Cristo: volto visibile del Dio invisibile
5 gennaio 2025 – Seconda Domenica dopo Natale (C)
* Dobbiamo riflettere ancora sul Natale, in forma meno emotiva e più sapienziale. Oggi la chiesa ci propone letture solenni, frutto di attenta elaborazione teologica. Sembra quasi che la chiesa, preoccupata delle distrazioni natalizie, ci provochi a supplementi di riflessione, a scavi interiori. Naturalmente, non potendo approfondire tutte le verità della Scrittura, faccio una selezione. “Dio è venuto ad abitare in mezzo a noi”. È un messaggio che non ci scuote più di tanto. Questo della “co-abitazione”, meglio, della “in-abitazione” di Dio tra gli uomini è un annuncio divenuto irrilevante. Se una comunità di sieropositivi viene ad abitare vicino ai palazzi dei ricchi, se una famiglia di marocchini viene ad abitare nel nostro bel condominio, se degli zingari appoggiano i loro carrozzoni alle nostre ville di gente per bene … si scatena una rivolta popolare. Al contrario, a chi ci chiede l’indirizzo di casa, con orgoglio aggiungiamo di abitare a pochi metri dalla Meloni o dal presidente Mattarella. La notizia che Dio diventa nostro Inquilino non ci riempie di gioia. Eppure Gesù viene ad abitare tra i suoi. È una provocazione? Dovremo rispedirlo nella sua stalla? Denunciarlo come abusivo? Rimetterlo in croce? Fare finta di niente? Oppure accoglierlo come i pastori, come i magi, come i semplici di cuore, e sperimentare con lui i misteri gioiosi, gloriosi, dolorosi della vita? Siamo liberi di accoglierlo o di rifiutarlo! A quanti lo accolgono, però, Gesù dà la gioia di diventare figli di Dio.
* Va sottolineata questa forte espressione della Scrittura: “Nessuno ha mai visto Dio”. Egli rimane uno Sconosciuto. Noi abbiamo parlato di Dio in maniera troppo presuntuosa e razionalistica. Il Dio della Sacra Scrittura non è quello delle cinque vie di san Tommaso o della prova ontologica di sant’Anselmo, ma è quello contenuto nel Vangelo. Non dimentichiamolo mai: Dio è un essere trascendente, ossia noi non possiamo sapere nulla di Lui, proprio perché si colloca al di là della nostra limitata ragione. Possiamo in qualche modo pensare il Trascendente solo mediante rappresentazioni immanenti, che noi stessi ci costruiamo. Ne consegue che Dio, quando entra nell’ambito della nostra esperienza, diventa oggetto, cosa, statua, libro … Anche se a tali oggetti diamo titoli solenni e divini, come Infinito, Onnipotente, Assoluto, Eterno, Immortale … in realtà, questi titoli esprimono non Dio in sé, ma nostre rappresentazioni del Trascendente. È quello che P. Ricoeur ha definito il processo di conversione diabolica (Della interpretazione): il Trascendente, quando è pensato dalla nostra mente, diventa cosa, viene trasformato in qualcosa di umano, troppo umano. La faccia di Dio non si può vedere (Es 33,23). Nonostante questi limiti invalicabili, cercare Dio, però, non è mai inutile. Queste riflessioni non sono una conclusione pacificante, ma un invito ad una ricerca onesta ed appassionata. Senza fine! BUON ANNO e BUONA VITA!
Le Sante Radici – הקדשים השׁרשים
Per contatti: francescogaleone@libero.it