LA PAROLA DI OGGI 23 aprile 2011 Sabato Sabato santo – settimana santa (A) – P
Per antichissima tradizione questa è “la notte di veglia in onore del Signore” (Es 12,42). I fedeli, portando in mano – secondo l’ammonizione del Vangelo (Lc 12,35ss) – la lampada accesa, assomigliano a coloro che attendono il Signore al suo ritorno, in modo che, quando egli verrà , li trovi ancora vigilanti e li faccia sedere alla sua mensa.
La Veglia si svolge in questo modo: dopo un breve “lucernario” (prima parte della Veglia), la santa Chiesa medita le “meraviglie” che il Signore ha compiuto per il suo popolo fin dall’inizio e confida nella sua parola e nella sua promessa (seconda parte o Liturgia della Parola), fino al momento in cui, avvicinandosi il giorno della risurrezione, con i suoi membri rigenerati nel Battesimo (terza parte), viene invitata alla mensa, che il Signore ha preparato al suo popolo per mezzo della sua morte e risurrezione (parte quarta).
L’intera celebrazione della Veglia pasquale si svolge di notte; essa quindi deve o cominciare dopo l’inizio della notte, o terminare prima dell’alba della domenica.
La Messa della notte, anche se celebrata prima della mezzanotte, è la Messa pasquale della domenica di Risurrezione.
Il sacerdote e il diacono indossano le vesti di colore bianco, come per la Messa. Si preparino candele per tutti coloro che partecipano alla Veglia.
I. SOLENNE INIZIO DELLA VEGLIA O “LUCERNARIO”
BENEDIZIONE DEL FUOCO
Si spengono le luci della chiesa.
In luogo adatto, fuori della chiesa, si prepara un fuoco che divampi. Quando il popolo si è radunato, viene il sacerdote con i ministri, uno dei quali porta il cero pasquale.
Il sacerdote saluta il popolo e quindi tiene una breve esortazione sulla Veglia pasquale con queste parole o con altre simili:
Fratelli, in questa santissima notte, nella quale Gesù Cristo nostro Signore passò dalla morte alla vita, la Chiesa, diffusa su tutta la terra, chiama i suoi figli a vegliare in preghiera.
Rivivremo la Pasqua del Signore nell’ascolto della Parola e nella partecipazione ai Sacramenti; Cristo risorto confermerà in noi la speranza di partecipare alla sua vittoria sulla morte e di vivere con lui in Dio Padre.
Preghiamo.
O Padre, che per mezzo del tuo Figlio ci hai comunicato la fiamma viva della tua gloria, benedici + questo fuoco nuovo, fa’ che le feste pasquali accendano in noi il desiderio del cielo, e ci guidino, rinnovati nello spirito, alla festa dello splendore eterno. Per Cristo nostro Signore.
PREPARAZIONE DEL CERO PASQUALE
Il sacerdote incide una croce sul cero pasquale per configurarlo a Gesù Cristo; poi incide l’alfa e l’omega, prima e ultima lettera dell’alfabeto greco, per indicare che Cristo è il principio e la fine di tutte le cose; infine incide le cifre dell’anno per significare che Gesù – Signore del tempo e della storia – vive oggi per noi. Nel compiere tali riti il sacerdote dice:
Il Cristo ieri e oggi:
Principio e Fine, Alfa e Omega.
A lui appartengono il tempo e i secoli.
A lui la gloria e il potere per tutti i secoli in eterno. Amen.
Per mezzo delle sue sante piaghe gloriose,
ci protegga e ci custodisca il Cristo Signore. Amen.
Al fuoco nuovo il sacerdote accende il cero pasquale, dicendo:
La luce del Cristo che risorge glorioso
disperda le tenebre del cuore e dello spirito.
PROCESSIONE
Il diacono o, in sua assenza, il sacerdote prende il cero pasquale e, tenendolo elevato, da solo canta:
Lumen Christi.
Tutti rispondono:
Deo grátias.
Oppure:
Cristo, luce del mondo.
Rendiamo grazie a Dio.
Tutti si avviano verso la chiesa: li precede il diacono (o il sacerdote) con il cero acceso. Se si usa l’incenso, il turiferario con il turibolo fumigante incede davanti al diacono.
Il canto viene ripetuto sulla soglia della chiesa e davanti all’altare. Poi si accendono le luci nella chiesa, non però le candele dell’altare.
ANNUNZIO PASQUALE
Il sacerdote, giunto all’altare, si reca alla sede. Il diacono pone il cero pasquale sul candelabro, preparato nel mezzo del presbiterio o presso l’ambone.
Il diacono o, in sua assenza, lo stesso sacerdote, dopo aver eventualmente incensato il libro e il cero, proclama il preconio pasquale dall’ambone o dal pulpito: tutti i presenti stanno in piedi e tengono in mano la candela accesa.
Esulti il coro degli angeli,
esulti l’assemblea celeste:
un inno di gloria saluti il trionfo del Signore risorto.
Gioisca la terra inondata da così grande splendore:
la luce del Re eterno
ha vinto le tenebre del mondo.
Gioisca la madre Chiesa,
splendente della gloria del suo Signore,
e questo tempio tutto risuoni
per le acclamazioni del popolo in festa.
[E voi, fratelli carissimi,
qui radunati nella solare chiarezza
di questa nuova luce,
invocate con me la misericordia di Dio onnipotente.
Egli che mi ha chiamato, senza alcun merito,
nel numero dei suoi ministri,
irradi il suo mirabile fulgore,
perché sia piena e perfetta la lode di questo cero.]
V. Il Signore sia con voi.
R. E con il tuo spirito.]
V. In alto i nostri cuori.
R. Sono rivolti al Signore.
V. Rendiamo grazie al Signore, nostro Dio.
R. È cosa buona e giusta.
È veramente cosa buona e giusta esprimere con il canto l’esultanza dello spirito, e inneggiare al Dio invisibile, Padre onnipotente, e al suo unico Figlio, Gesù Cristo nostro Signore.
Egli ha pagato per noi all’eterno Padre il debito di Adamo, e con il sangue sparso per la nostra salvezza ha cancellato la condanna della colpa antica.
Questa è la vera Pasqua, in cui è ucciso il vero Agnello, che con il suo sangue consacra le case dei fedeli.
Questa è la notte in cui hai liberato i figli di Israele, nostri padri, dalla schiavitù dell’Egitto, e li hai fatti passare illesi attraverso il Mar Rosso.
Questa è la notte in cui hai vinto le tenebre del peccato con lo splendore della colonna di fuoco.
Questa è la notte che salva su tutta la terra i credenti nel Cristo dall’oscurità del peccato e dalla corruzione del mondo, li consacra all’amore del Padre e li unisce nella comunione dei santi.
Questa è la notte in cui Cristo, spezzando i vincoli della morte, risorge vincitore dal sepolcro.
