CORRESPONSABILITÀ E BUONA PARTECIPAZIONE. ECCO LA CURA PER CASERTA
Un serata intensa, quella tenutasi ieri al ristorante “il Cortile” dove, nonostante l’assenza del sindaco di Bacoli, Josi della Ragione, si è avuta l’occasione per potersi confrontare insieme alle forze dal basso della città . Gli interventi mirati di Giuseppe Vozza e Pietro Sebastianelli hanno fornito le giuste idee per allargare il campo dell’azione operativa che Speranza per Caserta dovrà portare avanti, fino ed oltre le prossime elezioni comunali.
L’esperienza dell’amministrazione casagiovese degli anni ’90, con consiglio comunale dei ragazzi, avente a disposizione parti del bilancio comunale, e le buone prime prove di raccolta differenziata, già all’epoca, dimostrano quanto la gestione di una città non possa prescindere dalla corresponsabilità di tutte le sue parti, e dunque dalla partecipazione che, come ha ricordato Pietro Sebastianelli del laboratorio MillePiani, rimane un concetto immobile se non stimolato all’azione. Sebastianelli ha poi sottolineato l’importanza di aver ben chiaro, davanti a sé, il proprio avversario politico, al fine di poter dar concretezza all’azione partecipativa della collettività .
La serie di interventi è stata così chiusa dal candidato sindaco di Speranza per Caserta e l’Altra Europa, Francesco Apperti, che ha ricordato esempi recenti di partecipazione attiva, come la fase preliminare di redazione del Piano Urbanistico, sottolineando lo scarso risultato del tentativo, dovuto all’assenza di un collante con le azioni dal basso, tra l’amministrazione e i cittadini, ed ha inoltre riproposto la necessità di realizzare una struttura interna alla macchina comunale che renda protagoniste le volontà dei cittadini. È il caso del progetto Open Polis, una piattaforma informatica che fornisce in tempo reale le informazioni sulla vita amministrativa di consiglieri, giunta e sindaco. Progetto già attivo in parlamento e piú volte rivendicato da SpC e l’Altra Europa. Altre forme di partecipazione diretta, proposte e sempre rilanciate da Speranza e l’Altra Europa sono, inoltre, il regolamento Labsus, sulla gestione partecipata dei beni comuni, già presente nel programma politico e nel codice etico dello stesso Movimento, ed il bilancio sociale partecipato, in cui l’amministrazione decide di destinare fondi del bilancio annuale ad associazioni e cittadini, che avranno il compito poi di tradurle in azioni e realizzazioni per la città .
Durante l’incontro c’è stata inoltre la possibilità di confrontarsi su temi costantemente presenti nella vita pubblica di questa città , come il disastroso sistema di mobilità pubblica, elemento democratico ed orizzontale tra i cittadini, gestito in maniera pessima e riscattabile attraverso un rinnovo del sistema pubblico dei trasporti, rendendolo fruibile e gratuito a tutta la città , ribaltando di fatto lo stato attuale delle risorse destinate alla mobilità forte rispetto al servizio pubblico e alle forme alternative di mobilità .
Altro tema caldo è stato il Macrico. L’enorme area verde nel centro della città , oggi in assoluto degrado e che rischia di diventare un parco tematico di proprietà del comparto dell’aerospazio, ha sempre destato fumosità per le valutazioni economiche fatte e per il chiacchiericcio da spot elettorale. Speranza è invece impegnata sulla sua concreta proposta, già avanzata, di esproprio dell’area attraverso il pagamento di una cifra, nettamente inferiore agli assurdi 40 milioni di euro, riprendendo un’iniziativa avviata in epoca Petteruti, ma fallita e messa a tacere.
Al dibattito, condotto da Francesca Scafuto, hanno partecipato ed arricchito il confronto, cittadini della società civile provenienti da comitati e associazioni, veri presidi sul territorio, come il comitato Città Viva, il laboratorio Millepiani, l’ex Canapificio, ma anche la LIPU, le Agende Rosse, il collettivo studentesco Scira e membri del Movimento 5 Stelle, portatori tutti della responsabilità civile che dovrà rispondere ai bisogni della città e dei cittadini, abbandonati dai partiti e dalle logiche di palazzo