MAURO FELICORI E I SINDACATI : I PUNTI DI UNA VICENDA TUTTA CASERTANA
 BY GIOVANNA PAOLINO
Da due giorni sui quotidiani nazionali si parla della polemica che riguarda la Reggia di Caserta e il suo nuovo direttore Mauro Felicori.
La causa della polemica è un documento scritto da tre sindacati dei dipendenti della Reggia – UIL, USB e UGL – che in sostanza rimproverano a Felicori di lavorare fino alla sera tardi, oltre l’orario di chiusura, cosa che secondo loro mette a rischio la sicurezza della struttura.
Semplificando le accuse, i giornali italiani hanno scritto che i sindacati hanno accusato Felicori di «lavorare troppo» (nonostante il documento, visibile per intero qui, non contenga esplicitamente questa accusa). Nella vicenda è intervenuto anche il presidente del Consiglio Matteo Renzi, che sulla sua pagina Facebook ha scritto che l’accusa dei sindacati è «ridicola» e che «il direttore sta facendo semplicemente il suo lavoro. E tutti siamo con lui, senza paura». Mauro Felicori ha detto che la polemica è «totalmente pretestuosa» e si è lamentato dell’atteggiamento dei sindacati dicendo che «ci sono un sacco di problemi irrisolti. Io sono appena arrivato, sono problemi accumulati da anni. il tema oggi è: il sindacato ci aiuta a risolvere questi problemi o non mi aiuta, ostacolandomi?».
Nel frattempo anche alcuni sindacati nazionali si sono distanziati dal documento inviato dai responsabili locali di UIL, USB e UGL. Il segretario generale della UIL, Carmelo Barbagallo, ha annunciato che il sindacato «procederà alla sospensione di tutti i propri sindacalisti coinvolti», mentre il segretario generale della CGIL Susanna Camusso ha scritto su Twitter che «quei sindacati a #reggiacaserta hanno sbagliato».
Negli ultimi anni la Reggia di Caserta è finita spesso sulle pagine dei quotidiani nazionali per via di articoli che ne descrivevano lo stato di degrado e le condizioni precarie per i turisti: ancora oggi al posto di rimanere aperta tutti i giorni – come succede per i principali musei italiani – la Reggia rimane chiusa ogni martedì per via di vecchi accordi sindacali.
Chi è e cosa fa Felicori
Felicori ha 64 anni, è nato a Bologna ed è stato per molti anni dirigente al Comune di Bologna. Attualmente insegna gestione delle imprese culturali per gli studenti del master in Comunicazione storica dell’Università di Bologna. Ha iniziato a lavorare come dirigente del Comune nel 1986, poi ha diretto fra le altre cose il settore Cultura e rapporti con l’Università , i Musei Civici e le biblioteche civiche di Bologna. Felicori è stato scelto tramite il bando internazionale istituito dal ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, tramite il quale nell’estate del 2015 sono stati assegnati i posti da direttore di 20 fra i più importanti musei italiani. Felicori si è insiediato a Caserta da pochi mesi, ma si è già dato parecchio da fare: gira per Caserta, tiene incontri nelle scuole e si incontra con altri direttori di musei locali. Spesso pubblica su Facebook progetti e aggiornamenti relativi alla Reggia, come quando ha ringraziato i follower del nuovo account Instagram della Reggia – che a suo dire gli è stato consigliato dalla figlia – o come quando consiglia di visitare posti diversi dalla Reggia nei dintorni di Caserta. Molto spesso nei suoi post su Facebook usa l’hashtag #fiduciacaserta.
caserta
Cos’è successo
La polemica è nata quando alla fine di febbraio i rappresentanti locali di UIL, USB e UGL hanno inviato al capo del gabinetto del Ministero dei Beni Culturali e ad altri dirigenti ministeriali un documento che conteneva diverse questioni aperte fra dirigenza del Museo e i suoi dipendenti. Fra le accuse rivolte a Felicori ci sono quelle di non aver rinnovato il vecchio sistema di timbrature dei turni, di voler spostare troppi dipendenti dal reparto di accoglienza del museo a quello amministrativo, e infine di rimanere a lavorare all’interno del Museo fino a tarda sera.
Nel documento quest’ultima accusa è contenuta in due righe in mezzo a un lungo elenco, ma è piuttosto netta:
«Il Direttore permane nella struttura fino a tarda ora, senza che nessuno abbia comunicato e predisposto il servizio per tale permanenza. Tale comportamento mette a rischio l’intera struttura».
Angelo Donia, coordinatore per i Beni Culturali di Caserta della UIL, ha precisato meglio l’accusa: ha spiegato all’ANSA che «la Reggia non è un semplice ufficio ma è un Museo e come tutti gli enti simili ci sono delle procedure particolari da rispettare per la permanenza oltre l’orario di chiusura. Il direttore dovrebbe sapere che se resta in una zona del museo dopo la chiusura ha l’obbligo di predisporre un servizio per far lavorare in sicurezza sia lui che i custodi notturni». Donia ha anche aggiunto che «se poi Felicori resta per lavorare siamo felici, peccato che in sei mesi di gestione la macchina museale non sia ancora partita e ad oggi la manutenzione è scarsa e qualsiasi riparazione, anche la più piccola, è un problema».
