I pastori: servi, non padroni del gregge! (Mc 6,30)

21 luglio 2024 – XVI domenica del tempo ordinario (B)

I pastori: servi, non padroni del gregge! (Mc 6,30)

  1. Nell’antico Israele, la metafora del pastore che guida il gregge era molto comune; il potere può essere esercitato come servizio e come dominio: i pastori d’Israele si sono rivelati infedeli alla loro missione. Il tema del gregge disperso è nella I lettura (“Radunerò io stesso il resto delle mie pecore”), come nel Vangelo (“Gesù si commosse per loro, perché erano come pecore senza pastore”). Nel Nuovo Testamento, i pastori devono comportarsi come Gesù, che non è venuto per essere servito ma per servire: “Colui che vorrà diventare grande tra voi, si farà vostro servo”. È molto significativo che ogni sacerdote e vescovo venga prima ordinato diacono (cioè servitore): l’essere a servizio di tutti resta un elemento fondamentale di tutta la loro opera.

Prima lettura (Ger 23,1-6)

  • Alla fine del sec. VII a.C. il profeta Geremia pronuncia quest’oracolo contenuto in 23,1-6; il periodo è molto critico. Geremia aveva riposto molte speranze nel giovane re Giosìa (648-609 a.C.), ma nella battaglia di Meghiddo, questo re saggio e pio muore in battaglia. Al suo posto succede il figlio Ioiakìm, un re imbelle e corrotto; si mette dalla parte dell’Egitto e contro l’impero babilonese che è all’apice della potenza. Gli succede Sedecìa ma la situazione non migliora, perché i suoi cattivi consiglieri lo spingono a riprendere la guerra contro Babilonia. Non ascoltò i consigli di Geremia, che gli proponeva la sottomissione a Nabucodonosor; si ribellò a Babilonia e Nabucodonosor attaccò Gerusalemme che fu saccheggiata; Sedecìa riuscì a fuggire, ma i nemici lo raggiunsero a Gerico e lo catturarono. Condotto davanti a Nabucodonosor, costui, secondo i feroci usi babilonesi, fece uccidere i figli di Sedecìa sotto gli occhi di lui; quindi, lo accecò e l’inviò incatenato a Babilonia, dove morì in prigione, e con lui si spense l’ultimo re della dinastia di David. È in questo contesto storico che va collocato l’oracolo. Dopo la sentenza di condanna (v.1), il profeta si rivolge al popolo scoraggiato e annuncia che, in tempi futuri, Dio susciterà nella famiglia di Davide un germoglio giusto, un re saggio e ne pronuncia anche il nome: si chiamerà Signore nostra giustizia וּנ ֵֽ קְ דִ צ ה ָ֥הוְי .I cristiani vedono la realizzazione della profezia in Gesù di Nazaret: è lui la nostra giustizia.

    Il Vangelo (Mc 6,30-34)

  • Alcune parole meritano una riflessione particolare:

in disparte (κατ’ἰδίαν): è un termine tecnico dei Vangeli; tutte le volte che Gesù prende i discepoli in disparte non è per fare loro un favore o un privilegio, ma è per consegnare un insegnamento importante o per un rimprovero;

attorno a Gesù: il punto di riferimento è il Maestro; le scelte, le iniziative che non nascono dalla preghiera e dal discernimento comunitario, rischiano di fallire; l’istituzione, a volte, si mette al posto di Gesù, dicendo “Venite a me” e non “Andate da Lui”, come se la chiesa fosse il luogo della salvezza, mentre invece è solo uno strumento, un’indicazione, una strada: “Lumen gentium, cum sit Christus”. Se non mettiamo al centro Gesù e il suo Vangelo, tutte le nostre unità resteranno sempre fragili, le nostre comunioni si trasformeranno in scomuniche;

si commosse: Gesù, incontrando la folla, si commuove; Luca usa il verbo ἐσπλαγχνίσθη/esplaghnìste (Lc 10,33), il cui significato si comprende tenendo conto che questo verbo si costruisce a partire dal sostantivo σπλάγχνον/splàghnon, che al plurale indica gli organi interni, le viscere dell’uomo. Gesù non reagiva come reagisce chiunque di fronte a un mendicante o a uno straccione. Gesù sentiva crampi di dolore allo stomaco, non sopportava il dolore degli altri! Risulta evidente che la chiave del comportamento etico non è l’osservanza religiosa, ma la sensibilità umana di fronte alla sofferenza; la religiosità e la buona condotta possono trasformarsi nel più raffinato egoismo. Un egoismo, per di più, del quale l’individuo non è quasi mai cosciente. BUONA VITA E BUONE VACANZE!

Le Sante Radici – הקדשים השׁרשים –

Per contatti: francescogaleone@libero.it

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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