GIORNATA DELLA MEMORIA ALL’ ITET “FEDERICO II”

 280px-Auschwitz_I_entrance_snow

In occasione della ricorrenza in oggetto, si impone in maniera persistente il ricordo di quanto accadde. E’ indispensabile conoscere, se si vuole evitare che la coscienza dell’immane tragedia si possa a poco a poco dissolvere. La memoria storica possiede la capacità di sancire valori forti e immutabili: la libertà, il rispetto del diritto, la democrazia. La scuola ha il compito di evitare che il racconto dei superstiti possa cadere nell’indifferenza e di chiedere ai giovani di dedicarsi al loro futuro nella piena consapevolezza del passato.

Di qui, la necessità di trovare nuove forme di comunicazione per parlare ai giovani di oggi della Shoah, considerata, spesso, come parte del bagaglio dell’eredità ideologica ricevuta dai genitori e dalla scuola. Ogni generazione deve riappropriarsi non della celebrazione retorica degli eventi, ma del significato di una scelta contro il male e la violenza.

Nella Giornata della Memoria l’ITET “Federico II” di Capua inviterà i propri alunni a riflettere su quanto accadde attraverso la visione guidata dai Docenti di video inediti ed interviste ai superstiti. Analizzeranno “Cavalli 8 uomini 40“, un documentario inedito a cura di Felicio Corvese e Giuseppe Angelone dal quale si evince la sofferenza che coinvolse i deportati del casertano. Estremamente toccanti tutte le testimonianze, che è giusto che i giovani ascoltino e sulle quali meditino.

Come concludono gli storici in parola: “Le storia dei deportati in Germania e le sofferenze patite dalla popolazione civile di Terra di Lavoro dopo l’8 settembre 1943 sono un chiaro e tragico esepio di come la logica della guerra possa stravolgere i più elementari e naturali principi di giustizia ed umanità. Esse costituiscono una pagina significativa di quella silenziosa resistenza civile che il “secolo breve”, il Novecento, ha spesso ricoperto con il velo dell’oblio e dell’indifferenza, nello scenario di violenze e soprusi, molti dei quali ancora oggi sconosciuti, perpetrati in Europa ai danni di civili innocenti, durante il II conflito mondiale. Dei circa 20.000 civili campani rinchiusi negli “stalag” nazisti e costretti a lavorare nelle fabbriche di Hitler alcuni non fecero più ritorno alle loro case. Molti altri pagarono il prezzo della libertà e del rimpatrio con gravi malattie e danni psicofisici permanenti. La conoscenza di queste drammatiche vicende, per le quali a tanti anni di distanza dai fatti, non è più possibile alcun risarcimento civile e morale è per noi, generazione che ha avuto in sorte di vivere in un’Europa finalmente pacificata, motivo di riflessione circa la nostra condizione attuale, che di quei sacrifici e sofferenze è il frutto, e di orientamento nelle scelte da operare in futuro nel rispetto dei diritti umani e della pace di tutti i popoli“.   

In questo senso, l’educazione può e deve promuovere un’integrazione reale tra storia e memoria, collegando testimonianze e fonti documentarie, informazione e interiorizzazione del ricordo, piccola e grande storia, evitando sia il rischio della sacralizzazione, sia quello della banalizzazione; storicizzare la Shoah, collegando l’insegnamento con le caratteristiche soggettive di chi apprende o si accosta al tema, soprattutto sul piano emotivo-affettivo; connettere la memoria della Shoah all’educazione interculturale, poiché questa ferita della storia costituisce ancora oggi un paradigma della difesa dei diritti umani nel mondo contemporaneo. Il problema dell’antisemitismo, infatti, può essere trattato, con le necessarie distinzioni, anche nell’ambito delle tematiche della società multiculturale attuale. Nel clima di radicalizzazione del conflitto tra culture e religioni e di “scontro di civiltà” maturato dopo l’11 settembre 2001, ancor più che in passato, la Shoah ha il compito di rappresentare una memoria non esclusiva, ma universale, che contribuisca a promuovere il dialogo tra le culture e i popoli.

 

Prof.ssa Angela Nespoli

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

Potrebbero interessarti anche...