I COMPITI PER LE VACANZE SONO UTILI?

Prof.ssa Angela Nespoli

Secondo una ricerca americana, durante l’estate, gli studenti perdono da uno a due mesi delle competenze acquisite durante l’anno scolastico, soprattutto nella lettura e nella matematica.

Si rischia , dunque,quella che le più autorevoli università americane chiamano il “summer brain drain”, ovvero la perdita di apprendimento estiva.

Infatti, secondo un sondaggio, all’ inizio del nuovo anno scolastico, i docenti impiegano dalle tre alle quattro settimane per riportare la classe ai livelli in cui l’avevano lasciata a fine anno scolastico.

D’altro canto, c’è chi come il prof. Maurizio Parodi , definisce i compiti estivi “inutili e dannosi, gli alunni italiani ne fanno molti, ma hanno un tasso di analfabetismo altissimo rispetto ai coetanei europei”.

Il Prof. Parodi li definisce un ossimoro, una contraddizione in termini, un assurdo logico.

Le vacanze dovrebbero essere dedicate al riposo,si chiamano così, perché liberano dagli affanni feriali.

Il dibattito  sui compiti per le vacanze è ormai uno dei temi più caldi nelle discussioni tra genitori e tra questi ultimi e gli stessi docenti.

Anche tra i Prof. troviamo approcci diversi: alcuni decidono di non assegnare alcun compito; altri subissano gli studenti di impegni scolastici anche d’estate.

Poi, esiste una categoria di insegnanti che sceglie la via di mezzo, incentivando gli studenti alla lettura  di libri, lasciando loro il tempo per una pausa di relax e sana noia, alla fine della scuola.

I libri da leggere non vanno imposti, la lettura deve essere un piacere, affinché possano formarsi futuri lettori e adulti più liberi e mentalmente aperti.

Dunque, grande libertà sulla scelta dei titoli: dai grandi classici ai libri divertenti e\o contemporanei, sempre con la supervisione di un adulto.

In conclusione, i compiti per le vacanze da una parte rappresentano una prassi della scuola sulla cui efficacia non tutti gli insegnanti sono disposti a ragionare, ma dall’ altra possono rappresentare un’opportunità per gli studenti.

I compiti per le vacanze così come solitamente pensati possono continuare ad avere un senso se facoltativi e dati in quantità modeste.

Probabilmente, durante l’estate, andrebbero valorizzate tutte quelle esperienze di apprendimento non strettamente scolastiche, ma di tipo informale.

Può essere più utile e piacevole fare un viaggio, visitare una mostra, fare un’escursione nella natura, leggere un bel libro, conoscere nuovi amici, magari di altri paesi e confrontarsi con loro e tanto ancora.

Le vacanze, in quanto tali, devono essere piacevoli e devono privilegiare momenti di svago a quelli di “impegno” forzato …

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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