DE POLI: I NOSTRI OSPEDALI IL PERSONALE SANITARIO VITTIMA DI CONTINUE AGGRESSIONI

Cari amici,
oggi parleremo di un tema che riguarda molto da vicino i nostri ospedali e il personale sanitario vittima di continue aggressioni.
Da mesi ormai in tutta la penisola si susseguono episodi di violenza intollerabili ai quali il Governo ha definitivamente posto un argine attraverso il Decreto per contrastare i fenomeni di violenza contro medici e personale sanitario.
Dopo il passaggio alla Camera il decreto è legge e oggi voglio illustrarvi le ragioni e le norme contenute nel testo.
Questa misura si è resa necessaria a causa del drammatico aumento dei fenomeni di violenza con conseguenze anche gravi per medici, infermieri o forze dell’ordine: +38% negli ultimi 5 anni.
Questa legge è una prima risposta tangibile e tempestiva da parte di Governo e Parlamento per tentare di arrestare un fenomeno che, come abbiamo visto con il caso dell’aggressione a Dennis Ceccato, il carabiniere ferito a Cittadella, mette a dura prova sanitari e forze dell’ordine.
Abbiamo il dovere, come istituzioni, di salvaguardare la professionalità e la qualità del lavoro svolto da medici, infermieri e sanitari, soprattutto dopo i drammatici anni del Covid.
Era doveroso farlo e dobbiamo continuare in questa direzione per migliorare le condizioni di chi lavora in ospedali e strutture sanitarie.
Solo così tuteliamo il diritto alla salute di tutti.
La legge prevede pene più severe in caso di aggressione al personale sanitario o danneggiamento alle strutture: l’articolo 1 prevede il reato di danneggiamento, con il quale si punisce con la pena della reclusione da 1 a 5 anni e con la multa fino a 10.000 euro chiunque, all’interno o nelle pertinenze di strutture sanitarie o socio-sanitarie, residenziali o semiresidenziali, pubbliche o private, con violenza alla persona o con minaccia danneggia il servizio sanitario o socio-sanitario.
La disposizione prevede anche un’aggravante speciale (la pena è aumentata fino a un terzo) che ricorre quando il fatto è commesso da più persone riunite.
L’articolo 2 prevede l’arresto obbligatorio in flagranza e, a determinate condizioni, l’arresto in flagranza differita (sulla base di una documentazione video-fotografica o altra documentazione che attesti in maniera inequivocabile l’atto di aggressione) per i reati di lesioni personali commessi nei confronti di professionisti sanitari.
Secondo un’indagine pubblicata pochi giorni fa dal Sole 24 Ore, nei primi 8 mesi del 2024, non c’è stato un solo giorno in cui un medico o un infermiere, non abbia subito una violenza fisica.
Al primo posto ci sono i pronto soccorso, al secondo gli interventi degli operatori del 118, al terzo i reparti di psichiatria.
Questi numeri siano un monito ad andare avanti e a rafforzare l’impegno collegiale volto a contrastare la violenza contro gli operatori sanitari.