(Nessun vantaggio per noi essere nati, se lui non ci avesse redenti.)
O immensità del tuo amore per noi!
O inestimabile segno di bontà : per riscattare lo schiavo, hai sacrificato il tuo Figlio!
Davvero era necessario il peccato di Adamo, che è stato distrutto con la morte del Cristo.
Felice colpa, che meritò di avere un così grande redentore!
(O notte beata, tu sola hai meritato di conoscere il tempo e l’ora in cui Cristo è risorto dagli inferi.
Di questa notte è stato scritto: la notte splenderà come il giorno, e sarà fonte di luce per la mia delizia.)
Il santo mistero di questa notte sconfigge il male, lava le colpe, restituisce l’innocenza ai peccatori, la gioia agli afflitti.
(Dissipa l’odio, piega la durezza dei potenti, promuove la concordia e la pace.)
O notte veramente gloriosa, che ricongiunge la terra al cielo e l’uomo al suo creatore!
In questa notte di grazia accogli, Padre santo, il sacrificio di lode, che la Chiesa ti offre per mano dei suoi ministri,
nella solenne liturgia del cero, frutto del lavoro delle api, simbolo della nuova luce.
(Riconosciamo nella colonna dell’Esodo gli antichi presagi di questo lume pasquale che un fuoco ardente ha acceso in onore di Dio.
Pur diviso in tante fiammelle non estingue il suo vivo splendore, ma si accresce nel consumarsi della cera che l’ape madre ha prodotto per alimentare questa preziosa lampada.)
Ti preghiamo dunque, Signore, che questo cero, offerto in onore del tuo nome per illuminare l’oscurità di questa notte, risplenda di luce che mai si spegne.
Salga a te come profumo soave, si confonda con le stelle del cielo.
Lo trovi acceso la stella del mattino, quella stella che non conosce tramonto: Cristo, tuo Figlio, che risuscitato dai morti fa risplendere sugli uomini la sua luce serena e vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.
II. LITURGIA DELLA PAROLA
In questa Veglia, “madre di tutte le Veglie” (Agostino, Sermo 219), vengono proposte nove letture, cioè sette dall’Antico e due (Epistola e Vangelo) dal Nuovo Testamento.
Se circostanze pastorali lo richiedono, il numero delle letture dell’Antico Testamento può essere ridotto; si abbia tuttavia sempre presente che la lettura della parola di Dio è parte fondamentale della Veglia pasquale.
Si leggono almeno tre letture dell’Antico Testamento; in casi eccezionali, almeno due.
Non si ometta mai la lettura del cap. 14 dell’Esodo.
Spente le candele, tutti seggono. Prima di iniziare la lettura della parola di Dio, il sacerdote si rivolge all’assemblea con queste parole o con altre simili:
Fratelli carissimi,
dopo il solenne inizio della Veglia, ascoltiamo ora in devoto raccoglimento la parola di Dio.
Meditiamo come nell’antica alleanza Dio salvò il suo popolo e, nella pienezza dei tempi, ha inviato il suo Figlio per la nostra redenzione.
Preghiamo perché Dio nostro Padre conduca a compimento quest’opera di salvezza incominciata con la Pasqua.
PRIMA LETTURA (Gen 1,1 – 2,2)
Dio vide tutto quello che aveva fatto: era cosa molto buona.
Dal libro della Genesi
[In principio Dio creò il cielo e la terra]. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.
Dio disse: “Sia la luce!”. E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: primo giorno.
Dio disse: “Sia il firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque”. Dio fece il firmamento e separò le acque, che sono sotto il firmamento, dalle acque, che son sopra il firmamento. E così avvenne. Dio chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo giorno.
Dio disse: “Le acque che sono sotto il cielo si raccolgano in un solo luogo e appaia l’asciutto”. E così avvenne. Dio chiamò l’asciutto terra e la massa delle acque mare. E Dio vide che era cosa buona.
E Dio disse: “La terra produca germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto, che facciano sulla terra frutto con il seme, ciascuno secondo la sua specie”. E così avvenne: la terra produsse germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria specie e alberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la propria specie. Dio vide che era cosa buona. E fu sera e fu mattina: terzo giorno.
Dio disse: “Ci siano luci nel firmamento del cielo, per distinguere il giorno dalla notte; servano da segni per le stagioni, per i giorni e per gli anni e servano da luci nel firmamento del cielo per illuminare la terra”. E così avvenne: Dio fece le due luci grandi, la luce maggiore per regolare il giorno e la luce minore per regolare la notte, e le stelle. Dio le pose nel firmamento del cielo per illuminare la terra e per regolare giorno e notte e per separare la luce dalle tenebre. E Dio vide che era cosa buona. E fu sera e fu mattina: quarto giorno.
Dio disse: “Le acque brulichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la terra, davanti al firmamento del cielo”. Dio creò i grandi mostri marini e tutti gli esseri viventi che guizzano e brulicano nelle acque, secondo la loro specie, e tutti gli uccelli alati secondo la loro specie. E Dio vide che era cosa buona. Dio li benedisse: “Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite le acque dei mari; gli uccelli si moltiplichino sulla terra”. E fu sera e fu mattina: quinto giorno.
Dio disse: “La terra produca esseri viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e bestie selvatiche secondo la loro specie”. E così avvenne: Dio fece le bestie selvatiche secondo la loro specie e il bestiame secondo la propria specie e tutti i rettili del suolo secondo la loro specie. E Dio vide che era cosa buona.
E Dio disse: “Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra”.
Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e disse loro: “Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra”.
E Dio disse: “Ecco, io vi dò ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme: saranno il vostro cibo. A tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io dò in cibo ogni erba verde”. E così avvenne. Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno.
Così furono portati a compimento il cielo e la terra e tutte le loro schiere. Allora Dio nel settimo giorno portò a termine il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro.
Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 103)
R. Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.
Benedici il Signore, anima mia,
Signore, mio Dio, quanto sei grande!
Rivestito di maestà e di splendore,
avvolto di luce come di un manto. R.
Hai fondato la terra sulle sue basi,
mai potrà vacillare.
L’oceano l’avvolgeva come un manto,
le acque coprivano le montagne. R.
Fai scaturire le sorgenti nelle valli
e scorrono tra i monti.
Al di sopra dimorano gli uccelli del cielo,
cantano tra le fronde. R.
Dalle tue alte dimore irrighi i monti,
con il frutto delle tue opere sazi la terra.
Fai crescere il fieno per gli armenti
e l’erba al servizio dell’uomo. R.
Quanto sono grandi, Signore, le tue opere.
Tutto hai fatto con saggezza,
la terra è piena delle tue creature.
Benedici il Signore, anima mia. R.
Oppure:
Dal Salmo 32
R. Della grazia del Signore è piena la terra.
Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama il diritto e la giustizia,
della sua grazia è piena la terra. R.
