FRANCOLISE-CELEBRATA, LA NUOVA EDIZIONE DELLA FESTA DELLA “MADONNA DEI PASTENIâ€
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di Daniele Palazzo
Si è rinnovato, domenica mattina, l’annuale appuntamento con la Festa della “Madonna dei Pasteniâ€, che è una delle ricorrenze di fede e devozione più attese della tradizione religiosa aurunco-calena. Qualche anno fa, il momento festivo è stato ripristinato grazie ai buoni uffici dell’ex Sindaco civico, Andrea Russo, e dell’Amministrazione Comunale da lui guidata, che hanno inteso restituire al culto popolare una manifestazione
(mancava da oltre settanta anni)molto sentita ed amata dal popolo di Francolise e dintorni. Nella mattinata di domenica scorsa, dunque, il tempio dedicato al culto della “Madonna dei Pasteniâ€(sorge in località “Sgarrupataâ€, nei pressi del fiume Savone)è stato meta di pellegrinaggio e luogo di intensa riflessione sulle tantissime virtù della Madre di Dio da parte di tutte le comunità religiose afferenti al Comune di Francolise. Come imponeva la scaletta programmatica della kermesse, dalle frazioni Sant’Andrea del Pizzone(ore 10.00), Ciamprisco(ore 10.30) e Francolise capoluogo(11.30) sono partiti tre cortei di fedeli, che, tra preghiere, canti e spunti di meditazione ed interiorizzazione dell’essenza di quanto stavano vivendo, si sono portati presso la chiesetta della Vergine Madre. Qui, alle ore 12.00, si è svolto il momento-clou dell’evento festivo, consistente in un Santa Messa di ringraziamento alla Madonna per tutti i suoi benefici. Ad officiarla parroci del territorio, Don Pasquariello Raimondo, Don Vincenzo Di Martino e Don Peppino Sciorio, che, con parole sagge ed atteggiamento di pastori attenti e scrupolosi, hanno esortato i loro assistiti ad essere sempre forti nella propagazione della fede e nella divulgazione della Buona Novella e, soprattutto, ad essere autentici servitori del Dio Uno e Trino che, al cospetto della nostra piccolezza di peccatori al cuore più duro della pietra, non ha esitato un solo attimo nel mandare il suo unico Figlio a morire di Croce per l’espiazione delle nostre malefatte.