Chi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.
XXXI Settimana del Tempo Ordinario
+ VANGELO (Lc 14,25-33)
Chi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro: «Se uno viene a Me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a Me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”. Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace. Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo». Parola del Signore
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Meriti sono qualità spirituali che valgono molto davanti a Dio, con le preghiere costanti, umili e fiduciose, poi le opere lodevoli che permettono di ricevere subito in questa vita grandi ricompense da Gesù, e poi la vita eterna.
Pensate al valore davanti a Dio di Padre Pio e di un eretico. Il Santo è grande e ottiene tutto da Dio, l’eretico è perduto ed è lontano da Dio…
Guadagnare meriti davanti a Gesù significa vivere il Vangelo, possedere valori morali, praticare le virtù, essere un cristiano onesto.
I dati che arrivano dalla società sono nettamente fomentatori di una vasta tendenza contraria ai valori cristiani, tutto il circo mediatico sembra essersi accordato per danneggiare irrimediabilmente la Chiesa Cattolica. Se poi si trovano implicati anche personaggi della gerarchia della Chiesa, il quadro è completo.
Nel mondo c’è una lotta spirituale tra il Bene e il Male, ogni persona è schierata da una parte, anche se molti si affannano per trovare una definitiva collocazione, nessuno può ritenere la sua attuale collocazione come quella finale.
Occorre una forza spirituale superiore per rimanere nel Cuore di Gesù e respingere tutti gli attacchi subdoli che arrivano dal mondo.
La mentalità corrotta di oggi arreca molto dolore soprattutto ai buoni, solo i buoni hanno un’anima «attiva», che ama e conserva i buoni sentimenti.
Si intravede il Bene che compiono i buoni non solo dalle opere, perché è facile fare una buona azione e ritenersi scusato davanti a Dio; si capisce dall’impegno spirituale personale, dalla corrispondenza alla Volontà di Dio, da come affrontano la vita, dalle reazioni dinanzi alla malattia, dalla vita onesta e sincera che conducono.
La Croce è il simbolo e il segno del cristiano perché in essa si è consumata la Redenzione del mondo. Gesù ha usato l’espressione «portare la croce» in varie circostanze per insegnare quale doveva essere l’atteggiamento dei suoi discepoli dinanzi al dolore e all’avversità.
Ognuno di noi ha le sue croci, i più spirituali comprendono la differenza tra quelle che si confezionano da soli per gli errori di valutazione e le cantonate tragiche, da quelle che arrivano dal mondo egoista e che devono controllare con amore, anche sopportarle sempre con amore.
Croci incise nei loro cuori che arrecano avvilimenti e ansie.
Il dolore, nelle sue varie manifestazioni, è una realtà universale, e l’esperienza ci insegna che tutte le creature, poveri e ricchi, giovani e anziani, uomini e donne, soffrono per cause e motivi diversi. C’è da sottolineare per quale motivo si soffre e in che modo si soffre.
L’identica sofferenza viene vissuta in modo opposto da due persone che hanno una diversa spiritualità, questo è scontato. Esse percepiscono il dolore in modo difforme, quindi c’è serenità in una persona e disperazione, rabbia nell’altra. Ecco la grande importanza della Fede e della preghiera.
L’odio e la vendetta che trionfano nel mondo crescono nelle anime prive dell’Amore di Dio, sono persone con tanta collera dentro e non trovano pace in nessuna circostanza.
NOI COMPRENDIAMO CHE SIAMO CHIAMATI PER AMORE, MEDIANTE LA SOFFERENZA E LA MORTIFICAZIONE VOLONTARIA, A COMPLETARE NEL NOSTRO CORPO LA PASSIONE DI CRISTO, ACCETTANDO CON SPIRITO BENEVOLO DI SOPPORTAZIONE LE AVVERSITÀ E TUTTE LE CATTIVERIE CHE CI ARRIVANO.
CI PENSERÀ DIO A DARE AI CATTIVI QUELLO CHE MERITANO, QUESTO AVVERRÀ SENZA DUBBIO, È LA GIUSTIZIA DI DIO.
In questa nostra lotta, Gesù e la Madonna sono sempre con noi, vinciamo il Male con la preghiera e il perdono che diamo nel silenzio del cuore.
Ricordate che l’albero spirituale deve essere ricolmo di molti frutti.
Le sofferenze ci aiutano a essere più distaccati dai beni della terra, dalla mentalità vecchia ed egoista. Possedendo Gesù ci sentiamo appagati e gioiosi anche nelle sofferenze.
Le difficoltà e le afflizioni che patiamo ci inducono a ricorrere con più prontezza e costanza alla Misericordia Divina. Il Santo Rosario ci salva.