L’emozione di rivivere il passato
ama rievocare eventi cruciali per l’umanità .
I suoi racconti editi da Città del sole e da Falzea
Â
La sposa del condottiero e la regina guerriera
Da questo calderone ribollente, nel fatidico 2007, scaturisce finalmente il primo romanzo più o meno “storicoâ€, Himilce la sposa di Annibale (Falzea, pp. 324, € 15,00): narra della moglie del grande condottiero punico, chiamata a indagare su alcuni misteriosi delitti nei templi di Cartagine. Una trama complessa, talvolta macchinosa, che comunque suscita l’interesse di qualche centinaio di lettrici e lettori, soprattutto per certi scorci visionari e barocchi, e forse anche per il torrido erotismo che lo pervade.
Il rapporto con la casa editrice di Paolo Falzea si ripete due anni dopo, quando vede la luce Tomyris la signora della tigri (Falzea, pp. 240, € 15,00): di nuovo una donna protagonista, la bellicosa amazzone che, incoronata dal popolo caucasico dei Massagetaj, sfida l’armata di Ciro il Grande in un’epoca arcaica, 500 anni prima dell’era cristiana. Più concitato e dinamico del precedente, dimostra come Colombero sia capace di imprimere un ritmo incalzante alla narrazione, creando un effetto “page turner†senza mai rinunciare alla qualità stilistica e alla ricercatezza lessicale.
Betlemme, meta di un viaggio alla ricerca di se stessi
La padronanza sfoderata da Colombero nel governare questo intreccio complicato rappresenta un notevole salto di qualità : la tensione narrativa resta sempre alta, e la crudezza di alcune situazioni determina un’immersione totale nell’odio e nella violenza dominanti in un’epoca storica in cui la vita umana valeva poco o niente, e i più feroci supplizi, come la crocifissione, erano all’ordine del giorno. Se consultate il sito di Ibs, dove sono pubblicati i giudizi dei lettori, su Ombre a Betlemme troverete, fra gli altri, il seguente commento: «Divorato in sole sette ore, non aggiungo altro!».
Costantino, l’imperatore che per primo sancì la laicità dello stato
Il romanzo ripercorre le tappe dell’ascesa al potere di Costantino: prima tribuno, poi tetrarca, infine unico imperatore. Il tutto attraverso lo sguardo del suo luogotenente Sebastiano, un giovane ufficiale, fervente cristiano ma anche innamorato dell’androgina Salmacis, sacerdotessa pagana della dea Kubaba ad Antiochia. Un amore contrastato, che, nella pura tradizione dell’historical novel, s’intreccia con intrighi di palazzo, persecuzioni religiose e sanguinose battaglie. Colombero scandisce la narrazione senza sbavature: ogni frase è funzionale alla trama, ogni dettaglio è utile al racconto.
Alcuni scorci restano impressi: il duello fra Costantino e il principe sarmata nelle paludi danubiane, e quello fra Sebastiano e il feroce capotribù caledone nella brughiera della Britannia, vere e proprie danze letali in cui una singola mossa può tracciare il confine fra la vita e la morte. L’eterna lotta fra Eros e Thánatos trasuda anche dai riti orgiastici in onore di Kubaba e Dioniso, dalla deriva sensuale che unisce i corpi di Sebastiano e Salmacis, dalle suggestive coreografie pagane.
Sotto il profilo storico, Colombero analizza a fondo la psicologia di Costantino, e ne mette in risalto la modernità di pensiero: con l’editto di Milano del 313, il nuovo imperatore afferma per la prima volta nella storia umana il principio che nessuno debba essere molestato per le proprie credenze religiose, purché rispetti le leggi statali. Scusate se è poco!
Qualche anticipazione sui progetti futuri? Colombero ce la fornisce volentieri: «Sto lavorando al seguito di Ombre a Betlemme, che avrà come titolo Il settimo velo di Salomé. Uno dei protagonisti del precedente romanzo, il romano Velleio, diventato senatore, torna in Palestina trent’anni dopo, per indagare sull’improvvisa pazzia del tetrarca della Galilea Herodes Antipa. Pare che la sua mente sia rimasta sconvolta da qualcosa impresso sull’ultimo velo lasciato cadere a terra durante la famosa danza della figliastra Salomé, ricompensata con la testa del Battista sul vassoio. Cosa avrà mai visto Herodes di tanto agghiacciante?». Pazientate un annetto e lo saprete!
Â