Dall’Italia
Il comunicato stampa, “non documento†in materia tributaria. In una sentenza della Cassazione (n. 370/2019) si legge che non sono applicabili le sanzioni se fanno riferimento a una legge o risoluzione non chiara, nonostante la pubblicazione di un comunicato stampa che fornisce spiegazioni, considerando il comunicato un provvedimento atipico (o meglio un “non provvedimentoâ€) privo di collocazione certa nella scala delle fonti del diritto. Oggetto del contendere la richiesta avanzata dall’Amministrazione finanziaria a un contribuente condannato a pagare le sanzioni per aver superato il plafond delle compensazioni ai fini IVA. Al riguardo nel 2003 era stata pubblicata una risoluzione ministeriale poco comprensibile, fonte di incertezze e fraintendimenti al punto che il Fisco aveva pubblicato un comunicato stampa chiarificatore. Il documento non risultava comunque idoneo a eliminare i dubbi interpretativi, secondo i giudici, i quali, richiamando precedenti pronunce della stessa Suprema Corte rispetto alla collocazione nei rapporti Fisco-Contribuente dei comunicati stampa, ribadivano che nella gerarchia delle fonti tali documenti sono esclusi dalla piramide delle fonti, risultano sottordinati rispetto alle circolari e alle risoluzioni ministeriali e non rivestono alcuna rilevanza in materia tributaria.
Processo tributario e accesso temporaneo agli atti. Nell’ambito del processo tributario telematico, dallo scorso 28 gennaio è disponibile il nuovo servizio di richiesta di accesso temporaneo al fascicolo processuale telematico. La nuova funzionalità , che è stata creata per la parte non ancora costituita in giudizio, permette di visualizzare gli atti e i documenti processuali relativi a ricorsi e appelli iscritti ai rispettivi registri generali. Gli uffici di segreteria delle Commissioni Tributarie esaminano la richiesta di accesso temporaneo, che può essere accolta o rifiutata, e ne danno notizia al richiedente tramite Pec. In caso di risposta positiva, è possibile consultare il fascicolo processuale per un periodo di 10 giorni di calendario.
Omessa o tardiva dichiarazione, le sanzioni per l’intermediario. Si parla di omessa trasmissione telematica da parte dell’intermediario soltanto nei casi di trasmissione non effettuata o non andata a buon fine; di tardiva trasmissione telematica quando viene effettuata oltre il termine per la presentazione della dichiarazione, malgrado l’impegno alla trasmissione sia stato assunto prima di tale scadenza. La sanzione prevista dal D.lgs. 241/97, art. 7-bis, va da 516 a 5.164 euro, che si applica: a) al soggetto abilitato alla trasmissione telematica, persona fisica o giuridica (Caf imprese o dipendenti o società di servizi); b) al professionista che ha assunto l’incarico, se la dichiarazione è trasmessa da uno studio associato.
Applicativo INPS per il calcolo aliquote contributive. Con il messaggio n. 356 del 25/1/2019 l’INPS comunica il rilascio di una nuova funzionalità utilizzabile da aziende e intermediari, “Calcolo aliquote contributiveâ€. In base alle caratteristiche contributive dell’azienda ed al profilo contributivo del lavoratore, l’applicazione permette di simulare il calcolo dell’aliquota contributiva per i lavoratori del settore privato. Si possono inoltre visualizzare: l’aliquota contributiva associata a un lavoratore in base al periodo di competenza; il tipo di azienda e le caratteristiche del dipendente, espresse secondo i costrutti Uniemens; il dettaglio delle voci contributive che concorrono a formare l’aliquota contributiva complessiva, con la relativa quota a carico del lavoratore. Il sistema sarà progressivamente implementato con il rilascio dei programmi di verifica e calcolo che saranno aggiornati nelle procedure gestionali dell’Istituto a seguito delle modifiche subite dalla normativa. L’applicativo non effettua i controlli di compatibilità tra il Codice statistico contributivo (CSC) e i Codici di autorizzazione (CA), per cui l’utente che effettua la richiesta di calcolo dovrà fornire caratteristiche contributive aziendali tra loro coerenti e congruenti. La funzionalità è accessibile, attraverso le proprie credenziali (codice fiscale e pin), dal sito dell’Istituto, www.inps.it, alla sezione “Servizi per le aziende ed i consulentiâ€>“uniemensâ€.
