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DAL BATTESIMO D’ACQUA AL BATTESIMO DI FUOCO

Domenica 8 gennaio 2017

DAL BATTESIMO D’ACQUA AL BATTESIMO DI FUOCO

riflessioni pluri-tematiche sul Vangelo della domenica                                              

A cura del Gruppo biblico ebraico-cristiano  השרשים  הקדושים

  1. Dal battesimo di acqua al battesimo in Spirito

Se chiedessimo: Cos’è il battesimo? avremmo qualche risposta, perché battesimo e battezzare sono termini ricorrenti; significano: iniziare, inaugurare; abbiamo così il battesimo dell’aria, di una nave, di un bambino. Battesimo significa inizio. Il sacramento del battesimo ci rende figli di Dio non in senso naturale ma adottivo; l’adozione non è solo esteriore ma interiore, per cui possiamo rivolgerci a Dio e chiamarlo Padre. Questa è la nostra nuova dignità: formiamo la famiglia di Dio. Chi ha adottato un bambino, può meglio  comprendere questa verità. Non si tratta di un’adozione a distanza, ma Dio chiama noi, estranei, nella sua casa, e ci dà tutto: nome, cognome, affetto, vita eterna. Questa scena del battesimo è stata scritta per noi, perché almeno una volta all’anno facciamo memoria di questa misteriosa e dimenticata adozione. Purtroppo, nessuno di noi ricorda il giorno del suo battesimo. E’ un male! Chi di noi ricorda di essere stato profumato con olio benedetto, di avere ricevuto una veste bianca, di avere promesso di seguire Cristo e di rinunziare al male? Ricordi lontani, e perciò è urgente riflettere su quell’inizio della nostra storia di salvezza: da quel momento siamo entrati nella Chiesa, famiglia di Dio. Il battesimo di acqua, di privilegio, di separazione, lo hanno chiesto altri per noi; ma il battesimo di fuoco, di consacrazione, di testimonianza, dobbiamo chiederlo noi.

  1. Riscoprire il proprio battesimo

Dobbiamo riscoprire, come i neocatecumenali, le esigenze e la grandezza della nostra fede. Riconosci, o cristiano, la tua dignità. E’ difficile, perché viviamo in una religiosità scenografica, folcloristica, post-cristiana, ricca di giocattoli religiosi, ma povera di valori autentici. Se pensiamo che la famiglia non è più oggi l’unica agenzia educativa; che i genitori non possono fare scelte definitive per i figli; che molti figli non avranno un’educazione religiosa; che molti genitori chiedono il battesimo per paura o per tradizione o per convenienza (un padrino importante!); se pensiamo che la legge 194 sull’aborto ha provocato un calo demografico; che dobbiamo convivere  con culture e religioni diverse dalla nostra; che verrà introdotta anche in Italia la legge sull’eutanasia, come già è approvata la legge sulle fecondazione eterologa; se pensiamo che solo il 15% di giovani fa riferimento al Vangelo nella vita; che il 70% rifiuta l’etica della Chiesa; che l’80% si stacca dalla parrocchia dopo la cresima … è a tutti evidente che cristiani non si nasce, ma si diventa! I cristiani sono una razza in estinzione? Qualcuno lo sostiene. Tempo di crisi, ma anche possibilità di scelte radicali per Cristo. Diventa sempre più necessario, sotto la dittatura impersonale del Grande Fratello, schierarsi, scegliere, compromettersi. Aut aut!

  1. Gesù si è messo in fila!

Noi oggi viviamo una salutare crisi: da un’appartenenza alla Chiesa di tipo sacrale e sacramentale, noi passiamo ad un’appartenenza alla Chiesa di tipo interiore e responsabile: come Gesù battezzato, consacrato ed inviato ai fratelli. Essere battezzati vuol dire essere mandati; il battesimo è una consacrazione: come Gesù, siamo inviati nel mondo, a denunciare il male, ad annunciare la liberazione. Il battesimo può avere due significati: uno di segregazione e di privilegio; l’altro di consacrazione e di missione. Gesù si è messo in fila insieme ai peccatori, e nemmeno al primo posto. Siamo capaci di vederlo in fila, all’ultimo posto? Gesù si è messo in fila, non ha avuto nemmeno il primo posto, ma è stato ultimo tra gli ultimi, e per questo Dio lo ha esaltato: Ecco il mio Figlio prediletto. Se avremo fatto, oltre alle processioni e alle liturgie, ai canti e alle incensazioni, anche tanti servizi ai fratelli bisognosi, anche noi ascolteremo le parole del Padre: Ecco il mio figlio prediletto. Non ci è lecito cantare il nostro bel gregoriano, se non dopo avere lottato contro ogni forma di sofferenza.

  1. Il battesimo di Agostino

Questo fece Agostino quando decise di ricevere il battesimo dal vescovo di Milano, Ambrogio. Mi piace ricordare quella scelta, come la descrive nel libro IX delle Confessiones. Nella notte pasquale dal 24 al 25 aprile del 387, Agostino fu battezzato insieme al figlio quattordicenne Adeodato. Agostino ha 33 anni! Il battesimo allora veniva a conclusione di una veglia di preghiere, di riti, di canti, che durava sino all’alba. Rivolto all’Occidente, dove la luce tramonta, e perciò simbolo del male, Agostino promette di rinunciare al demonio; poi, rivolto all’Oriente, dove la luce sorge, e perciò simbolo del bene, Agostino promette di seguire Cristo. Poi scende nella vasca battesimale. Intanto gli chiedeva il vescovo Ambrogio: Credi in Dio? Nel Signore Gesù? Nello Spirito Santo? Ed egli accompagnò la triplice risposta Credo con una triplice immersione. Uscito dall’acqua, Ambrogio lo rivestì di una veste bianca, gli lavò i piedi, lo segnò con il santo crisma; infine, accompagnò tutti i battezzati nella Basilica maggiore per l’eucaristia. Il ricordo di quella notte non si cancellò più dalla sua anima: Fummo battezzati e scomparve così ogni nostra preoccupazione riguardante la mia vita passata. Quanto ho pianto di profonda commozione! Mentre le lacrime scorrevano, io sentivo una grande felicità. Buona vita!

 

 

 

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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