Michele Colucci pubblica il suo primo singolo “Sogno†su iTunes, Spotify, Deezer e Shazam
Il giovane musicista Campano che fonde arte contemporanea, oggetti di uso comune e musica.
Michele Colucci, classe 1987, è uno dei pochi pianisti italiani che compone per pianoforte preparato.
A pochi giorni dall’uscita del video live dei suoi due brani inediti Honduras e Sogno sul suo canale youtube, cattura da subito l’attenzione dei fan innegabilmente non abituata ad assistere a un’esibizione simile, introdotta dall’inserimento di oggetti all’interno del pianoforte a coda.
Michele, utilizza i preparati, oggetti di uso quotidiano (chiodi, forchette, magneti, ecc.), in maniera insolita e soprattutto dando un valore alto all’oggetto non musicale ancor prima del suono.
Il singolo “Sogno†pubblicato su iTunes, amazon, spotify, shazam, deezer ecc è uno dei frutti dell’ultimo lavoro discografico in uscita tra pochi mesi dal titolo Fiabe.
Colucci non nasconde che la genesi dei suoi brani ha avuto luogo tra le montagne dell’alto casertano (Maiorano di Monte – Dragoni), dove l’artista ama rifugiarsi ascoltando la voce e le melodie della natura, al riparo dal violento caos cittadino quotidiano.Â
Il video pubblicato sul suo canale youtube ha inizio con suoni insoliti generati durate la preparazione del pianoforte e dopo pochi secondi il giovane pianista, libera le note di Honduras, brano composto per pianoforte preparato, con gesti fermi e impetuosi, dando vita a un tango violento e imperioso che trascina l’uditorio tra le calde atmosfere dell’America Centrale: tutto ciò accade, semplicemente, nel punto esatto dove le dita dell’artista-creatore battono sicure creando atmosfere di efferata vitalità , rese più solide e concrete dall’uso del pianoforte preparato, che concorrono a dare quell’idea di una musicalità che vuole e può esplorare, valicando confini che solo l’artista, in quanto creatore, sa oltrepassare. Il pubblico ascolta in silenzio: e quando il compositore si alza veloce per inserire tra le corde i molti e svariati oggetti che producono quel suono così involontario e ritmato al tempo stesso, rimane stupito e incerto in un applauso spezzato, che crede di celebrare la fine di un’esecuzione ancora non conclusa.
E infatti, Honduras, nucleo atomico di quella realtà che solo all’artista è permesso di ispezionare e perlustrare, brutale e feroce cascata musicale di onde caraibiche, che rispecchia profeticamente i momenti di terrore dai quali è invasa la recente cronaca, ripiega dolcemente nel Sogno: l’artista si alza e getta via i preparati come una divinità che distrugge la propria creazione, rendendola ora accessibile agli uomini. Ed ecco che il Sogno, secondo brano eseguito, che spegne i fuochi orchestrali di Honduras, diventa culla primigenia e malinconica di quella onirica realtà che ai più appare come l’unica e oggettiva materialità , grembo caldo e accogliente di un irreale porto che ripara dall’impetuosa brama di note di acque incerte e dense, ma unici mari esplorati dall’ingegno dell’artista che sa spingersi a fondo nei misteri dell’ignoto, attraverso mondi e sonorità invisibili ed arcane.
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