“Il Regno di Dio”, il secondo “santuario” del percorso di formazione di quest’anno…

Carissimi,

in allegato trovate “Il Regno di Dio”, il secondo “santuario” del percorso di formazione di quest’anno…

Vi ricordiamo che il sussidio integrale «Gesù, ecco la mia speranza, ecco la sorgente viva della mia felicità» è disponibile presso il Centro Gruppi di Preghiera di Padre Pio e potete richiederlo tramite Telefono 0882 410486 / WhatsApp 344 1115695 / Mail centrogruppidipreghiera@operapadrepio.it

È disponibile sul sito dei Gruppi di Preghiera una sezione contenente testi, audio e spartiti dei canti dedicati a Padre Pio, che vi invitiamo a visionare à https://gruppidipreghiera.operapadrepio.it/canti-a-padre-pio/

Vi ringraziamo, infine, per le tante fotografie inviate in occasione della Consegna del Rosario, le vedrete presto pubblicate sui canali ufficiali dei Gruppi di Preghiera.

Un abbraccio affettuoso a voi tutti

GRUPPI DI PREGHIERA DI PADRE PIO
«Gesù, ecco la mia speranza, ecco la viva sorgente della mia felicità»
I Gruppi di Preghiera di Padre Pio pellegrini della speranza
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SECONDO SANTUARIO
Il Regno di Dio
Dal Vangelo secondo Luca (17, 20-21)
I farisei gli domandarono: «Quando verrà il regno di Dio?». Egli rispose loro: «Il regno di Dio
non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: “Eccolo qui”, oppure: “Eccolo là”.
Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!».
Disse poi ai discepoli: «Verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del
Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete. Vi diranno: “Eccolo là”, oppure: “Eccolo qui”; non andateci,
non seguiteli. Perché come la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il
Figlio dell’uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga rifiutato da
questa generazione».
Le pagine dell’Antico Testamento narrano l’epopea del popolo eletto che testimonia con la sua fede
l’unicità e la santità di Dio in mezzo a nazioni dedite a culti e usanze pagane. Gli autori sacri non
nascondono, però, quanto sia difficile questa testimonianza perché il cuore dell’uomo è fragile, spesso si
fa sedurre dalle ambiguità e dai costumi proprio di quel mondo, nel quale, invece, dovrebbe essere segno
di fedeltà all’Alleanza con il Signore.
Per questo motivo i profeti leggono le sofferenze del popolo come occasione per una conversione e per un
rinnovamento interiore; nello stesso tempo annunciano un giorno nel quale Dio verrà a visitare il suo
popolo, a donare un cuore nuovo, a rendere per sempre stabile il suo Regno.
Nella domanda dei farisei possiamo leggere gli interrogativi, quasi la sfida dell’uomo di ogni tempo:
«Quando verrà questo regno di Dio, visto che tu, Gesù, sei qui, ma l’ingiustizia dei Romani e la malvagità
del popolo ci sono ancora?». Oggi potremmo dire: «Dove sei Signore, se poi continuano ad esserci
guerre, divisioni e cattiverie dovute all’indomabile malvagità dell’uomo?».
Gesù non prende le parti di Dio, annunciando un trionfatore che porrà fine al potere di Roma e ad ogni
malvagità, perché non è venuto a cambiare le vicende della storia. Dal momento della creazione è iniziato
il tempo della fede, nel quale l’uomo – con il Suo aiuto – è chiamato a dare le sue risposte, a mostrare
concretamente la sua fedeltà. È la storia del grano che deve crescere con la zizzania, del mare in cui ci
sono pesci buoni e pesci cattivi e del chicco che deve morire per portare frutto; nessuno può esonerarci
dalla prova illudendoci con vane promesse: «Eccolo qui, o eccolo là».
Ma Gesù annuncia qualcosa di veramente importante: «il Regno di Dio è in mezzo a voi» o più ancora, se
vogliamo usare l’altro significato del verbo greco entòs umon, il regno di Dio è dentro di voi.
Questa è la Chiesa: un popolo testimone di questo Regno presente nel cuore dell’uomo. Afferma il
Catechismo della Chiesa Cattolica: «Il Signore Gesù diede inizio alla sua Chiesa predicando la Buona
Novella, cioè la venuta del Regno di Dio da secoli promesso nelle Scritture. Per compiere la volontà del
Padre, Cristo inaugurò il Regno dei cieli sulla terra. La Chiesa è il Regno di Cristo già presente in
mistero» (n. 763).
Da una lettera di Padre Pio alle sorelle Ventrella (Epist. III, p. 564)
Il Savio loda di questo la donna forte: “Le dita sue, dice, maneggiarono il fuso”. Volentieri vi dirò