Dalla parola del Signore furono fatti i cieli,
dal soffio della sua bocca ogni loro schiera.
Come in un otre raccoglie le acque del mare,
chiude in riserve gli abissi. R.
Beata la nazione il cui Dio è il Signore,
il popolo che si è scelto come erede.
Il Signore guarda dal cielo,
egli vede tutti gli uomini. R.
L’anima nostra attende il Signore,
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
Signore, sia su di noi la tua grazia,
perché in te speriamo. R.
ANTIFONA D’INGRESSO
Dio onnipotente ed eterno,
ammirabile in tutte le opere del tuo amore,
illumina i figli da te redenti
perché comprendano che, se fu grande all’inizio
la creazione del mondo,
ben più grande, nella pienezza dei tempi,
fu l’opera della nostra redenzione,
nel sacrificio pasquale di Cristo Signore.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
Oppure, dopo la lettura breve sulla creazione dell’uomo:
O Dio, che in modo mirabile ci hai creati a tua immagine
e in modo più mirabile ci hai rinnovati e redenti,
fa’ che resistiamo con la forza dello spirito
alle seduzioni del peccato,
per giungere alla gioia eterna.
Per Cristo nostro Signore.
SECONDA LETTURA (Gen 22,1-18)
Il sacrificio di Abramo, nostro padre nella fede.
Dal libro della Genesi
In quei giorni, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: “Abramo, Abramo!”. Rispose: “Eccomi!”. Riprese: “Prendi tuo figlio, il tuo unico figlio che ami, Isacco, va’ nel territorio di Moria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò”.
Abramo si alzò di buon mattino, sellò l’asino, prese con sé due servi e il figlio Isacco, spaccò la legna per l’olocausto e si mise in viaggio verso il luogo che Dio gli aveva indicato.
Il terzo giorno Abramo alzò gli occhi e da lontano vide quel luogo. Allora Abramo disse ai sui servi: “Fermatevi qui con l’asino; io e il ragazzo andremo fin lassù, ci prostreremo e poi ritorneremo da voi”. Abramo prese la legna dell’olocausto e la caricò sul figlio Isacco, prese in mano il fuoco e il coltello, poi proseguirono tutt’e due insieme.
Isacco si rivolse al padre Abramo e disse: “Padre mio!”. Rispose: “Eccomi, figlio mio”. Riprese: “Ecco qui il fuoco e la legna, ma dov’è l’agnello per l’olocausto?”. Abramo rispose: “Dio stesso provvederà l’agnello per l’olocausto, figlio mio !”. Proseguirono tutt’e due insieme; così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l’altare, collocò la legna, legò il figlio Isacco e lo depose sull’altare, sopra la legna. Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio.
Ma l’angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: “Abramo, Abramo!”. Rispose : “Eccomi!”. L’angelo disse: “Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli alcun male! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unico figlio”.
Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere l’ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio.
Abramo chiamò quel luogo: “Il Signore provvede”, perciò oggi si dice: “Sul monte il Signore provvede”.
L’angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta e disse: “Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unico figlio, io ti benedirò con ogni benedizione e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. Saranno benedette per la tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce”.
Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 16)
R. Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.
Io pongo sempre innanzi a me il Signore,
sta alla mia destra, non posso vacillare. R.
Di questo gioisce il mio cuore, esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita nel sepolcro
né lascerai che il tuo santo veda la corruzione. R.
Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena nella tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra. R.
ANTIFONA D’INGRESSO
O Dio, Padre dei credenti,
che estendendo a tutti gli uomini il dono dell’adozione filiale,
moltiplichi in tutta la terra i tuoi figli,
e nel sacramento pasquale del Battesimo
adempi la promessa fatta ad Abramo
di renderlo padre di tutte le nazioni,
concedi al tuo popolo di rispondere degnamente
alla grazia della tua chiamata.
Per Cristo nostro Signore.
TERZA LETTURA (Es 14,15- 15,1)
Gli Israeliti camminarono sull’asciutto in mezzo al mare.
Dal libro dell’Èsodo
In quei giorni, il Signore disse a Mosé: “Perché gridi verso di me? Ordina agli Israeliti di riprendere il cammino.
Tu intanto alza il bastone, stendi la mano sul mare e dividilo, perché gli Israeliti entrino nel mare all’asciutto. Ecco io rendo ostinato il cuore degli Egiziani, così che entrino dietro di loro e io dimostri la mia gloria sul faraone e tutto il suo esercito, sui suoi carri e sui suoi cavalieri. Gli Egiziani sapranno che io sono il Signore, quando dimostrerò la mia gloria contro il faraone, i suoi carri e i suoi cavalieri”.
L’angelo di Dio, che precedeva l’accampamento d’Israele, cambiò posto e passò indietro. Anche la colonna di nube si mosse e dal davanti passò indietro. Venne così a trovarsi tra l’accampamento degli Egiziani e quello d’Israele.
La nube era tenebrosa per gli uni, mentre per gli altri illuminava la notte; così gli uni non poterono avvicinarsi agli altri durante tutta la notte.
Allora Mosè stese la mano sul mare. E il Signore durante tutta la notte risospinse il mare con un forte vento d’oriente, rendendolo asciutto; le acque si divisero. Gli Israeliti entrarono nel mare sull’asciutto, mentre le acque erano per loro una muraglia a destra e a sinistra. Gli Egiziani li inseguirono con tutti i cavalli del faraone, i suoi carri e i suoi cavalieri, entrando dietro di loro in mezzo al mare.
Ma alla veglia del mattino il Signore dalla colonna di fuoco e di nube gettò uno sguardo sul campo degli Egiziani e lo mise in rotta. Frenò le ruote dei loro carri, così che a stento riuscivano a spingerle. Allora gli Egiziani dissero: “Fuggiamo di fronte a Israele, perché il Signore combatte per loro contro gli Egiziani!”.
Il Signore disse a Mosé: “Stendi la mano sul mare: le acque si riversino sugli Egiziani, sui loro carri e i loro cavalieri”.
Mosè stese la mano sul mare e il mare, sul far del mattino, tornò al suo livello consueto, mentre gli Egiziani, fuggendo, gli si dirigevano contro. Il Signore li travolse così in mezzo al mare. Le acque ritornarono e sommersero i carri e i cavalieri di tutto l’esercito del faraone, che erano entrati nel mare dietro a Israele: non ne scampò neppure uno. Invece gli Israeliti avevano camminato sull’asciutto in mezzo al mare, mentre le acque erano per loro una muraglia a destra e a sinistra.
In quel giorno il Signore salvò Israele dalla mano degli Egiziani e Israele vide gli Egiziani morti sulla riva del mare; Israele vide la mano potente con la quale il Signore aveva agito contro l’Egitto e il popolo temette il Signore e credette in lui e nel suo servo Mosè.
