IL VOLO DELLA FENICE

 

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di Raffaele CARDILLO

 

In questo mondo aggrovigliato, contorto della politica italiana, fatta di colpi di mano, di agguati, di sfiducia, del venir meno alla parola data e tante altre perle che, incorniciano il variegato e imbrattato mosaico dell’arte del governare uno Stato, ormai rantolante e prossimo al disfacimento.

Si discute se sia stato lecito il blitz dell’attuale Premier nel defenestrare, disarcionare un compagno di partito dopo aver pronunciato la rassicurante e fatidica frase: “Enrico stai sereno”.

Un novello Bruto che, pur di accaparrarsi il potere, ricorre al pugnale per sbarazzarsi di un avversario scomodo, e potremmo dire a questo punto che “Bruto fu un uomo d’onore”!

Un governo, però, che nasce con un peccato originale: quello del mancato passaggio elettorale con investitura popolare.

Un’abitudine ormai invalsa nell’uso che adotta metodi, non proprio in linea col dettato costituzionale, che si estrinsecano nell’oscurare, esautorare i voleri del Popolo Sovrano e di converso anche del Parlamento, i veri giudici-arbitri di una democrazia degna di questo nome.

Coloro che sono deputati garanti della Costituzione, non possono considerare come degli inutili orpelli quelli che sono i fondamentali, la precettistica voluta dai nostri Padri Fondatori, dei veri baluardi contro potenziali derive di sovvertimento, di sconvolgimento della struttura sociale e politica.

Il voler uscire dalla palude, dal pantano, a scuotere lo stallo istituzionale, potrebbero sembrare ai più dei processi da sposare, da condividere, sempreché ci siano le necessarie premesse, le dovute garanzie.

Non è più tempo di avventurismi, l’Italia ha bisogno di un governo pragmatico che sappia utilizzare le risorse al meglio e sfrondare i rami secchi, vere palle al piede della nostra economia.

Lo scontro con le lobbies, i poteri forti e gli algidi e anodini tecnocrati saranno inevitabili e ci vorrà tutta la spregiudicatezza corroborata da uno smaccato cinismo per perseguire gli obiettivi, costi quel che costi!

Se è lecito un parallelo, la nostra Patria è ridiventata quella del dopoguerra con i lutti dei suicidi, con la miseria conclamata e un mondo di giovani che vagano disperati come zombie alla strenua ricerca di un lavoro ormai divenuto una chimera.  

Post fata resurgo (dopo la morte torno ad alzarmi) era il motto della Fenice un uccello mitologico noto per il fatto di rinascere dalle proprie ceneri dopo la morte.

Il pezzo si riallaccia all’omonimo film “Il volo della Fenice” e tratta dello schianto di un aereo da trasporto americano in pieno deserto e racconta le traversie dell’equipaggio e dei suoi passeggeri nel voler ricomporre le parti del velivolo ancora agibili per poterne costruire uno di minore dimensione che consenta loro di salvarsi, alla fine ci riescono denominando l’aeromobile come il favoloso e sempiterno pennuto.

Auspichiamo a questo punto, che il nostro Premier abbia il piglio e l’autorevolezza di riassemblare i rottami della nostra martoriata Penisola e pilotarla fuori dalle nebbie dell’indigenza e della disperazione, proiettandola verso un futuro “dove la vita e la tranquillità dei cittadini meritano rispetto e che le buone leggi sono l’unico sostegno alla felicità nazionale” pensiero tratto da “ Scienza della legislazione” di Gaetano Filangieri giurista e pensatore politico napoletano.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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