qualche cosa sopra queste parole. La vostra conocchia è il cumulo dei vostri desideri; filate perciò
ogni giorno un poco, tirate filo a filo i vostri disegni fino all’esecuzione e ne verrete infallibilmente
a capo; ma avvertite di non affrettarvi, perché attorcigliereste il filo coi nodi ed imbrogliereste il
vostro fuso. Camminate, perciò, sempre e sebbene ci andrete lentamente avanzando, farete però
gran viaggio.
Nell’Epistolario di Padre Pio troviamo una serie di lettere comunitarie, indirizzate cioè alle sue figlie
spirituali o ai suoi discepoli, quasi dei piccoli esercizi per vivere insieme quegli insegnamenti che lui
aveva dato nelle sue riflessioni sulla Parola di Dio. La strada del noi, di una fede condivisa ci aiuta a
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rileggere e rivalutare insieme, li avrebbe aiutati e aiutate nel percorso della rinuncia e della mortificazione
cristiana. Non siamo degli stoici che vogliono sottomettere il proprio corpo; la penitenza corporale apre
alla rinuncia dell’“io”, in favore del “noi”, soprattutto in quell’impegno che dobbiamo avere nel cercare di
accoglierci reciprocamente per annunciare insieme il Regno di Dio.
Padre Pio ha chiaro un concetto: quando vogliamo rinnovare noi stessi o la società agendo da soli,
rischiamo sempre l’autoreferenzialità, l’autoritarismo o – più semplicemente – possiamo peccare di
vanagloria. La Chiesa, popolo di Dio, si presenta come un “noi” che vuole cambiare la società,
rinnovando il cuore dell’uomo.
La condivisione di questo cammino è lenta, passa per la storia di ogni uomo e di ogni donna che devono
rinunciare a sé in favore del noi, non per una qualsiasi massificazione, ma per edificare il corpo di Cristo.
Ecco perché Padre Pio invita a saper aspettare, a progredire senza affrettarsi, perché – come la donna che
lavora al fuso – se corressimo, pretendendo che gli altri cambino d’improvviso, che tutti diventino buoni
di colpo, rischieremmo come nel telaio, di fare attorcigliare i fili.
Padre Pio sintetizza tutto questo proprio con l’immagine del Regno di Dio.
A Raffaelina Cerase augura che il Signore la «faccia sempre più degna pel regno dei cieli»; e nel
momento della prova la invita a resistere alle tentazioni che sono il segno evidente che in lei «si va
stabilendo il Regno di Dio». Sull’immagine del demonio che opera per ostacolare il radicamento del
Regno di Dio in noi, Padre Pio ritorna spesso, a volte invitando a «sostenere la guerra… per il competo
abbattimento del regno di Satana» (Epist. III, p. 649), altre volte spiega che Dio permette le tentazioni per
invogliarci alla virtù, per raggiungere «l’edificazione del mistico edificio». Chiama i peccati veniali
«spioni» che corrono qua e là nel Regno di Dio e sono da lui permessi per farci stare in guardia e farci
comprendere la nostra debolezza (cfr. Dolcissimo Iddio, Epist. M, 144).
Il Regno interno
L’attenzione all’avvento del Regno di Dio è costante negli scritti di Padre Pio, soprattutto perché lui
collega questa immagine con la vita interiore, fino a proporre una sua espressione caratteristica: «il regno
interno»: «Mio Dio, mia diletta figliuola, quant’è felice il regno interno, quando vi regna questo santo
amore! Quanto sono beate le potenze dell’anima nostra, allorché ubbidiscono ad un re sì saggio!» (Epist.
III, p. 697). Questa espressione, coniata in una lettera del luglio 1917 tornerà spesso nelle lettere
successive, dopo la stimmatizzazione diventerà un augurio in occasione del Natale: «Gesù Bambino regni
sempre sul tuo cuore e stabilisca e rassodi sempre più il suo regno dentro di te!» (Epist. III, p. 881).
Padre Pio non si distacca, ovviamente, dalla tradizione religiosa, soprattutto francescana, che ripropone
ogni anno in occasione del Natale, il tema dell’apertura del cuore all’accoglienza di Dio; nei suoi
insegnamenti, però, vuole andare oltre. Per lui riflettere sull’Incarnazione di Gesù vuol dire invitare a
percepire il valore dinamico della sua presenza nella nostra vita. A Cesare Festa, massone genovese che
ritrattò la sua appartenenza alla setta e cominciò un cammino di fede sotto la guida di Padre Pio, scrive:
«Sono superlativamente lieto nel saper che il regno di Dio si va sempre più ristabilendo nel tuo cuore. Ne
