segnato la storia dei geni militari nel mondo.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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