Felicori ha risposto alle accuse dei sindacati: sulla questione del rischio alla sicurezza per il museo, ha spiegato che la polemica non ha senso perché «la reggia è vigilata sette giorni su sette, 24 ore su 24. Anche di notte ci sono otto persone», e che non ha mai chiesto straordinari a nessuno nonostante abbia la possibilità di farlo. Sulla questione dello spostamento di alcuni dipendenti del museo, Felicori ha spiegato di non avere ancora spostato nessuno. Felicori ha precisato di aver approvato un nuovo schema organizzativo del personale – che per esempio ha già comportato un cambio del dirigente che si occupa del servizio di vigilanza – che in futuro prevederà degli spostamenti di personale, che però per il momento non sono avvenuti Felicori ha sottolineato invece di aver aperto un bando rivolto a tutti i dipendenti per rinforzare l’ufficio del bilancio, cosa apprezzata anche dai sindacati. Felicori ha anche detto di aver discusso del nuovo piano, ma che in quell’occasione i sindacati hanno chiesto la parafrasi di quel sistema che c’e’.
l direttore della Reggia di Caserta, Mauro Felicori, parla di “uno schiaffo” da parte dei sindacati, “un fatto spiacevole che abbiano scritto ai miei superiori”. In un’intervista alla Repubblica, il direttore arrivato a ottobre 2015 con il compito di fare del monumento vanvitelliano la Versailles italiana, replica alle associazioni dei lavoratori che lo accusano di “lavorare troppo” e così di “mettere a rischio il monumento”.
“È un complimento, c’è tanto da fare qui che mi sento obbligato a lavorare molto. Lo richiede la situazione in cui si trova la Reggia, ma anche la comunità casertana che sta riscoprendo l’orgoglio civico. Sento una grande responsabilità “.
Felicori respinge l’accusa che ci possano essere rischi per la Reggia dalla sua permanenza al lavoro fino a tardi.
“I lavoratori sono stati lasciati soli – ha detto- non sono stati seguiti, negli ultimi tempi il direttore stava a Napoli, e non per sua scelta, ovviamente. Io sono il primo che si sveglia la mattina e l’unico pensiero che ha è la Reggia, e tale resta fino a quando lascia il lavoro. Credo molto nell’esempio. Vedo tante persone motivate, c’è un forte cambiamento” “Alla Reggia c’è molto da fare. Pensi che sono più tranquillo per i lavori straordinari sui tetti e sulle facciate che per la pulizia del monumento o la manutenzione ordinaria. Il personale si sta mettendo in gioco per fare il bilancio, non abbiamo un ragioniere, tanti stanno imparando un mestiere nuovo, siamo un’azienda di persone”.
Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, commentando su fb la vicenda, dice che l’accusa è ridicola e aggiunge: “I sindacati che si lamentano di Felicori, scelto dal governo con un bando internazionale, dovrebbero rendersi conto che il vento è cambiato. E la pacchia è finita. Il direttore Felicori ha un mandato chiaro: Rilanciarla. E noi siamo con lui”, aggiunge. “Il vento è cambiato”. Afferma Renzi: “La Reggia di Caserta è un luogo meraviglioso, ad appena un’ora di treno da Roma Termini. Il direttore Felicori ha un mandato chiaro: Rilanciarla. E noi siamo con lui. Non è un caso se a febbraio 2016 i visitatori sono aumentati del 70% rispetto a febbraio 2015 e gli incassi aumentati del 105%”. “Quando ho visitato la Reggia ho detto chiaramente che noi credevamo in questo luogo pazzesco e che faremo di tutto perché gli italiani e gli stranieri tornino a visitarla. Il direttore sta facendo semplicemente il suo lavoro. E tutti siamo con lui, senza paura. Il vento è cambiato. Viva la cultura, viva l’Italia che si impegna”, conclude.
Quello di restare fino a tarda ora è solo uno dei rilievi mossi a Felicori – aggiunge il coordinatore di Ugl-Intesa Carmine Egizio – nella nota abbiamo denunciato problemi mai risolti, come il servizio di timbratura del personale, che è ancora quello vecchio, sorpassato e inadeguato, nonostante nel 2013 il Mibact abbia reso obbligatoria la rilevazione delle presenze con il sistema Europa Web, o l’organizzazione degli eventi negli spazi del Monumento, che disattende le procedure di legge e gli accordi con i sindacati, in quanto tali ambienti sono stati concessi a titolo gratuito con utilizzo di personale che è stato dunque spostato dal proprio servizio istituzionale”.
Anche la segretaria della Cgil, Susanna Camusso, bolla come errore la dichiarazione dei sindacati: “Si può sbagliare, ma quando si sbaglia bisogna riconoscerlo e quei sindacati alla Reggia di Caserta hanno sbagliato”.