Allora Mosè e gli Israeliti cantarono questo canto al Signore e dissero:
SALMO RESPONSORIALE (Es 15,1-7a.17-18)
R. Cantiamo al Signore: stupenda è la sua vittoria!
“Voglio cantare in onore del Signore:
perché ha mirabilmente trionfato,
ha gettato in mare cavallo e cavaliere.
Mia forza e mio canto è il Signore,
egli mi ha salvato.
È il mio Dio e lo voglio lodare,
il Dio di mio padre
e lo voglio esaltare! R.
Dio è prode in guerra,
si chiama Signore.
I carri del faraone e il suo esercito
li ha gettati nel mare e i suoi combattenti scelti
furono sommersi nel Mare Rosso.
Gli abissi li ricoprirono,
sprofondarono come pietra. R.
La tua destra, Signore,
terribile per la potenza,
la tua destra, Signore,
annienta il nemico,
con sublime grandezza abbatti i tuoi avversari. R.
Fai entrare il tuo popolo
e lo pianti sul monte della tua eredità ,
luogo che per tua sede,
Signore, hai preparato,
santuario che le tue mani, Signore, hanno fondato.
Il Signore regna in eterno e per sempre!” R.
ANTIFONA D’INGRESSO
O Dio, anche ai nostri tempi
vediamo risplendere i tuoi antichi prodigi:
ciò che facesti con la tua mano potente
per liberare un solo popolo dall’oppressione del faraone,
ora lo compi attraverso l’acqua del Battesimo
per la salvezza di tutti i popoli;
concedi che l’umanità intera sia accolta tra i figli di Abramo
e partecipi alla dignità del popolo eletto.
Per Cristo nostro Signore.
Oppure:
O Dio, tu hai rivelato nella luce della nuova alleanza
il significato degli antichi prodigi:
il Mar Rosso è l’immagine del fonte battesimale
e il popolo liberato dalla schiavitù è un simbolo
del popolo cristiano.
Concedi che tutti gli uomini, mediante la fede,
siano fatti partecipi del privilegio del popolo eletto,
e rigenerati dal dono del tuo Spirito.
Per Cristo nostro Signore.
QUARTA LETTURA (Is 54,5-14)
Con affetto perenne il Signore, tuo redentore, ha avuto pietà di te.
Dal libro del profeta Isaia
Tuo sposo è il tuo creatore, Signore degli eserciti è il suo nome; tuo redentore è il Santo di Israele, è chiamato Dio di tutta la terra.
Come una donna abbandonata e con l’animo afflitto, il Signore ti ha richiamata.
Viene forse ripudiata la donna sposata in gioventù?
Dice il tuo Dio.
Per un breve istante ti ho abbandonata, ma ti riprenderò con immenso amore.
In un impeto di collera ti ho nascosto per un poco il mio volto; ma con affetto perenne ho avuto pietà di te, dice il tuo redentore, il Signore.
Ora è per me come ai giorni di Noè, quando giurai che non avrei più riversato le acque di Noè sulla terra; così ora giuro di non più adirarmi con te e di non farti più minacce.
Anche se i monti si spostassero e i colli vacillassero, non si allontanerebbe da te il mio affetto, né vacillerebbe la mia alleanza di pace; dice il Signore che ti usa misericordia.
Afflitta, percossa dal turbine, sconsolata, ecco io pongo sulla malachite le tue pietre e sugli zaffiri le tue fondamenta.
Farò di rubini la tua merlatura, le tue porte saranno di carbonchi, tutta la tua cinta sarà di pietre preziose.
Tutti i tuoi figli saranno discepoli del Signore, grande sarà la prosperità dei tuoi figli; sarai fondata sulla giustizia.
Sta’ lontana dall’oppressione, perché non dovrai temere, dallo spavento, perché non ti si accosterà .
Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 30)
R. Ti esalto, Signore, perché mi hai liberato.
Signore Dio mio, a te ho gridato e mi hai guarito.
Signore, mi hai fatto risalire dagli inferi,
mi hai dato vita perché non scendessi nella tomba. R.
Cantate inni al Signore, o suoi fedeli,
rendete grazie al suo santo nome,
perché la sua collera dura un istante,
la sua bontà per tutta la vita.
Alla sera sopraggiunge il pianto
e al mattino, ecco la gioia. R.
Ascolta, Signore, abbi misericordia,
Signore, vieni in mio aiuto.
Hai mutato il mio lamento in danza,
Signore, mio Dio, ti loderò per sempre. R.
ANTIFONA D’INGRESSO
O Dio, Padre di tutti gli uomini,
moltiplica a gloria del tuo nome
la discendenza promessa alla fede dei patriarchi,
e aumenta il numero dei tuoi figli,
perché la Chiesa veda pienamente adempiuto
il disegno universale di salvezza,
nel quale i nostri padri avevano fermamente sperato.
Per Cristo nostro Signore.
QUINTA LETTURA (Is 55,1-11)
Venite a me, e vivrete; stabilirò per voi un’alleanza eterna.
Dal libro del profeta Isaia
Così dice il Signore: O voi tutti assetati, venite all’acqua, chi non ha denaro venga ugualmente; comprate e mangiate senza denaro e, senza spesa, vino e latte.
Perché spendete denaro per ciò che non è pane, il vostro patrimonio per ciò che non sazia?
Su, ascoltatemi e mangerete cose buone e gusterete cibi succulenti.
Porgete l’orecchio e venite a me, ascoltate e voi vivrete.
Io stabilirò per voi un’alleanza eterna, i favori assicurati a Davide.
Ecco l’ho costituito testimonio fra i popoli, principe e sovrano sulle nazioni.
Ecco tu chiamerai gente che non conoscevi; accorreranno a te popoli che non ti conoscevano a causa del Signore, tuo Dio, del Santo di Israele, perché egli ti ha onorato.
Cercate il Signore, mentre si fa trovare, invocatelo, mentre è vicino.
L’empio abbandoni la sua via e l’uomo iniquo i suoi pensieri; ritorni al Signore che avrà misericordia di lui e al nostro Dio che largamente perdona.
Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie – oracolo del Signore.
Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri.
Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme al seminatore e pane da mangiare, così sarà della parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata.
Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE (Is 12,2-6)
R. Attingeremo con gioia alle sorgenti della salvezza.
Ecco, Dio è la mia salvezza;
io confiderò, non avrò mai timore,
perché mia forza e mio canto è il Signore;
egli è stato la mia salvezza. R.
Lodate il Signore, invocate il suo nome;
manifestate tra i popoli le sue meraviglie,
proclamate che il suo nome è sublime. R.
Cantate inni al Signore, perché ha fatto opere grandi,
ciò sia noto in tutta la terra.
Gridate giulivi ed esultate, abitanti di Sion,
perché grande in mezzo a voi è il Santo di Israele. R.
