Gli onorevoli diminuiranno?Intanto, i loro stipendi aumentano ancora
Mi piace riportare, integralmente, un trafiletto che ho scritto nel Giugno 1997 dal titolo:
«Aumento di stipendio in arrivo per i deputati»
che, dopo ben 14 anni, quantunque retrodatato, è di scottante attualità !
           “Nel momento attuale, in cui a tutti gli italiani che lavorano si chiedono sacrifici non indifferenti, in cui la disoccupazione dilaga e nel quale anche i pensionati sono nel mirino di Prodi, ecco che i deputati, quegli stessi che chiedono per il progresso ed il bene del Paese altri sacrifici, quegli stessi onorevoli si organizzano compatti per farsi aumentare di ottocentomila lire al mese il loro appannaggio, già esageratamente corposo.
           Questa volta non è stato necessario ricorrere alla fiducia al Parlamento.
           Ma non basta: nei giorni scorsi, il presidente Scalfaro ha firmato il decreto che «adegua» del 12.9 per cento lo stipendio dei magistrati e quindi dei deputati che ad esso è agganciato.
           Un bell’esempio di coerenza ed uno schiaffo e uno sberleffo a chi lavora e che ha già pagato numerosi balzelli (malgrado le promesse), non ultima la tassa per l’Europa.
           Naturalmente la proposta presentata dagli onorevoli Violante e Fini  di autoriduzione dello stipendio dei parlamentari è rimasta lettera morta. E c’è di più: nella prossima finanziaria si parla già di altri aumenti (non si chiamano più tasse, forse per pudore).
           Tutto ciò è vergognoso, umiliante, offensivo e disgustoso: e, come sempre, a pagare sono ancora gli stessi, che non hanno santi in paradiso e che devono solo lavorare, subire e stare zitti.
           Per fortuna, qualche buona notizia c’è. Almeno quella della riduzione del numero dei nostri parlamentari nel futuro prossimo che sarà partorito dalla Bicamerale. Meno parlamentari, meno stipendi: almeno questo.
           Un’altra buona notizia, fra le tante prese in giro di cui restiamo ormai impassibilmente vittime, è il «no» della Camera alla depenalizzazione del finanziamento illecito ai partiti. Sullo stipendio dei parlamentari, invece, non abbiamo speranze. Di sguincio, in sordina, «di chiatto» e per traverso, passano aumenti puntuali e si affermano pensioni d’oro.
           Sarebbe tutto più comprensibile se noi mandassimo in Parlamento dei poveri cristi che, facendo solo politica, debbano pur vivere. Invece, l’elenco dei Paperoni delle nostre due Camere è cospicuo e, almeno per loro, l’aumento delle 800mila lire, dovrebbe suonare addirittura offensivo più che insignificante perdendosi nei miliardi dei redditi personali.
           Dicono, i cari parlamentari, che questi nostri discorsi sono di bassa demagogia e di puro qualunquismo, e che ogni limitazione degli stipendi degli «onorevoli» non porterebbe benefici, rilevanti al disastrato e disastroso bilancio dello Stato. Alla morale del Paese e al morale degli italiani sì!, potremmo rispondere.
           Gli italiani che non fanno parte della rispettata categoria degli evasori fiscali, i quali, una volta seriamente snidati, contribuirebbero a rendere più sopportabile il fisco che colpisce duramente e irrimediabilmente i cittadini a busta paga, vorrebbero almeno il conforto, di una solidarietà dei parlamentari nelle stagioni dei sacrifici che ormai vengono continuamente richiesti ai soliti noti.
           Una questione di stile, più che di sostanza.
           E, tuttavia, fra indennità di base, rimborso delle spese, di rappresentanza e di viaggio, lo stipendio di un parlamentare tocca i 17 milioni netti. Che cosa vogliamo aumentare ancora visto che sondaggi e dichiarazioni di governo dicono che in Italia tutto va bene, l’inflazione cala, l’Europa è vicina, la vita è bella e 17 milioni la farebbero bellissima a chiunque svanga dalla mattina alla sera?
Qualunquismo e demagogia? No. Incazzatura perenne !â€