MARINO «IL PD MI HA ACCOLTELLATO»
Con le dimissioni di 26 consiglieri finisce l’era Marino che si sfoga: «C’è un mandante». Renzi: «Nessun complotto». Dalle scatole al mappamondo, la lista delle cose da portare via. La critica del Vaticano
La strategia era stata decisa ieri durante la riunione fiume al Nazareno. «Se Marino fa un passo indietro voi dimettetevi in blocco», aveva tuonato il commissario Pd Orfini ai consiglieri capitolini. E così è stato. Finisce l’era Marino: 21 consiglieri della maggioranza (19 Pd) e 5 dell’opposizione, 26 in tutto, presentano le dimissioni in contemporanea e fanno decadere la consiliatura. Appuntamento in Via del Tritone, nella sede dei gruppi consiliari del Campidoglio, al quinto piano i consiglieri firmano davanti al notaio la proprie dimissioni, poi portano i documenti in Campidoglio per farli protocollare. All’ultimo anche la firma di Alfio Marchini, arrivato nel tardo pomeriggio in Campidoglio di rientro da un viaggio. 25 consiglieri dimissionari avrebbero comunque rappresentato la quota minima per sciogliere il Comune: la metà più uno dei 48 consiglieri. Ignazio Marino, dunque non è più il sindaco di Roma, ora spetta al prefetto Franco Gabrielli scegliere un commissario con cui affrontare la sfida del Giubileo e arrivare alle nuove elezioni. «Massimo entro lunedì il commissario sarà operativo» annuncia il senatore dem Stefano Esposito che in mattinata aveva previsto: «Entro stasera è tutto finito». Tutti gli aggiornamenti
Marino: «Il Pd mi ha accoltellato, il mandante ha un nome e un cognome»
Lo sfogo dell’ormai ex sindaco va in scena in Campidoglio in serata. Marino convoca i giornalisti per dire la sua ed è un attacco frontale al Pd. «Sono stato accoltellato e chi l’ha fatto ha nome, cognome e un unico mandante», la frase chiave. Poi Su Renzi: «Non ho avuto assolutamente nessun rapporto turbolento col presidente del Consiglio. Nell’ultimo anno non ho avuto proprio nessun rapporto» con lui. «La crisi politica che si è aperta al Comune- continua- auspicavo si potesse chiudere in Aula per spiegare con un dibattito chiaro e trasparente. Invece si è preferito andare dal notaio, segno di politica che discute e decide fuori da sedi democratiche». Per Marino però c’è anche l’occasione di stilare una sorta di sorta di bilancio della sua amministrazione: «I conti sono in ordine, Roma è tornata ad esere virtuosa. Abbiamo chiuso il capitolo Parentopoli, abbiamo sbarrato le porte al malaffare. Vorrei sapere tuttavia quali sono gli errori che mi si rimproverano. Quali di queste scelte non vanno più bene. In aula avrei ascoltato, come si fa in una democrazia, avrei risposto punto per punto, com’è dovere di un sindaco eletto. Avrei parlato al Pd, un partito che ho voluto, fondato, per il quale ho corso nel 2009 per la segreteria nazionale e che oggi più mi ha deluso per il comportamento dei suoi dirigenti, perché ha rinunciato alla democrazia tradendo ciò che ha nel suo dna». «Auguro buon lavoro al commissario che verrà – conclude- di lavoro ne avrà tanto».
Renzi: «Ha perso contatto con la città »
Immediata la replica del premier Matteo Renzi: «Marino non è vittima di una congiura di palazzo, ma un sindaco che ha perso contatto con la sua città , con la sua gente». «Al Pd – sottolinea – interessa Roma, non le ambizioni di un singolo, anche se sindaco. E per questo faremo di tutto per fare del Giubileo con Roma ciò che e’ stato l’Expo per Milano. Questa pagina si e’ chiusa, ora basta polemiche, tutti al lavoro».
L’ex sindaco indagato per la vicenda scontrini
L’affondo finale alla sua esperienza da sindaco era già arrivato dalla Procura di Roma con l’iscrizione nel registro degli indagati per peculato e falso in atto pubblico. La vicenda è quella legata alle spese sostenute con la carta di credito comunale, i famosi scontrini per le presunte cene istituzionali che al sindaco sono costati le dimissioni, ritirate ieri dopo 17 giorni di «riflessioni». I fronti giudiziari potrebbero però non fermarsi qui, ancora in piedi rimarebbe infatti anche l’inchiesta sul pagamento di due dipendenti della “Image Onlusâ€, che fa capo proprio al chirurgo dem. «È un atto dovuto da parte della magistratura per completare le indagini e decidere se c’è una colpa o non c’è. Sono convinto di aver spiegato bene le mie ragioni e la mia trasparenza», commenta Marino in mattinata. «C’è un sindaco- continua- che ha deciso di ritirare le dimissioni dopo lunghe riflessioni perché vuole spiegare ogni aspetto, sia alla magistratura che alla politica che all’amministrazione nel luogo della democrazia». Poi cita l’ex presidente del Cile Salvador Allende: «Non sono un martire ma combatto». Una battaglia, quella con il Pd, durata settimanen e finita con l’isolamento e la sconfitta del chirurgo dem.
Il giallo della lista
“Scatole eleganti, piccolo mappamondo, scrittoio, cassetti“, sono gli oggetti elencati in un foglio tenuto in mano dal sindaco Marino durante la presentazione del nuovo Cda all’Auditorium di Roma. Una lista, scritta con inchiostro verde, il preferito anche di Togliatti, che per molti potrebbe essere un promemoria delle cose da portare via dal Campidoglio, che Marino aveva già preparato prevedendo la sua uscita di scena.
Cardinal Bagnasco: «Roma ha bisogno di una guida»
Portavoce della preoccupazione del Vaticano per la situazione politica romana, a poche settimane dall’inizio del Giubileo, il cardinal Angelo Bagnasco: «Roma ha bisogno di un’amministrazione, della guida che merita, perché è una città che merita moltissimo, specialmente in vista del Giubileo che è alle porte. Ci auguriamo che Roma possa procedere a testa alta e con grande efficienza». Rincara la dose l’Osservatore Romano per cui la vicenda «sta diventando una farsa».
Mafia Capitale, in manette dirigente Eur Spa
Intanto nuovo arresto, stamattina, nell’ambito dell’inchiesta Mafia Capitale: ai domiciliari è finita Clelia Logorelli, 50 anni, dirigente preposto al Settore verde di Eur Spa, accusata di corruzione. Secondo l’accusa la Logorelli – in concorso tra gli altri con Salvatore Buzzi, il ras delle cooperative – avrebbe ricevuto una mazzetta mensile da 2.500 euro. Clelia Logorelli «si è fatta comprà subito» dice Salvatore Buzzi in una conversazione intercettata il 12 dicembre 2013. I fatti si sarebbero verificati, secondo gli accertamenti dei carabinieri del Ros, tra il dicembre 2013 e il novembre 2014. Dal canto suo, «Eur SpA comunica che ha disposto la sospensione cautelare del rapporto di lavoro con la dipendente Clelia Logorelli, responsabile Servizio Parchi della Società ».