Creati per la vita, non per la morte!

0 giugno 2024 — XIII Domenica del Tempo Ordinario (B)
Creati per la vita, non per la morte!
1) Abbiamo due episodi; ciò che li unisce sono due termini:

  • la cifra ‘dodici’, indicata come anni di malattia per la donna e
    come età per la figlia del capo della sinagoga. Il numero ‘dodici’,
    lo sappiamo, è il numero che rappresenta le dodici tribù di
    Israele, quindi, indica tutto il popolo;
  • l’altro termine è ‘figlia’, adoperato da Gesù per la donna che
    viene guarita e per la figlia del capo della sinagoga. In entrambe
    le situazioni Gesù guarisce attraverso una trasgressione: Gesù tocca la mano della bambina già
    morta (ed era proibito nel Libro del Levitico toccare un cadavere!) e questa ritorna in vita; nel
    secondo brano, è la stessa donna che compie questa trasgressione. Qualche sottolineatura:

“Da dietro gli toccò il mantello: Gesù avverte che una “forza era uscita da lui”, e chiede: “Chi mi
ha toccato le vesti?”. Cosa vuole dire l’evangelista? I discepoli sono accanto a Gesù, ma non gli sono
vicini, loro lo accompagnano, ma non lo seguono. Non basta stare fisicamente accanto a Gesù per
riceverne la forza della vita.
“La tua fede ti ha salvata”. La tua fede? La donna ha trasgredito un precetto religioso; eppure per
Gesù è un gesto di fede! Dio non si concede come un premio per la buona condotta, ma come un
dono. Il premio dipende da chi lo riceve, il dono dalla generosità del donatore. E quindi nessuno si
può sentire escluso dal Signore. E non solo. Gesù non la manda al tempio a offrire i due colombi
come era previsto dalla legge, ma le dice “Va’ in pace!”. Va’ verso la felicità!
“Risurrezione” dei corpi, non solo “immortalità” dell’anima
2) I primi cristiani, quando annunciavano la vita eterna, trovavano forse un terreno favorevole,
perché la filosofia dell’epoca affermava l’immortalità dell’anima; era un praeambulum fidei, ma
anche un pericolo: l’immortalità veniva pensata in termini spirituali, invece, il cristiano crede nella
risurrezione dei corpi. Oggi parlare d’immortalità, risurrezione… può suscitare il sorriso. Proprio
quanto accadde a Paolo ad Atene: venne deriso come un ciarlatano e lasciato solo. “Su questo
argomento ti sentiremo un’altra volta!” (At 17,16). Una certa filosofia, antica e moderna, si è
sforzata di fare accettare la morte con razionale serenità. Viviamo per morire, siamo destinati alla
morte. Gesù non dice: “Preparati a morire!”, ma “Preparati a vivere!” perché dalla cenere germoglia
la vita. Gesù non è un “persuasore di morte” (peisithànatos). La sua risurrezione ci assicura che la
morte è anche una soglia aperta sui cieli nuovi e sui mondi nuovi. I santi l’hanno compreso, ecco
perché, accanto ad espressioni di angoscia, troviamo esempi di pace, addirittura parole di desiderio,
come quelle dell’apostolo Paolo: “Desidero morire per incontrarmi con Cristo” (Fil 1,23), e di
Francesco di Assisi che lodava il Signore “per sora nostra morte corporale”. Ricordiamo, infine, che
“cimitero” in ebraico si dice “Casa della Vita”: i “cimiteri” sono in realtà solo “dormitori”, cioè luoghi
in cui si dorme in attesa del risveglio. Quando entriamo in un cimitero, ci dobbiamo sentire
circondati da una immensa folla di “dormienti” che attendono, come noi, il giorno della risurrezione.
La bambina ebrea del racconto evangelico, di cui ignoriamo il nome, è la nostra piccola antenata.
Ancora oggi, dopo duemila anni, essa non è morta, ma dorme. BUONA VITA!
Le Sante Radici – השׁרשים הקדשים
Per contatti: francescogaleone@libero.it
Sabato 29 giugno 2024, ore 17.30, il Gruppo Biblico “Le Sante Radici” –
השׁרשים הקדשים conclude le sue attività, con la celebrazione dell’Eucaristia in
rito cattolico, con canti e lingua ebraica. Saranno consegnati ai corsisti gli
attestati di studio e seguirà un momento di convivialità. Vieni! Sarà una
forte esperienza di cultura e di fede.
Prof. ssa Maria Rosaria FAZIO Don Franco GALEONE
➢ Orario: sabato 29 giugno 2024, alle ore 17.30
➢ Luogo: Istituto Salesiano Via Scarlatti 29 – Napoli
➢ Invito: portare tutti qualcosa da consumare insieme

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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