rendo infinite grazie all’Altissimo, nello stesso tempo che lo supplico a volerti sempre più render tutto
suo, profondendo su di te tutti i tesori della sua sapienza e bontà» (Epist. IV, 617). La conversione è
avvenuta, ma non tutto è compiuto. E così anche al direttore spirituale, padre Agostino in occasione del
suo onomastico, augura che «Gesù coll’abbondanza delle consolazioni possa farvi felice e rendervi degno
del suo regno» (Epist. I, p. 490).
Non ci troviamo di fronte a un’istantanea sul Natale, ma ad un percorso nel quale Dio si fa protagonista
all’interno della storia umana.
Il volto profetico: la comunità
Possiamo senz’altro affermare che i Gruppi di Preghiera siano il frutto di questa visione che Padre Pio
aveva del Regno di Dio. Lui vuole una preghiera comunitaria che non sia frutto di incontri occasionali,
ma il risultato di quel lavoro personale a costruire il regno interno e a renderlo dinamico, a disposizione
degli altri, sapendo coglierne esigenze e difficoltà.
È in questo senso che va visto il percorso che ha portato a fondare Casa Sollievo della Sofferenza. Sin dai
primi anni della permanenza di Padre Pio a San Giovanni Rotondo assistiamo a una preparazione
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graduale di coloro che saranno i suoi primi collaboratori nelle sue scelte di carità. Quando coinvolgerà in
prima persona il gruppo di coloro che fonderanno Casa Sollievo saranno tutte persone che con lui
avevano fatto un cammino di fede, spesso sofferto e segnato da grandi rinunce.
C’è anche un aspetto formale molto interessante. Sebbene Padre Pio sia universalmente riconosciuto
come il fondatore di Casa Sollievo, all’atto fondativo della prima Società per Azioni lui non era presente:
sono stati i laici da lui formati a prendere le decisioni e ad assumersi le proprie responsabilità. Anche
successivamente sia nella fase dei lavori che in quella dell’organizzazione e dell’amministrazione della
Clinica, Padre Pio sarà sempre presente con la sua animazione e i suoi suggerimenti, ma non entrerà mai
nelle operazioni gestionali. È questa la profezia di una Chiesa che nascerà dal Vaticano II, una chiesa che
dà spazio al laicato e opera sempre come fermento della società senza voler imporre la sua presenza.
Il Regno di Dio è dentro di noi
L’intensità con cui Padre Pio ha vissuto il suo impegno per il Regno di Dio suggerisce un’attualizzazione
del suo messaggio che passa prima di tutto per il nostro cammino individuale e per la nostra volontà di
impegnarci comunitariamente nella vita della Chiesa. Ecco alcuni interrogativi utili.
Ci sentiamo veramente coinvolti nella preghiera per l’avvento del Regno di Dio? Cosa facciamo
concretamente per invitare alla preghiera le persone che potrebbero avere bisogno di una parola di
speranza? Le nostre forme di preghiera sono sempre uguali, o riusciamo a proporre intenzioni spontanee,
forme di preghiera diverse, attenzione nelle liturgie?
Fino a che punto siamo disposti a perdere qualcosa del nostro privato, per costruire la comunità?
Questi e altri interrogativi avranno senso se la nostra preghiera personale e comunitaria sarà vissuta nella
verità e nell’ascolto generoso della Parola di Dio.
PREGHIERA
Preghiera del Cardinal Angelo Comastri a san Pio da Pietrelcina
Padre Pio, tu sei vissuto nel secolo dell’orgoglio e sei stato umile.
Padre Pio tu sei passato tra noi nell’epoca delle ricchezze
sognate, giocate e adorate: e sei rimasto povero.
Padre Pio, accanto a te nessuno sentiva la voce: e tu parlavi con Dio;
vicino a te nessuno vedeva la luce: e tu vedevi Dio.
Padre Pio, mentre noi correvamo affannati,
tu restavi in ginocchio e vedevi l’Amore di Dio inchiodato ad un legno,
ferito nelle mani, nei piedi e nel cuore: per sempre!
Padre Pio, aiutaci a piangere davanti alla croce,
aiutaci a credere davanti all’Amore,
aiutaci a sentire la messa come pianto di Dio,
aiutaci a cercare il perdono come abbraccio di pace,
aiutaci ad essere cristiani con le ferite
che versano sangue di carità fedele e silenziosa:
come le ferite di Dio! Amen.

CENTRO GRUPPI DI PREGHIERA DI PADRE PIO

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Casa Sollievo della Sofferenza
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Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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