IL GIOCO DELLE TRE CARTE
di Raffaele CARDILLO
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Con la nuova legge di stabilità pilotata dalle direttive UE, si è sferrato un ulteriore colpo di maglio alla nostra economia, già dissanguata da precedenti congiunture e prossima al tracollo.
Un vecchio adagio una volta recitava: “La Cina è vicina†ora in senso traslato dovremmo dire la “Grecia è vicina†per significare il fenomeno trascinamento, correlato alla nazione Ellenica, che è sprofondato in una crisi economica irreversibile con effetto contagio verso gli altri Paesi della Comunità Europea.
Ora la realtà italiana deve fare i conti con i tragici diktat imposti dalla triade (BCE-Fondo Monetario e Germania) che concorrono ad affossare quelle poche eccellenze italiane destinate a essere fagocitate da colossi stranieri.
Una desertificazione industriale che sommata alla distruzione dell’occupazione costituisce una forma di abdicazione del Governo del Paese che si mette nelle mani di nazioni più forti o d’istituzioni finanziarie, che ne controlleranno le funzioni.
Assisteremo quindi a una perdita totale della sovranità e assumeremo la veste di paese coloniale, una parabola a fosche tinte quella che si paventa, ma nonostante questi oscuri presagi, il teatrino della politica continua a baloccarsi in vacue diatribe, misconoscendo le nubi minacciose che si addensano sui cieli della nostra penisola.
Quello che è avvilente è sopportare una schiera di personaggi insulsi che affollano il palcoscenico dei detentori della cosa pubblica e vogliono cimentarsi in una prova d’attore senza conoscerne i rudimenti.
Ambizioni sfrenate non corroborate da effettive qualità , dei dilettanti allo sbaraglio che si piccano di essere portatori del nuovo, non rendendosi conto di essere lo strumento delle lobby giudaico – massoniche che detengono i poteri del mondo.
Dei burattini senz’anima che recitano un copione preconfezionato, degli incoscienti che, opportunamente caricati, smaniano nel lanciare programmi donchisciotteschi promettendo faville, delle ricette miracolistiche che apparentemente potrebbero affascinare, vedi taglio delle tasse, ma con il risvolto surrettizio dei tagli lineari a Regioni e Comuni, che a loro volta per far fronte alla penuria dei fondi, ricorreranno all’emissione di nuovi tributi.
Un gioco delle tre carte, un affronto al buon senso, un turlupinare i cittadini già vessati e prostrati da continui salassi che ne pregiudicano la sopravvivenza.
Una grottesca rappresentazione d’improvvisati della politica, totalmente a digiuno di affari internazionali, di economia e di altre discipline necessarie per rivestire un ruolo accettabile nei consessi transnazionali.
Hanno ridotto l’Italia a una semplice “espressione geografica†per dirla alla Metternich, un’etichetta che ritorna prepotentemente alla ribalta grazie “ai buoni uffici†di una classe politica nauseante tutta dedita ad arricchimenti indebiti, perdendo di vista i sentimenti patriottici che dovrebbero essere connaturati a un gestore della cosa pubblica.
Come extrema ratio è inevitabile chiedere agli italiani l’uscita dall’Euro per riappropriarci di quella sovranità monetaria che ci consentirà di risalire la china.
Stampare carta moneta, gestire i tassi d’interesse e progettare una politica industriale rappresentano i tre tasselli principali prodromici di una ripresa certa, a dispetto di chi profetizza un esplodere della svalutazione che sarà compensata dalla deflazione e dalla disoccupazione conclamata.
Bisogna rendersi conto che contro ogni regola dettata dai soloni dell’economia, il nostro futuro è fuori dall’euro!