” L’OTTO MARZO………… FESTEGGEREMO ANCORA LA GIORNATA DELLA DONNA ?

 

Non credo sia ancora il caso; così dice la Presidente della Commissione Pari Opportunità del Comune di Casagiove, Silvia Cospito, parlando della celebrazione della giornata delle donne. Infatti incalza e continua dicendo che non c’è nulla da festeggiare perché, laddove ce ne fosse ancora bisogno, è doveroso precisare che nel mondo ci sono una moltitudine di Stati dove quest’ultime non hanno alcun valore se non quelle di essere delle schiave e giocattoli nelle mani dell’uomo maschio. Esiste ancora una forte discriminazione contro le donne che ha l’effetto di pregiudicare il godimento dei diritti umani e delle libertà fondamentali in campo politico, economico, sociale, culturale e civile. Nei Paesi occidentali dove si professa il Cristianesimo e l’Ebraismo, vi è la parità dei sessi e la donna vive una condizione di uguale dignità e responsabilità in tutti i vari ruoli che si incontrano all’interno della società. La donna riveste un ruolo primario perché è considerata la colonna portante della famiglia e nulla le preclude la possibilità di svolgere fuori casa una qualsiasi attività lavorativa da vera e propria protagonista. Al contrario, nei paesi non di cultura occidentale, dove vi sono religioni come l’Islam, l’Induismo, il Confucianesimo, il Taoismo e altre religioni monoteiste, l’universo femminile vive una condizione piena di limiti e restrizioni causata dalla marcata superiorità dell’uomo. Le donne non hanno per niente raggiunto quella dovuta e meritata emancipazione e sono ancora schiave del sesso maschile. Anche se dal punto di vista religioso non sembrerebbero esserci problemi per la vita eterna che l’attenderebbe dopo il post mortem, nella vita terrena non è affatto così poiché molte dottrine non cristiane prevedono che la donna, finché rimane in famiglia, è sottoposta all’autorità del padre e dopo, quando si sposa, passa sotto l’autorità del marito. In questo modo le donne sono private dei fondamentali diritti umani e civili: non godono della libertà di spostamento, della libertà di espressione e di parola; non possono procedere negli studi, né tanto meno fare carriera o ricoprire cariche o posizioni di responsabilità in campo civile o religioso. Non possono decidere il proprio destino, né quello dei propri figli, sono obbligate a coprire il proprio corpo e spesso anche il viso e sono totalmente sottomesse all’uomo da cui possono venire anche ripudiate. Addirittura in molti paesi del terzo mondo, non hanno alcun diritto compreso quello più importante che è il diritto all’esistenza, alla salute, alla procreazione consensuale, al benessere psicofisico tanto da subire passivamente mutilazioni genetiche che nemmeno nei popoli primitivi si praticavano. Proprio per questo l’8 Marzo non va considerato come una festa per le donne ma come una data che deve ricordare a tutti gli esseri umani razionali e timorati di Dio, che bisogna ancora lottare per far sì che quanto prima, tutte le donne di qualsiasi razza o colore possano sorridere anziché gridare dal dolore, cantare l’amore anziché piangere. Senza donna non c’é speranza di sopravvivenza, essa rappresenta la ricchezza più preziosa che un uomo possa trovare; vederla è come apprezzare un dipinto, ascoltarla è come udire una melodia. Essa è paragonabile al fiore dell’esistenza e il proprio sorriso è paragonabile al sole che scalda il cuore degli uomini; il mondo non esisterebbe senza la sua presenza perché “è la vita che da la vita”. E allora, proponiamoci con tutta la forza di lottare insieme per spezzare quelle catene rappresentate dall’ignoranza e dalla prepotenza; diamo voce a quelle donne che ogni giorno ” urlano in silenzio ” il proprio dolore, a quelle donne che vivono con il viso tumefatto perché il proprio uomo conosce solo quel tipo di fiore da regalare, a quelle bambine divenute troppo in fretta donne, a tutte le donne intrappolate dai preconcetti e dalle ipocrisie e a quelle imprigionate in una cultura che le penalizza senza lasciarle libere di manifestare il proprio essere donna. Facciamo si che questa giornata che sta per venire non resti solo una fiammella ma si trasformi in un faro di civiltà che dia luce a questo nostro mondo pieno di oscurità.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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