Il timbro delle Poste attesta l’avvenuto deposito. Una Commissione Tributaria Regionale aveva dichiarato inammissibile l’appello proposto dal Fisco contro la sentenza tributaria di primo grado per il mancato deposito, entro il termine previsto, della ricevuta di spedizione dell’atto presso la segreteria della Commissione, nonostante l’avvenuto deposito delle distinte con l’elenco delle raccomandate consegnate per la notifica, come provato dal timbro dell’ufficio postale, tra le quali c’erano quelle dell’atto di appello destinato alla contribuente. Con l’ordinanza 232 dell’8 gennaio 2019 la Suprema Corte ha cassato la decisione della Ctr affermando che nel processo tributario la prova della notifica a mezzo posta dell’atto di appello si ritiene validamente fornita dall’elenco delle raccomandate con il timbro postale. La veridicità dell’apposizione della data mediante il timbro è garantita dal reato di falso ideologico in atto pubblico e si riferisce all’attestazione di attività compiute da un pubblico agente nell’esercizio delle sue funzioni di ricezione. Inoltre, all’apposizione del timbro datario delle Poste sulla distinta cumulativa non si può attribuire altro significato se non quello di certificarne la consegna all’ufficio postale.
Pronti e online i modelli per la dichiarazione dei redditi. Con un comunicato stampa l’Agenzia delle Entrate ha annunciato la presenza online dei modelli Redditi 2019, con le relative istruzioni, per le persone fisiche, gli enti non commerciali, le società di persone e le società di capitali. Tra le novità , la detrazione del bonus verde, le donazioni al Terzo settore, la nuova gestione delle perdite d’impresa e il passaggio da studi di settore e parametri ai nuovi Indici sintetici di affidabilità fiscale (Isa). Sono disponibili anche i modelli Cnm (Consolidato nazionale e mondiale) e IRAP.
 Dall’Europa
Italiani all’estero, i servizi online. Il Sistema pubblico di identità digitale per la fornitura dei servizi (Spid) può essere utilizzato anche dai nostri connazionali all’estero, alla luce della Convenzione per l’adesione delle Pubbliche amministrazioni allo Spid con l’Agenzia per l’Italia digitale firmata dal Ministero degli Esteri nel mese di gennaio. Le procedure per ottenere le credenziali di accesso sono consultabili sul sito dedicato a Spid. Chi è all’estero può ottenere l’identità digitale da uno degli Identity provider segnalati, avendo a disposizione i documenti necessari o fornendo un numero di cellulare, anche se l’operatore è straniero, un indirizzo email, un documento di identità italiano valido (carta di identità , passaporto o patente) e la tessera sanitaria con codice fiscale o il certificato dell’Agenzia delle Entrate con il codice fiscale vidimato dall’Ufficio consolare. Considerato che dal 1° ottobre 2018 i Paesi membri sono tenuti a riconoscere i mezzi di identificazione elettronica delle persone fisiche e giuridiche che rientrano in un regime notificato di identificazione elettronica di un altro Paese membro, gli Italiani in possesso di Spid avranno accesso ai servizi online di un altro Stato Ue e viceversa.
L’IVA si potrà pagare online. Il Parlamento ha approvato la proposta di ampliare l’uso del Moss (Mini sportello unico), utilizzato per determinare e riscuotere l’IVA sui beni elettronici, le telecomunicazioni e i servizi di radiodiffusione transfrontalieri. Si intende inoltre ampliare l’uso del Moss anche alle aziende che vendono beni tangibili e servizi non elettronici, per farle fruire di un metodo di calcolo e pagamento più efficiente, tramite il quale versare in un unico Stato membro per tutte le vendite nell’Unione e per ridurre i costi. I dati della Commissione europea dicono che le imprese operanti al di fuori del Moss pagano mediamente 8.000 euro l’anno a ciascun Paese membro in cui sono attive: l’ampliamento del sistema Moss potrebbe abbattere i costi per le aziende (di oltre 2 miliardi di euro) e aumentare il gettito IVA degli Stati membri (oltre 7 miliardi di euro l’anno).
