di redazione | 05 novembre 2011
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GeaPress riceve da La Padania e dalla giornalista Stefania Piazzo, le intercettazioni integrali dell’inchiesta della Procura della Repubblica di Perugia relativa alla Quintana di Foligno del 2006.
Tutti gli indagati sono stati condannati. Uno ha patteggiato. Annunciati i ricorsi in appello.
GeaPress nel ringraziare il quotidiano La Padania e Stefania Piazzo, vi invita alla interessante lettura delle intercettazioni, introdotte da un articolo della stessa Piazzo.
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La Padania dona a GeaPress le intercettazioni integrali in proprio possesso sulla Quintana di Foligno
di Stefania Piazzo
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Ho deciso di imprimere una svolta nell’inchiesta giornalistica sulle intercettazioni sulla Quintana di Foligno nell’inchiesta della Procura di Perugia scaturita dall’operazione dei Nas, inchiesta che la Padania ha iniziato a pubblicare in esclusiva dal 6 ottobre scorso.
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Dono infatti a GeaPress il prezioso documento integrale di 676 pagine al fine di consentire alla testata online di diffonderne tutti i rilevanti contenuti. Con l’augurio e la richiesta che chi pubblicherà o stralcerà i testi, dica, almeno questa volta, quale è la fonte: la Padania con GeaPress.
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Da qualche giorno infatti altre fonti giornalistiche hanno diffuso, solo dopo il deposito della sentenza, alcuni brani delle intercettazioni, compresi copiosi e rilevanti passaggi che la Padania aveva già pubblicato, (in modo peraltro più articolato con l’elenco dei farmaci sequestrati a veterinari e rioni).
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Affatto singolare è che tali testate abbiano presentato il lavoro in veste “esclusiva†un mese dopo, se non titolando persino i servizi col medesimo titolo con cui il mio quotidiano aveva avviato l’inchiesta: “Bombardala a morte…. Damme rettaâ€.
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Sia la Lav che l’Enpa si erano accorte dell’inchiesta. La Lav in una nota propria nota ufficiale il 5 ottobre scorso commentata dal presidente Gianluca Felicetti titolando “Quintana di Foligno. Le telefonate shock degli intercettatiâ€; l’Enpa di Carla Rocchi, con con la news letter della settimana il 7 ottobre “Palio della Quintana, intercettazioni “scomode†su la Padaniaâ€.
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Intenzione è stata da sempre quella di divulgare alla più amplia platea possibile di lettori il contenuto delle intercettazioni, sia all’opinione pubblica che alle altre testate giornalistiche perché tutti aprissero gli occhi. Tanto che il 18 ottobre scorso, mentre pesava un greve silenzio, l’associazione Chiliamacisegua, di cui sono presidente onorario, pubblicava sul proprio sito e inviava a numerose testate nazionali e locali interessate territorialmente dall’evento, oltre che alle istituzioni locali umbre, i pdf e i testi integrali delle mie inchieste con la pubblicazione delle prime due puntate sulle intercettazioni, compresa “Bombardala a morteâ€, come risulta dai documenti e dai report in nostro possesso.
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Ciò nonostante, su alcuni siti online e cartacei si offriva ai lettori la notizia come “esclusiva†qualche settimana dopo, facendosi vanto delle anticipazioni altrettanto “esclusiveâ€, senza mai citare il mio lavoro.
Certo, ha colpito non pochi professionisti della carta stampata, le associazioni nazionali di volontariato e diverse istituzioni di vigilanza che, a fronte dell’evidenza, in questo Paese si possano decidere i tempi in cui le notizie diventano più notizie di altre, pur essendo identiche in molti contenuti e nei titoli.
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Così come ci si chiede fino a quando peserà il silenzio dell’Ordine dei veterinari e, a questo punto, se si accoderà al silenzio e all’indifferenza anche l’Ordine dei giornalisti.
Se, insomma, l’esclusiva del silenzio si accodi alle esclusive a scoppio ritardato.
Così come ci si interroga per quanto ancora le istituzioni locali esprimano solidarietà agli intercettati e ai loro sistemi. Domanda che la Padania con la mia associazione ha ripetutamente sollevato agli enti preposti e “coinvoltiâ€, nel più totale silenzio umbro.
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Le nostre inchieste comunque proseguiranno, anche con altri colpi di scena, e siamo lieti di aver deciso di diffondere attraverso GeaPress l’importante documento integrale, ritendendo fondamentale che alla base della buona deontologia professionale vi sia, e  lo consideriamo un principio imprescindibile, il rispetto dell’etica, la trasparenza dei comportamenti, la correttezza nel riconoscere e citare le fonti laddove queste hanno svolto un’attività pionieristica nel rompere il muro del silenzio, e, questo sì, offrendo in esclusiva un’informazione scevra da condizionamenti e giochi di sponda.
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D’altra parte, la costanza e la frequentazione dei temi sulle battaglie di civiltà che riguardano il benessere animale e la malasanità , non appartengono ai furbetti del quartierino, del rioncino e del “caratterino… di piomboâ€, visto che parliamo di stampa.
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Tutti saranno d’accordo sul fatto che le notizie appartengono al popolo, e non a chi ne fa uso strattonandole come riflesso del proprio ego.
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Con stima e fiducia, perché si riconosca sempre il lavoro di chi vive facendo questo splendido mestiere, al servizio della verità .