Docenti precari :Elenco di alcuni diritti violati e della dignità calpestata.

                                          

                 

                                            di Francesco Iesu*

 

                                             Diritti violati      

   In tema di modalità di interpello e convocazione per le supplenze, si evidenzia quanto

          appresso:

A)      Per le supplenze  brevi il D. M. n 56/2009  prescrive l’utilizzo del fonogramma da registrare agli atti della scuola , con l’indicazione del giorno e dell’ora della comunicazione, del nominativo di chi l’effettua e della persona che abbia risposto.

       Nella pratica quotidiana, invece, viene utilizzata la tradizionale telefonata, che

       non lascia alcun riscontro e costringe il docente a non allontanarsi mai dal telefono.

B)       Per le supplenze non inferiori a 30 giorni il D.M. sopracitato prescrive l’utilizzo del

       telegramma, con l’indicazione dei dati essenziali relativi alla supplenza, e cioè la

       data d’inizio, la durata, l’orario di prestazione settimanale ed il termine tassativo

       entro cui deve  avvenire il riscontro. Nel caso in cui la comunicazione sia diretta a

       più aspiranti, deve indicare il giorno e l’ora della convocazione, nonché l’ordine di

       graduatoria in cui ciascuno si colloca rispetto agli altri contestualmente convocati.

       Nei casi di supplenze  pari o superiori a 30 giorni, la proposta di assunzione

       condizionata, trasmessa dalla scuola a più aspiranti,  con un preavviso superiore a

      due giorni rispetto alla data di convocazione, oltre che con la presenza dell’aspirante

       nel  giorno e nell’ora indicati, anche con l’accettazione telegrafica o via fax che

       pervenga entro i termini.

      Nella realtà quotidiana, invece,  il telegramma non contiene il termine  del riscontro,

      non contiene l’ordine di graduatoria in cui si colloca l’aspirante e nega la possibilità

      del riscontro tramite  accettazione telegrafica o via fax, imponendo che la mancata

      presenza equivale alla rinuncia della supplenza, così creando un grave disagio

      all’aspirante che molto spesso affronta viaggi inutilmente e che non ha certo il dono

      dell’ubiquità in caso di  più convocazioni per lo stesso giorno.

                                       Dignità calpestata

  In tema di  conferimento d’incarico a tempo determinato, si evidenzia quanto appresso:

  A) Ai precari viene  di sovente assegnata dal dirigente scolastico una classe numerosa ed

       indisciplinata  con un orario di servizio particolarmente gravoso.

  B) I colleghi a tempo indeterminato anziani, abbarbicati alle briciole del loro antico

      prestigio ( anche se entrati in ruolo con leggi speciali e corsi abilitanti fatti in casa) li

      guardano dall’alto in basso, li snobbano, come  esseri inferiori, pur avendo

      conseguito una o più abilitazioni a livello universitario.

 C) Gli alunni e le loro famiglie, che già mostrano poco rispetto per i docenti di ruolo,

       non li rispettano affatto, perché sono precari.

 D) I dirigenti scolastici, in questi ultimi giorni particolarmente solerti a comunicare con

       mal celata soddisfazione le nuove competenze di Brunetta in materia di misura

      disciplinare,  li guardano con distaccata sufficienza.

  E)  La retribuzione, di sopravvivenza per quei pochi che riescono ad avere un incarico

         annuale e di fame per la maggior parte di quelli che hanno solo uno spezzone, viene

         erogata soltanto dopo alcuni mesi, per carenza dei fondi assegnati dal Ministero;

         retribuzione, peraltro, che non è accettata neppure per ottenere un mutuo per

         l’acquisto di  beni mobili o immobili indispensabili  a costituire una famiglia.

   F) I reiterati tagli del personale, che si susseguono annualmente con la stessa rapidità,

       per usare un’espressione manzoniana, con cui “il fulmine tenea dietro al baleno”,

      disposti dalla Stella che illumina il palazzo della Minerva in viale Trastevere,  dicono

      a chiare lettere che nella Scuola non c’è più posto per loro.

Alla luce di quanto sopra, gli omessi controlli ed i drastici provvedimenti penalizzanti dell’Amministrazione scolastica  vengono percepiti come un ingiusto disconoscimento della dignità di ogni educatore, quasi a voler violare il principio universale del rispetto della dignità della persona umana.

Il precariato, infatti,  non è visto più  come una condizione provvisoria destinata ad un futuro di stabilità, ma una  eredità sciagurata destinata a scomparire da una Scuola che ahimè produce studenti universitari che  non di rado abbisognano di corsi di recupero per la lingua italiana.

Il docente, se precario, non sarebbe  più una persona umana, in quanto non è titolare di diritti e di doveri, ma  solo di doveri, per cui non ha diritto a qualsivoglia tutela.

E pensare che, fin dalla nascita delle prime scuole in Mesopotamia (3500 a.C.), al vertice della scuola stava  proprio il “professore”, chiamato anche “padre della scuola”.

E pensare che al tempo dei Greci e dei Romani  gli insegnanti erano esempi concreti del supremo valore della persona umana; ideale che attraverso il Rinascimento è arrivato fino a noi.

Ricordiamo l’importanza del loro ruolo cosi definito da Aristotele:” Insegnare ciò che si è imparato, è la prova del sapere”.

Teniamo sempre presente che, se si scalfisce la dignità dei docenti, di tutti i docenti, anche se precari, si scalfisce il valore della cultura!

*Francesco Iesu. Storico della Scuola.

     (francesco.iesu@virgilio.it)

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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