Regimi patrimoniali tra coniugi e unioni registrate. Sono operativi e applicabili anche in Italia dal 29 gennaio 2019 i contenuti di due regolamenti Ue (1103 e 1104) relativi al regime patrimoniale tra i coniugi e gli effetti patrimoniali delle unioni registrate. Il regolamento 2016/1103 del 24 giugno 2016 concretizza la cooperazione in materia di competenza, legge applicabile, riconoscimento ed esecuzione delle decisioni per i regimi patrimoniali tra coniugi. Nel regolamento sono comprese tutte le norme applicabili ai regimi patrimoniali tra coniugi e si applica nell’ambito di regimi patrimoniali tra coniugi con effetti transfrontalieri, per garantire alle coppie sposate la certezza del diritto. Il regolamento 2016/1104 del 24 giugno 2016 attua invece la cooperazione nel settore della competenza, della legge applicabile, del riconoscimento e dell’esecuzione delle decisioni in materia di effetti patrimoniali delle unioni registrate: nella Gazzetta Ufficiale Ue del 17 dicembre 2018 è stato adottato e pubblicato il regolamento di esecuzione n. 2018/1990, che contiene i moduli standard per ottenere l’esecutività di una decisione giudiziaria, di un atto pubblico o di una transazione riguardante gli esiti patrimoniali dei componenti delle unioni registrate. Sono esclusi dall’ambito di applicazione del regolamento 1104, tra le altre cose, la capacità giuridica dei coniugi, l’esistenza, la validità e il riconoscimento di un matrimonio, le obbligazioni alimentari, la successione a causa di morte del coniuge e la natura dei diritti reali.
Crescono il  Pil e l’occupazione nell’Eurozona. Nel quarto trimestre 2018 Nella zona euro e nella Ue il Pil è aumentato dello 0,2% rispetto al terzo trimestre, con l’Italia unico Paese in recessione (dati Eurostat): Spagna +0,7%, Francia +0,3% e Germania crescita zero. Sempre nel quarto trimestre dello scorso anno è migliorato il mercato di lavoro, con l’occupazione che è aumentata dello 0,3% rispetto al +0,2% del trimestre precedente: anche nell’intera Unione europea si è registrato un aumento degli occupati dello 0,2%.
Risparmio energetico, edifici più efficienti entro il 2050. E’ stata intrapresa una direzione chiara per il miglioramento del parco immobiliare in Europa, attribuendo al rinnovamento energetico uno spazio prioritario per il futuro, fissato l’obiettivo di costruire edifici pubblici e privati a consumo di energia vicino allo zero entro il 2050, con tappe intermedie per il 2030 e il 2040. L’approvazione definitiva della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia – che genera circa il 9% del Pil europeo con 18 milioni di persone che lavorano nel comparto – obbliga gli Stati membri a elaborare strategie nazionali a lungo termine per sostenere le ristrutturazioni degli edifici, per ridurre le emissioni dell’80-85% rispetto ai livelli del 1990. In tema di mobilità elettrica la nuova direttiva prevede la presenza di almeno un punto di ricarica per veicoli elettrici negli edifici con più di dieci posti auto l’installazione di infrastrutture di cablaggio per la ricarica di veicoli elettrici nei nuovi edifici e in quelli con ristrutturazioni significative. Entro la fine del 2019 la Commissione europea dovrà sviluppare un nuovo strumento che misura la capacità degli edifici di migliorare la propria operatività e interazione con la rete, adattando il consumo energetico alle esigenze reali degli abitanti. In tutti gli edifici (nuovi e già esistenti) ci saranno dispositivi automatizzati per regolare i livelli di temperatura e saranno inasprite le norme sull’ispezione degli impianti di riscaldamento e condizionamento e sull’automazione degli edifici. |