ANTIFONA D’INGRESSO
Dio onnipotente ed eterno,
unica speranza del mondo,
tu hai preannunziato con il messaggio dei profeti
i misteri che oggi si compiono;
ravviva la nostra sete di salvezza,
perché soltanto per l’azione del tuo Spirito
possiamo progredire nelle vie della tua giustizia.
Per Cristo nostro Signore.
SESTA LETTURA (Bar 3,9-15.32 – 4,4)
Cammina allo splendore della luce del Signore.
Dal libro del profeta Baruc
Ascolta, Israele, i comandamenti della vita, porgi l’orecchio per intender la prudenza.
Perché, Israele, perché ti trovi in terra nemica e invecchi in terra straniera?
Perché ti contamini con i cadaveri e sei annoverato fra coloro che scendono negli inferi?
Tu hai abbandonato la fonte della sapienza!
Se tu avessi camminato nei sentieri di Dio, saresti vissuto sempre in pace.
Impara dov’è la prudenza, dov’è la forza, dov’è l’intelligenza, per comprendere anche dov’è la longevità e la vita, dov’è la luce degli occhi e la pace.
Chi ha scoperto la sua dimora, chi è penetrato nei suoi forzieri?
Ma colui che sa tutto, la conosce e l’ha scrutata con l’intelligenza.
È lui che nel volger dei tempi ha stabilito la terra e l’ha riempita d’animali; lui che invia la luce ed essa va, che la richiama ed essa obbedisce con tremore.
Le stelle brillano dalle loro vedette e gioiscono; egli le chiama e rispondono: “Eccoci!” e brillano di gioia per colui che le ha create.
Egli è il nostro Dio e nessun altro può essergli paragonato.
Egli ha scrutato tutta la via della sapienza e ne ha fatto dono a Giacobbe suo servo, a Israele suo diletto.
Per questo è apparsa sulla terra e ha vissuto fra gli uomini.
Essa è il libro dei decreti di Dio, è la legge che sussiste nei secoli; quanti si attengono ad essa avranno la vita, quanti l’abbandonano moriranno.
Ritorna, Giacobbe, e accoglila, cammina allo splendore della sua luce.
Non dare ad altri la tua gloria, né i tuoi privilegi a gente straniera.
Beati noi, o Israele, perché ciò che piace a Dio ci è stato rivelato.
Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 19)
R. Signore, tu hai parole di vita eterna.
La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è verace,
rende saggio il semplice. R.
Gli ordini del Signore sono giusti,
fanno gioire il cuore;
i comandi del Signore sono limpidi,
danno luce agli occhi. R.
Il timore del Signore è puro, dura sempre;
i giudizi del Signore sono tutti fedeli e giusti,
più preziosi dell’oro, di molto oro fino,
più dolci del miele e di un favo stillante R.
ANTIFONA D’INGRESSO
O Dio, che accresci sempre la tua Chiesa
chiamando nuovi figli da tutte le genti,
custodisci nella tua protezione
coloro che fai rinascere dall’acqua del Battesimo.
Per Cristo nostro Signore.
SETTIMA LETTURA (Ez 36,16-28)
Vi aspergerò con acqua pura, e vi darò un cuore nuovo.
Dal libro del profeta Ezechiele
Mi fu rivolta questa parola del Signore: “Figlio dell’uomo, la casa d’Israele, quando abitava il suo paese, lo rese impuro con la sua condotta e le sue azioni. Perciò ho riversato su di loro la mia ira per il sangue che avevano sparso nel paese e per gli idoli con i quali l’avevano contaminato. Li ho dispersi fra le genti e sono stati dispersi in altri territori: li ho giudicati secondo la loro condotta e le loro azioni.
Giunsero fra le nazioni dove erano spinti e disonorarono il mio nome santo, perché di loro si diceva: Costoro sono il popolo del Signore e tuttavia sono stati scacciati dal suo paese.
Ma io ho avuto riguardo del mio nome santo, che gli Israeliti avevano disonorato fra le genti presso le quali sono andati.
Annunzia alla casa d’Israele: Così dice il Signore Dio: Io agisco non per riguardo a voi, gente d’Israele, ma per amore del mio nome santo, che voi avete disonorato fra le genti presso le quali siete andati. Santificherò il mio nome grande, disonorato fra le genti, profanato da voi in mezzo a loro. Allora le genti sapranno che io sono il Signore – parola del Signore Dio – quando mostrerò la mia santità in voi davanti ai loro occhi.
Vi prenderò dalle genti, vi radunerò da ogni terra e vi condurrò sul vostro suolo. Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati; io vi purificherò da tutte le vostre sozzure e da tutti i vostri idoli; vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne.
Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo i miei precetti e vi farò osservare e mettere in pratica le mie leggi.
Abiterete nella terra che io diedi ai vostri padri; voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio”.
Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 42)
R. Ha sete di te, Signore, l’anima mia.
L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente:
quando verrò e vedrò il volto di Dio? R.
Attraverso la folla avanzavo tra i primi
fino alla casa di Dio, in mezzo ai canti di gioia
di una moltitudine in festa. R.
Manda la tua verità e la tua luce;
siano esse a guidarmi,
mi portino al tuo monte santo e alle tue dimore. R.
Verrò all’altare di Dio,
al Dio della mia gioia, del mio giubilo.
A te canterò con la cetra, Dio, Dio mio. R.
Oppure (quando si celebra il battesimo): (Is 12,2-6)
R. Attingeremo con gioia alle sorgenti della salvezza.
Ecco, Dio è la mia salvezza;
io confiderò, non temerò mai,
perché mia forza e mio canto è il Signore;
egli è stato la mia salvezza. R.
Lodate il Signore, invocate il suo nome;
manifestate tra i popoli le sue meraviglie,
proclamate che il suo nome è sublime. R.
Cantate inni al Signore, perché ha fatto opere grandi,
ciò sia noto in tutta la terra.
Gridate giulivi ed esultate, abitanti di Sion,
perché grande in mezzo a voi è il Santo di Israele. R.
Oppure: (Dal Salmo 51)
R. Crea in me, o Dio, un cuore puro.
Rinnova in me, o Dio, uno spirito saldo;
non respingermi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito. R.
Rendimi la gioia di essere salvato,
sostieni in me un animo generoso.
Insegnerò agli erranti le tue vie
e i peccatori a te ritorneranno. R.
Tu non gradisci il sacrificio
e, se offro olocausti, non li accetti.
Uno spirito contrito è sacrificio a Dio,
un cuore affranto e umiliato,
tu, o Dio, non disprezzi. R.
