Cervino-Cultura al Ristorante Guardanapoli

CERVINO. GRAN POMERIGGIO AL RISTORANTE-LETTERARIO “GUARDANAPOLI” PER LA PRESENTAZIONE DEL TESTO “CAMPANÌ E CAMPANҔ, SOTTOTITOLO “piccole storie grandi a Durazzano” DI ENZA IADEVAIA.

Un pomeriggio, che pomeriggio, al ‘GuardanapoliÂ’, trasformato in ristorante-letterario! LÂ’occasione, una grande occasione, la presentazione del testo di Enza Iadevaia, titolato “Campanì e campanò”, sottotitolo “piccole storie grandi a Durazzano”, edito da “Lulu com”. Grafica decisa, in bianco e nero, straordinaria la particolarità delle foto dei protagonisti, insolito ed emozionante lÂ’idioma durazzanese, tradotto in italiano ed inglese. Tutti elementi che affascinano, incantano, attraggono e, non consentendo distrazioni di sorta, si lasciano scorrere piacevolmente, leggere tutto dÂ’un fiato e permettere anche al lettore meno incline una degna speculazione. Nove storie o, per dirla alla Iadevaia, “Durazzano in 9 facce, 18 occhi, 18 mani”. Storie emozionanti, cariche di pathos, uniche, pregne di umanità e di rimpianti, di gente semplice, orgogliosa, rispettosa, di cuore, sostenuta da una incredibile forza morale da affrontare nuovi sacrifici lontano dai luoghi natii, in posti fino ad allora sconosciuti, altrettanti ‘puntiniÂ’ sulle carte geografiche, raccolte in un volumetto di 55 pagine, pagine intense, piene di calore umano e di passione. Un volumetto fatto con amore, sì, con amore, parola quasi desueta, avendo lasciato campo libero nella quotidianità, sia negli ambienti di lavoro che nellÂ’intimità, ad altre, moderne, entrate nel comune lessico quotidiano, con i racconti, vere testimonianze rese da nove onorati figli del popolo, protagonisti, malgrado tutto, di unÂ’epoca ormai tramontata, ricordata e raccontata mille volte e forse più ai piccoli nelle interminabili ore invernali trascorse al tepore di un accogliente focolare su cui brillava una rutilante fiamma o negli afosi pomeriggi estivi passati a crocchio a rammendare oppure, nei giorni stabiliti, presso lÂ’antico lavatoio comunale a sciacquare i panni. Storie che, a leggerle e sviscerarle, sebbene lÂ’idioma è diverso, sono adattabili a tanti altri personaggi di altri paesi – basta soltanto sostituire i nomi – che hanno come denominatore comune lÂ’ameno mondo bucolico. Insomma, tutto da sfogliare: per i ‘raccontiÂ’ – passati ora alla Storia – ma chissà quante volte ripetuti con ardore ed intensità sempre maggiori e conditi, man mano che venivano replicati, da episodi e frammenti vari, frutto a volte di fantasia a volte recuperati da altri e fatti passare per propri dai questi personaggi, singolari ed unici, interpreti e parte viva di un particolare periodo condensato in uno spaccato storico che molti preferiscono dimenticare e/o non aver vissuto, rappresentando un arco di tempo buio, ed anche per lÂ’elevato valore culturale e pedagogico e per i riferimenti ai luoghi, agli usi, ai costumi, alle condizioni di vita. E la lettura, con la storia di ciascuno – difficilmente in una storia troviamo ripetuti un termine, una parola, un aggettivo letti in unÂ’altra – dei nove personaggi, gente semplice, orgogliosa, rispettosa che ha meritato lÂ’attenzione entusiastica, emozionale, passionale di Enza Iadevaia, è piacevole, leggera, commovente, rievocativa. AllÂ’autrice, così esile, così minuta, come dire, ‘tascabileÂ’, di incredibile talento, grintosa, tosta, ammirevole per quel suo modo di fare, di non arrendersi e combattere con tutte le forze per centrare gli obiettivi prefissi, carica di entusiasmo, determinata, impegnata nel tentativo di mettere una pezza allÂ’attuale, scottante tema dellÂ’ecologia, una che crede in una rivoluzione radicale dei valori, decisa a dare una svolta ed a cercare di cambiare questo sozzo mondo di cui porta addosso segni evidenti ed intimamente ancora inespressi, va lÂ’incommensurabile merito di averle scritte queste storie che si sono trasformate in leggende.