MAFIA CAPITALE E IL MONDO DI MEZZO
di Raffaele CARDILLO
Un terremoto del massimo grado della scala Richter ha sconvolto fin dalle fondamenta l’establishment politico-amministrativo di Roma capitale, una magnitudo devastante che ha scompaginato e messo a nudo una consorteria, una congrega di lestofanti tutta dedita al malaffare, con illeciti arricchimenti a danno delle finanze dello Stato, delle vere e proprie razzie perpetrate con inaudita ferocia e con la complicità di emissari politici che contribuivano a spianare la strada, dietro corresponsione di una turpe mercede, il prezzo richiesto dai giuda dell’autorità statale di cui erano indegni rappresentanti.
Un patto scellerato tra pezzi di potere costituito e frange criminali ricollegate alla banda della Magliana, sinistra organizzazione degli anni ottanta che imperversava nella Capitale seminando terrore e morte.
Una corruzione allo stato endemico quella che si era instaurata nella Città Eterna e pare che pochi ne erano immuni come rilevato dalle intercettazioni.
La baldanza di quest’allegra combriccola era così palese che, noncurante di possibili segnalazioni agli organi inquirenti, ci si mostrasse alla luce del sole magari in ristoranti di grido, quasi una sfida allo stato di diritto e convinti di godere una sorta d’impunità , un salvacondotto che gli permettesse di trasgredire le leggi senza costrizione alcuna.
O tempora, o mores! Ci riferiamo alla celebre esclamazione di Cicerone che deplorava il decadimento, il disfacimento della Roma imperiale, che guarda caso, si attaglia perfettamente ai fatti odierni, un repetita iuvant dei tempi moderni.
Quello che ci sconvolge è la spettacolarizzazione della sudditanza della politica a quella delinquenziale, un capovolgimento di valori che assume aspetti eclatanti e nello stesso tempo inquietanti.
Membri della società civile che si rivolgono e mendicano favori a esponenti dell’antistato, dei sedicenti “re di Roma†che ci ammanniscono frasi sentenziose, forniti di una pseudo-cultura che affonda le radici nella destra estrema, con tutti i deleteri risvolti di cui è portatrice.
Un filosofeggiare circa il mondo di mezzo e l’assurda pretesa di agganciarsi al mondo favolistico-letterario di J.R.R. Tolkien autore del “Signore degli Anelliâ€, degli ignobili parallelismi, dei goffi tentativi di assimilare un capolavoro della letteratura a paranoie mistificatorie di personaggi dediti a propalare il male.
Un quadro raccapricciante quello che emerge dall’inchiesta della Procura, un coinvolgimento massivo di esponenti di ogni credo politico, una Waterloo delle istituzioni che ha travalicato il confine nazionale e proprio il Washington Post titolava†Per mafia di Roma più rifugiati equivalgono a più appalti e quindi più soldiâ€.
Una deriva di valori d’immani proporzioni, che imbratta ancora di più l’immagine dell’Italia, già svilita dalla situazione di stallo della nostra economia e a rischio default.
Ed è proprio di questi giorni che l’agenzia di rating Standard & Poor’s declassa i nostri titoli di Stato a lungo termine un gradino sopra il livello “spazzatura†ovvero BBB-, un altro colpo di maglio al nostro sistema economico, già in grave stato di prostrazione, cause le pregresse vicende congiunturali e ridotto a essere la cenerentola della Comunità Europea.
Un declassamento altamente motivato da addebitare alla continua mancanza di crescita dell’azienda Italia, con la disoccupazione che ha raggiunto livelli inusitati e il relativo crollo della domanda interna.
Al sistema corruttivo imperante si aggiungono la grave patologia dei conti non in ordine, una paralisi del sistema produttivo che disincentiva gli investimenti internazionali nel nostro Paese, quindi assenza di numerario che significa mancanza di ossigeno per le nostre imprese e inevitabilmente destinate al tracollo.
A questo punto che fare quali strategie di lungo respiro da intraprendere?
Ecco quanto si potrebbe attuare per uscire dalle secche dell’immobilismo e alzare le vele dell’intraprendenza:
– riforma fiscale
– legge elettorale al centro il cittadino
– legge contro la corruzione senza sconti per alcuno
– riforma costituzionale
– legge sul conflitto d’interessi
Aggiungeremo a questi capisaldi l’azzeramento della classe dirigente e nuovi criteri rigorosi di selezione per assurgere al governo della cosa pubblica.
Con questi interventi innovativi si potrebbe avviare un’inversione di rotta che rilancerebbe la nostra navicella, finalmente priva di zavorra, verso nuovi e promettenti orizzonti.