Il Real Sito di Carditello
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Sul Giornale del Sud on line ho avuto modo di leggere un ampio servizio dedicato all’evento, organizzato dalla Provincia di Caserta nell’ambito della bella e ricca rassegna culturale “Muse e Museiâ€.
Da un lato, ho apprezzato le sollecitazioni di Vittorio Sgarbi nei confronti della politica e delle classi dirigenti locali che si distinguono “per la mancanza di programmazione e confusione sul ruolo del pubblico e del privato nel campo della culturaâ€. Da qui discende la mancata tutela e valorizzazione del ricco patrimonio di beni storici e culturali di Terra di Lavoro, a partire dal Real Sito di Carditello, da decenni in stato di vergognoso abbandono e degrado. Veramente dovremmo indignarci tutti per questa vergognosa negligenza.
Dall’altro lato sono rimasto stupefatto nel leggere che su richiesta di Jolanda Capriglione – attuale consulente della Provincia – il famoso critico d’arte “ha accettato di diventare il referente nazionale della battaglia per il Real Sito di Carditelloâ€.
Va bene che anche Sgarbi si impegni in modo volontario per salvare Carditello. Ma non posso fare a meno di chiedermi se non sarebbe meglio che i referenti attivi diventassero in primo luogo il Presidente della Provincia di Caserta e quello della Regione Campania, che allo stato è il proprietario della “fattoria borbonicaâ€.
 Il Consiglio Regionale ha di recente sollecitato la Giunta ad assumere impegni concreti ed urgenti di carattere finanziario, in primo luogo per salvaguardare il bene dagli atti vandalici e dai furti che lo stanno deturpando. Inoltre, è stata lanciata la proposta di un progetto di Fondazione per la sua valorizzazione e per la sua gestione (sul modello di altre buone pratiche, come nel caso della Venaria di Torino). Intorno a questa proposta potrebbe svilupparsi una virtuosa collaborazione tra enti pubblici e soggetti privati che possono essere coinvolti in un piano di impresa per rendere fruibile e per rilanciare uno dei beni più prestigiosi della storia culturale della nostra provincia.
Nello stesso tempo possono essere coinvolte le strutture preposte alla produzione del  sapere (come l’Università e le scuole), dell’economia (come la Camera di Commercio e le imprese), del mondo della cooperazione e dell’associazionismo (come le Piazze del sapere, l’Auser, i Siti Reali, Agenda 21, da tempo impegnate in una battaglia di sensibilizzazione intorno a tante bellezze neglette presenti sul nostro territorio).
Pasquale Iorio
Caserta, 1 febbraio 2012