ANTIFONA D’INGRESSO
O Dio, potenza immutabile e luce che non tramonta,
volgi lo sguardo alla tua Chiesa,
ammirabile sacramento di salvezza,
e compi l’opera predisposta nella tua misericordia:
tutto il mondo veda e riconosca
che ciò che è distrutto si ricostruisce,
ciò che è invecchiato si rinnova
e tutto ritorna alla sua integrità ,
per mezzo del Cristo,
che è principio di tutte le cose.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
Oppure:
O Dio, che nelle pagine dell’Antico e Nuovo Testamento
ci hai preparati a celebrare il mistero pasquale,
fa’ che comprendiamo
l’opera del tuo amore per gli uomini,
perché i doni che oggi riceviamo
confermino in noi la speranza dei beni futuri.
Per Cristo nostro Signore.
Il sacerdote intona l’inno Gloria a Dio , che viene cantato da tutti. Si suonano le campane, secondo gli usi locali.
COLLETTA
O Dio, che illumini questa santissima notte con la gloria della risurrezione del Signore, ravviva nella tua famiglia lo spirito di adozione, perché tutti i tuoi figli, rinnovati nel corpo e nell’anima, siano sempre fedeli al tuo servizio. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
EPISTOLA (Rm 6,3-11)
Cristo risuscitato dai morti non muore più.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte?
Per mezzo del battesimo siamo stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova.
Se infatti siamo stati completamente uniti a lui con una morte simile alla sua, lo saremo anche con la sua risurrezione.
Sappiamo bene che il nostro uomo vecchio è stato crocifisso con lui, perché fosse distrutto il corpo del peccato, e noi non fossimo più schiavi del peccato. Infatti chi è morto, è ormai libero dal peccato.
Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, sapendo che Cristo risuscitato dai morti non muore più; la morte non ha più potere su di lui.
Per quanto riguarda la sua morte, egli morì al peccato una volta per tutte; ora invece per il fatto che egli vive, vive per Dio.
Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù.
Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 118)
R. Alleluia, alleluia, alleluia.
Celebrate il Signore, perché è buono;
perché eterna è la sua misericordia.
Dica Israele che egli è buono:
eterna è la sua misericordia. R.
La destra del Signore si è alzata,
la destra del Signore ha fatto meraviglie.
Non morirò, resterò in vita
e annunzierò le opere del Signore. R.
La pietra scartata dai costruttori
è divenuta testata d’angolo;
ecco l’opera del Signore:
una meraviglia ai nostri occhi. R.
VANGELO – (Lc 24,1-12)
Perché cercate tra i morti colui che è vivo?
+ Dal Vangelo secondo Luca
Il primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, [le donne] si recarono alla tomba, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono la pietra rotolata via dal sepolcro; ma, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù.
Mentre erano ancora incerte, ecco due uomini apparire vicino a loro in vesti sfolgoranti. Essendosi le donne impaurite e avendo chinato il volto a terra, essi dissero loro: “Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risuscitato. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea, dicendo che bisognava che il Figlio dell’uomo fosse consegnato in mano ai peccatori, che fosse crocifisso e risuscitasse il terzo giorno”.
Ed esse si ricordarono delle sue parole, e, tornate dal sepolcro, annunziarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. Erano Maria di Magdala, Giovanna e Maria di Giacomo. Anche le altre che erano insieme lo raccontarono agli apostoli. Quelle parole parvero loro come un vaneggiamento e non credettero ad esse. Pietro tuttavia corse al sepolcro e chinatosi vide solo le bende. E tornò a casa pieno di stupore per l’accaduto.
Parola del Signore.
OMELIA
Nulla accade secondo le previsioni in questa Pasqua. Per gli amici di Gesù e per i discepoli, questa festa era cominciata in modo grandioso e pieno di speranza. Ma sono poi sopraggiunte una sorpresa dopo l’altra, una delusione dopo l’altra. Per le donne, il sepolcro vuoto non è motivo di gioia o di fede nella risurrezione di Cristo. Guardano impaurite i due uomini che sono apparsi vicino a loro in vesti sfolgoranti. È il loro messaggio che ricorda alle donne la predizione di Gesù, che chiarisce loro il significato delle parole di Cristo ed è il comando indirizzato agli undici e agli altri discepoli che le mette in movimento.
Una notizia così incredibile, giunta dopo tante delusioni che avevano distrutto le illusioni dei discepoli, non suscita che incredulità . Ma nel cuore dell’apostolo Pietro genera una scintilla di speranza. La realtà di Gesù non è forse stata al di là di tutto quanto si poteva immaginare? Questa scintilla di speranza fa correre Pietro al sepolcro. E poi? Torna a casa pieno di stupore e di fede per ciò che sta avvenendo. Ma tutto questo non si sarebbe prodotto senza quella scintilla di speranza.
III. LITURGIA BATTESIMALE
Il sacerdote con i ministri si reca al fonte battesimale, se questo è in vista dei fedeli; altrimenti si pone nel presbiterio un bacile con l’acqua.
Se vi sono dei catecumeni adulti, vengono chiamati per nome e presentati poi dai loro padrini; i bambini vengono portati dai genitori e dai padrini alla presenza della comunità riunita.
Il sacerdote rivolge un’esortazione ai presenti con queste parole o con altre simili:
Se ci sono dei battezzandi:
Carissimi,
accompagniamo con la nostra unanime preghiera questi candidati al Battesimo [la gioiosa speranza dei nostri fratelli], perché Dio Padre onnipotente nella sua grande bontà li guidi al fonte della rigenerazione.
Se si benedice il fonte, ma non ci sono battezzandi:
Fratelli carissimi,
invochiamo la benedizione di Dio Padre onnipotente su questo fonte battesimale, perché tutti quelli che nel Battesimo saranno rigenerati in Cristo, siano accolti nella famiglia di Dio.
LITANIE DEI SANTI
Si cantano quindi le litanie nelle quali si possono aggiungere nomi di alcuni santi come ad esempio quelli della Chiesa particolare, del titolare della chiesa, dei patroni del luogo e dei battezzandi.
