LUZZANO. IN MOSTRA LE OPERE DI ASSUNTO IACHETTA, LO SCULTORE CHE ‘PLASMA’ LA PIETRA
di Paolo Pozzuoli
Più guardo quel sole di pietra in miniatura, pregiatissimo frutto delle abili mani di un fantastico artista (… uno che ‘ama’ le sue opere al punto da non regalarle e nemmeno cederle per nessuna cifra al mondo), più ne resto estasiato e più sono tentato di chiedergli un piccolo raggio per illuminarmi. Ma, sia per non parafrasare quel TALE che, realizzato un capolavoro di scultura marmorea dalle impressionanti forme realistiche, si dice abbia esclamato “Perché non parli!?â€, sia per non scadere nel ridicolo, ho sempre desistito, incantato nell’ammirarne una umanizzazione emanata da quegli occhietti impertinenti, penetranti nella più profonda intimità per indagare, scrutare e quindi capire in quali mani sia capitato una volta staccato dal centro di una mirabile bacheca dove era circondato da tante altre miniature, rappresentanti un ‘sistema solare terreno’ e di un materiale forse meno nobile del creato. Più guardo quel sole di pietra in miniatura, più il pensiero va all’umile, creativo artista, che ho conosciuto: Assunto Iachetta. Migrante di ritorno, 70 anni portati benissimo, fisico asciutto, agile, versatile, coniuga qualità artistiche ed umane. Lungo il cammin della sua vita, dopo che per anni era stato additato come un eccellente mastro d’ascia, si è lasciato travolgere dalla passione per la scultura, improvvisamente folgorato dalla ruvida, dura roccia. Che, docilmente, si è fatta plasmare dalle fluide dita delle sue mani – un grande Dono – per poi prendere la forma secondo l’idea, l’intuitiva ispirazione del modellatore. La bacheca, summa di mini sculture, in uno ai pezzi rappresentanti i due Papi, la deportazione degli ebrei, la nave ‘Concordia’, una rappresentazione giapponese, l’Assiria, le due Italia: ‘la prima com’era nel 1861 quando fu unita da Garibaldi, la seconda oggi, con 60 milioni di abitanti governati da mille ladroni ed il popolo costretto ad impiccarsi’, a testa in giù, ed accanto la Confederazione Elvetica, sempre più in salute, che non smette di raccogliere soldi (una icona bellissima: la prima Italia è quella degli anni d’oro, del boom economico, di cui l’autore è stato felice protagonista, costruttore e ambasciatore di ‘artesana’; la seconda, a testa in giù, manifesta non solo il tormento ma anche tutta la reazione rabbiosa, la palese protesta ed il grido di dolore dell’artista che soffre per la crisi profonda che ci ha attanagliati) e tanti altri, unici per fattura ed originalità , costituiscono l’ invidiabile biglietto da visita con il quale l’artista si propone. Altrove, queste opere già avrebbero avuto gli spazi che meritano quali, ad esempio, un museo della pietra oppure una galleria d’arte. Purtroppo, qui da noi, dove anche le cose semplici diventano complicate e complesse, dare spazio e visibilità ad un artista locale, per giunta self-made man, sembra talmente utopico da consentirci alcune riflessioni: dopo 2000 anni e 5 lustri, nulla è cambiato, nel senso che ‘nessuno è profeta nel suo paese, nella sua famiglia’; in ‘quel tempo’, il Figlio del falegname, non avendo titoli accademici da esibire, fu rifiutato da tutta la Sua gente; oggi, l’ostracismo è toccato all’ex falegname, riciclatosi scultore senza aver frequentato scuole d’arte e/o botteghe di artisti; ancora, nessuno si è preoccupato di raccogliere il testimone lanciato da Assunto Iachetta non ritenendo forse congrui, sull’intero territorio, i consequenziali effetti turistico-economici. Rifiutate dai suoi concittadini, le opere di Assunto Iachetta hanno riscosso un incredibile successo presso il Museo del Presepe in Luzzano di Moiano dove sono state esposte ed ammirate da migliaia di visitatori (… e il grande merito è tutto di Angelantonio Amoriello e dei componenti l’Associazione “Amici del Presepeâ€, sempre lungimiranti e pronti nel dare ospitalità ad artisti sconosciuti ma incredibilmente bravi, creativi ed originali).