GRAZZANISE: REPLICA ALLA DICHIARAZIONE DEL SINDACO PIETRO PARENTE

Prof. Raffaele Raimondo

cronista free lance

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e-mail: raffaeleraimondo1@virgilio.it                             COMUNICATO-STAMPA del 27 novembre 2010

 

 GRAZZANISE: REPLICA ALLA DICHIARAZIONE DEL SINDACO PIETRO PARENTE

                             IN MERITO AI RISCHI DI UNA NUOVA ESONDAZIONE DEL VOLTURNO

 

SUL VOLTURNO L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE TARGATA PARENTE

PROVVEDA A PROGETTARE E A CHIEDERE PROGETTI FINANZIATI,

PIUTTOSTO CHE MONITORARE, CHE E’ ALTRUI COMPITO !!!

In qualità di responsabile dell’Organo di Coordinamento della civica minoritaria Nuovi Orizzonti ed anche nella veste di semplice cittadino di Grazzanise, intendo replicare alla dichiarazione che il sindaco Pietro Parente ha reso oggi, 27 novembre 2010, ad un quotidiano. Piuttosto che monitorare “personalmente” l’evoluzione del corso fluviale e lo stato degli argini, che è compito di altre figure, il nostro primo cittadino provveda, nell’esercizio delle sue funzioni, a progettare e a chiedere, in forma documentata, che anche gli altri Enti preposti progettino e finanzino gl’interventi necessari! Già siamo stufi di questo certo protagonismo del padre, Enrico Parente, che in un decennio più volte ha indossato i panni del capocantiere (fra le più recenti performances del genere v’è quella della notte far il 7 e l8 novembre, quando, sotto una burrascosa pioggia, egli da solo armeggiava, almeno dall’una alle 3,15 di notte, presso cabina elettrica collegata alle “pompe di sollevamento” nei pressi della caserma dei Carabinieri…); ora ci si mette pure il figlio! Beninteso: seguire di persona, da parte di un sindaco, un problema di vivibilità o di emergenza cittadina è cosa buona, giusta e lodevole, a patto però che tale “sacrificio” non supplisca o non copra carenze di progettazione a cura della Giunta o del Consiglio che egli presiede.

E, purtroppo, la produzione amministrativo-gestionale de La Svolta  – ieri guidata dal padre, oggi dal figlio – in merito alle condizioni del Volturno segna rosso, inequivocabilmente rosso. Se il padre Enrico si recò da Matteoli, invocò ed ottenne la sopraelevazione dell’argine lungo il tratto urbano del fiume – onde superare l’impasse edilizio determinato dai “vincoli” imposti dall’Autorità di Bacino –, il medesimo non esitò a far recintare il campo di gara per la  pesca sportiva dell’Ailps, una volta confermata la perdurante presenza di residuati bellici sotto le acque fluviali, salvo poi, negli anni seguenti, a non saper trovare risorse per risolvere la situazione di rischio, il figlio Pietro, sulla stessa scìa, accolse in municipio nel giugno di quest’anno i rappresentanti del WWF che nel mese precedente avevano svolto una ricognizione sul Volturno, annunciando per l’autunno, che volge al termine, la pubblicazione dei dati che ancora non si conoscono. Tanto solo per fare qualche esempio.

La triste verità è che il sindaco e la maggioranza consiliare hanno dimostrato finora – come per il “ciclo integrato dei rifiuti” –  di non avere né la capacità né la forza politica di parlar chiaro ed in misura esauriente: il grave inquinamento del fiume, lo stato preistorico in cui versano gli argini, lo spaventoso sprofondamento della riva sinistra del fiume in località Funno, le sponde del vecchio ponte in legno e ferro che giacciono neglette da decenni sull’alveo del Volturno e la realizzazione del “parco fluviale” previsto dal Prg approvato dalla Commissione straordinaria prefettizia (1992-1994) corrispondono ad altrettante iniziative da mettere in campo e sulle quali mi risulta assai scarsa la documentazione posta in essere dal Comune di Grazzanise nei due “trionfanti” precedenti mandati svoltisti. Il terzo, caparbiamente, sembra viaggiare sulla stessa corsia. Perciò il giovane sindaco agisca e agisca bene, perché sulle sue facili assicurazioni il tempo inevitabilmente farà giustizia!

Volturno in piena

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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