Signore, pietà (Kýrie, eleison)
Signore, pietà (Kýrie, eleison)
Cristo, pietà (Christe, eleison)
Cristo, pietà (Christe, eleison)
Signore, pietà (Kýrie, eleison)
Signore, pietà (Kýrie, eleison)
Santa Maria, Madre di Dio
prega per noi
San Michele
prega per noi
Santi angeli di Dio
pregate per noi
San Giovanni Battista
prega per noi
San Giuseppe
prega per noi
Santi Pietro e Paolo
pregate per noi
Sant’Andrea
prega per noi
San Giovanni
prega per noi
Santi Apostoli ed evangelisti
pregate per noi
Santa Maria Maddalena
prega per noi
Santi discepoli del Signore
pregate per noi
Santo Stefano
prega per noi
Sant’Ignazio d’Antiochia
prega per noi
San Lorenzo
prega per noi
Sante Perpetua e Felicita
pregate per noi
Sant’Agnese
prega per noi
Santi martiri di Cristo
pregate per noi
San Gregorio
prega per noi
Sant’Agostino
prega per noi
Sant’Atanasio
prega per noi
San Basilio
prega per noi
San Martino
prega per noi
Santi Cirillo e Metodio
pregate per noi
San Benedetto
prega per noi
San Francesco
prega per noi
San Domenico
prega per noi
San Francesco Saverio
prega per noi
San Giovanni Maria [Vianney]
prega per noi
Santa Caterina da Siena
prega per noi
Santa Teresa di Gesù
prega per noi
Santi e sante di Dio pregate per noi
Nella tua misericordia
salvaci, Signore
Da ogni male
salvaci, Signore
Da ogni peccato
salvaci, Signore
Dalla morte eterna
salvaci, Signore
Per la tua incarnazione
salvaci, Signore
Per la tua morte e risurrezione
salvaci, Signore
Per il dono dello Spirito Santo
salvaci, Signore
Noi peccatori, ti preghiamo
ascoltaci, Signore
Se ci sono dei battezzandi:
Dona la grazia della vita nuova nel Battesimo a questi tuoi eletti ascoltaci, Signore
Se non ci sono battezzandi:
Benedici e santifica con la grazia del tuo Spirito questo fonte battesimale da cui nascono i tuoi figli ascoltaci, Signore
Gesù, Figlio del Dio
vivente, ascolta
la nostra supplica.
Gesù, Figlio del Dio
vivente, ascolta
la nostra supplica.
Se vi sono dei battezzandi, il sacerdote, a mani giunte, dice l’orazione seguente:
Dio onnipotente ed eterno,
manifesta la tua presenza nei sacramenti del tuo amore,
manda lo spirito di adozione
a suscitare un popolo nuovo dal fonte battesimale,
perché l’azione del nostro umile ministero
sia resa efficace dalla tua potenza.
Per Cristo nostro Signore.
BENEDIZIONE DELL’ACQUA
O Dio, per mezzo dei segni sacramentali, tu operi con invisibile potenza le meraviglie della salvezza; e in molti modi, attraverso i tempi, hai preparato l’acqua, tua creatura, ad essere segno del Battesimo.
Fin dalle origini il tuo Spirito si librava sulle acque, perché contenessero in germe la forza di santificare; e anche nel diluvio hai prefigurato il Battesimo, perché, oggi come allora, l’acqua segnasse la fine del peccato e l’inizio della vita nuova.
Tu hai liberato dalla schiavitù i figli di Abramo, facendoli passare illesi attraverso il Mar Rosso, perché fossero immagine del futuro popolo dei battezzati.
Infine, nella pienezza dei tempi, il tuo Figlio, battezzato da Giovanni nell’acqua del Giordano, fu consacrato dallo Spirito Santo; innalzato sulla croce, egli versò dal suo fianco sangue e acqua, e dopo la sua risurrezione comandò ai discepoli: “Andate, annunziate il Vangelo a tutti i popoli, e battezzateli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”.
Ora, Padre, guarda con amore la tua Chiesa e fa’ scaturire per lei la sorgente del Battesimo.
Infondi in quest’acqua, per opera dello Spirito Santo, la grazia del tuo unico Figlio, perché con il sacramento del Battesimo l’uomo, fatto a tua immagine, sia lavato dalla macchia del peccato, e dall’acqua e dallo Spirito Santo rinasca come nuova creatura.
Immergendo, secondo l’opportunità , il cero pasquale, una o tre volte, nell’acqua, continua:
Discenda, Padre, in quest’acqua, per opera del tuo Figlio, la potenza dello Spirito Santo.
Tutti coloro che in essa riceveranno il Battesimo, sepolti insieme con Cristo nella morte con lui risorgano alla vita immortale. Per Cristo nostro Signore.
Acclamazione o un’altra simile:
Sorgenti delle acque, benedite il Signore: lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
Se non ci sono battezzandi, né si deve benedire il fonte battesimale, il sacerdote invita il popolo alla preghiera dicendo:
Fratelli carissimi, preghiamo umilmente il Signore Dio nostro, perché benedica quest’acqua con la quale saremo aspersi in ricordo del nostro Battesimo. Il Signore ci rinnovi interiormente, perché siamo sempre fedeli allo Spirito che ci è stato dato in dono.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio. Quindi il sacerdote a mani giunte prosegue:
Signore Dio nostro, sii presente in mezzo al tuo popolo, che veglia in preghiera in questa santissima notte, rievocando l’opera ammirabile della nostra creazione e l’opera ancor più ammirabile della nostra salvezza.
Degnati di benedire quest’acqua, che hai creato perché dia fertilità alla terra, freschezza e sollievo ai nostri corpi.
Di questo dono della creazione hai fatto un segno della tua bontà : attraverso l’acqua del Mar Rosso hai liberato il tuo popolo dalla schiavitù; nel deserto hai fatto scaturire una sorgente per saziare la sua sete; con l’immagine dell’acqua viva i profeti hanno preannunziato la nuova alleanza che tu intendevi offrire agli uomini.
Infine nell’acqua del Giordano, santificata dal Cristo, hai inaugurato il sacramento della rinascita, che segna l’inizio dell’umanità nuova libera dalla corruzione del peccato.
Ravviva in noi, Signore, nel segno di quest’acqua benedetta, il ricordo del nostro Battesimo, perché possiamo unirci all’assemblea gioiosa di tutti i fratelli, battezzati nella Pasqua di Cristo nostro Signore.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
RINNOVAZIONE DELLE PROMESSE BATTESIMALI
Terminato il rito del Battesimo (e della Confermazione) oppure, se questo non ha avuto luogo, dopo la benedizione dell’acqua, tutti, stando in piedi e con in mano la candela accesa, rinnovano le promesse del Battesimo. Il sacerdote si rivolge ai fedeli con queste parole o con altre simili:
Fratelli carissimi, per mezzo del Battesimo siamo divenuti partecipi del mistero pasquale del Cristo, siamo stati sepolti insieme con lui nella morte, per risorgere con lui a vita nuova.
Ora, al termine del cammino penitenziale della Quaresima, rinnoviamo le promesse del nostro Battesimo, con le quali un giorno abbiamo rinunziato a satana e alle sue opere e ci siamo impegnati a servire fedelmente Dio nella santa Chiesa cattolica.
Rinunziate a satana?
Rinunzio.
E a tutte le sue opere?
Rinunzio.
E a tutte le sue seduzioni?
Rinunzio.
Oppure:
Rinunziate al peccato,
per vivere nella libertà dei figli di Dio?
Rinunzio.
Rinunziate alle seduzioni del male,
per non lasciarvi dominare dal peccato?
Rinunzio.
Rinunziate a satana,
origine e causa di ogni peccato?
Rinunzio.
Poi il sacerdote prosegue:
Credete in Dio,
Padre onnipotente,
creatore del cielo e della terra?
Credo.
Credete in Gesù Cristo,
suo unico Figlio, nostro Signore,
che nacque da Maria Vergine,
morì e fu sepolto,
è risuscitato dai morti e siede alla destra del Padre?
Credo.
Credete nello Spirito Santo,
la santa Chiesa cattolica,
la comunione dei santi,
la remissione dei peccati,
la risurrezione della carne e la vita eterna?
Credo.
Dio onnipotente,
Padre del nostro Signore Gesù Cristo,
che ci ha liberati dal peccato
e ci ha fatto rinascere dall’acqua e dallo Spirito Santo,
ci custodisca con la sua grazia
in Cristo Gesù nostro Signore, per la vita eterna.
Amen.
Il sacerdote asperge l’assemblea con l’acqua benedetta, mentre tutti cantano questa antifona o un altro canto di carattere battesimale:
Ecco l’acqua,
che sgorga dal tempio santo di Dio, alleluia;
e a quanti giungerà quest’acqua
porterà salvezza
ed essi canteranno: alleluia, alleluia.
Fatta l’aspersione, il sacerdote ritorna alla sede e guida la preghiera universale, alla quale per la prima volta prendono parte i neofiti.
Non si dice il Credo.
IV. LITURGIA EUCARISTICA
PREGHIERA SULLE OFFERTE
Accogli, Signore, le preghiere e le offerte del tuo popolo, perché questo santo mistero, gioioso inizio della celebrazione pasquale, ci ottenga la forza per giungere alla vita eterna. Per Cristo nostro Signore.
ANTIFONA ALLA COMUNIONE
Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato: celebriamo dunque le festa con purezza e verità . Alleluia. (1Cor 5,7-8)
Oppure:
Gesù, il crocifisso è risorto, come aveva detto. Alleluia. (Mt 28,5.6; cf. Mc 16,6; cf. Lc 24,6)
PREGHIERA DOPO LA COMUNIONE
Infondi in noi, o Padre, lo Spirito della tua carità , perché nutriti con i sacramenti pasquali viviamo concordi nel vincolo del tuo amore. Per Cristo nostro Signore.
MEDITAZIONE
Il vincitore della morte che la Chiesa celebra il giorno di Pasqua è Gesù, l’uomo che gli apostoli hanno visto, ascoltato e seguito per le strade della Galilea e della Giudea. I racconti evangelici della risurrezione ci trasmettono prima di tutto un’esperienza di identificazione: “Noi l’abbiamo riconosciuto”; “È lui…”; “È vero…”.
È vero, il Signore vive ormai in una condizione tutta nuova. Ma nel profondo la persona non è cambiata. Se vogliamo intravedere, al di là di rappresentazioni superficiali e disincantate, il mistero vero e sempre attuale della risurrezione, bisogna guardare, nella semplicità della nostra fede, Gesù vivere e morire.
Una volta passato lo stupore dei primi incontri, ciò che vi fu di più fruttuoso per gli apostoli fu la straordinaria fecondità della risurrezione. Tutto si svolgeva per loro come se dal Signore vivente emanasse ormai una potenza inaudita di trasformazione. Pietro lo esprime nel giorno di Pentecoste: “Questo Gesù, Dio l’ha risuscitato… Egli ha ricevuto dal Padre lo Spirito Santo e lo ha distribuito come voi lo vedete e lo sentite”.
Per coloro sui quali doveva poggiare la Chiesa, l’esperienza fu veramente decisiva. In queste ore uniche, essi capirono in effetti la verità folgorante della quale vivranno i cristiani di tutti i tempi: tutto ciò che fa nascere, rinascere e ingrandire la comunità dei credenti proviene da colui che Dio ha fatto risuscitare dai i morti.
Da Cristo vivente proviene questa luce che improvvisamente squarcia le tenebre dell’ignoranza!
Da lui, questo coraggio nuovo, indomabile, per portare la parola fino alle estremità del mondo!
Da lui, questo misterioso potere che rimette in piedi i paralitici, che calma i posseduti, che libera i prigionieri, che fa rivivere i morti!
Da lui, questa singolare capacità di dire la parola che tocca e converte, di perdonare i peccati, di riunire il popolo della promessa, di rendere presente la Pasqua della nuova alleanza, di comunicare la vita divina!
Da lui, la gioia di lavorare per il ministero apostolico, per la venuta del Regno e per la creazione del Mondo nuovo.
San Paolo parlerà della “straordinaria energia”, della “forza immensa” dispiegata da Dio in Cristo, diventato la testa della Chiesa che è il suo corpo: “La pienezza di colui che si realizza interamente in tutte le cose” (Ef 1,23).
Sì, la festa di Pasqua ci ricorda che la fecondità di cui la Chiesa è il segno e lo strumento viene da Cristo vivente per i secoli dei secoli.
Ma essa ci ricorda anche un altro aspetto, forse troppo dimenticato, del mistero centrale della nostra fede. Gli apostoli vi pensavano costantemente. Tutti i loro propositi ne sono impregnati. Sto parlando del rapporto di Cristo stesso con Dio. Gesù è veramente Figlio di Dio, il Figlio per eccellenza, l’amatissimo, l’unico. E se, dopo la risurrezione, egli conosce quella straordinaria fecondità che meraviglia gli apostoli, se egli dispiega tutta quella energia che traspare in essi, è perché si è rimesso totalmente, assolutamente, dal primo all’ultimo giorno della sua vita, nelle mani di colui che chiama suo Padre.
È abbastanza facile per un credente naturalmente praticante e ottimista accettare e riconoscere la sua dipendenza e la dipendenza della Chiesa dal Signore glorioso, sempre presente e operante. Forse è più difficile accettare anche che tutta la fecondità apostolica venga da un atto d’abbandono filiale, quell’atto di cui la croce è l’espressione suprema: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”.
Se Gesù, ci dicono gli apostoli, è stato glorificato, se egli ha ricevuto il nome che è al di sopra di ogni altro nome, è perché, in queste ore di agonia che riassumono tutta la sua esistenza, egli si è dato, abbandonato, rimesso totalmente all’amore smisurato di colui che l’aveva chiamato e inviato. Il mistero pasquale che la Chiesa ha la missione di vivere, celebrare e trasmettere, presenterà sempre questi due aspetti, questi due momenti di cui la liturgia della settimana santa ci mostra il legame indissolubile. Non si capisce il Venerdì santo se non alla luce del giorno di Pasqua. Il giorno di Pasqua non svela il suo vero senso se non nelle tenebre del Venerdì santo.
È nella misura in cui, seguendo il maestro, i discepoli si offrono all’amore del loro Padre, che la loro vita diventa feconda, per la gloria di Dio e la gioia degli uomini.
“In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli… Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi”, disse Gesù il Giovedì santo (Gv 15,8-11).
Card. ALBERT DECOURTRAY