CASTEL VOLTURNO. Magi: “Si percepisce il cambiamento in città”

Tano Grasso e Raffaello Magi

 

 di Massimiliano IVE

CASTEL VOLTURNO. Nella sala consiliare di Castel Volturno G.Rega, si è svolto ieri il meeting culturale promosso dai ragazzi dei Villaggi Globali rappresentati da Raffaele Cortile e Daniele Manzo, dall’associazione Antiracket “Mimmo Noviello”, con la collaborazione dell’ISIS di Castel Volturno, nel quale è stato presentato il nuovo libro del magistrato Raffaello Magi, “Dentro la giustizia” edito da L’ancora del Mediterraneo.  A presentare gli ospiti della serata, il presidente della FAI Tano Grasso e il giudice Raffaello Magi, il cronista Vincenzo Ammaliato. Innanzi ad una sala consiliare ricolma di rappresentanti delle associazioni di Castel Volturno, nonché di forze dell’ordine e dei ragazzi dell’ISIS della cittadina rivierasca, il presidente della Fai, Tano Grasso ha presentato il testo del giudice Magi definendolo “Il primo strumento di degomorrizzazione di Gomorra”.  “Caro Magi – ha precisato Grasso – il tuo lavoro è un’autentica operazione culturale al fine di parlare di Gomorra ,in primis, non enfatizzando il fenomeno”. In effetti nell’analisi critica del testo, Grasso ha esaltato due caratteristiche fondamentali dello scritto del magistrato. Da quanto enunciato, in effetti, l’ultimo lavoro del giudice Magi, è caratterizzato dalla descrizione di Gomorra, non come male assoluto. “Vi è nel libro di Magi l’osservazione critica dei fatti, secondo una descrizione storica del fenomeno che offre spunti di riflessione e di dibattito”.  In secondo luogo Grasso ha sottolineato anche il piacere di constatare l’assenza di “enfasi del rischio” nella descrizione degli episodi vissuti dal giudice Magi nello svolgimento del suo lavoro contro i clan locali. Al di là dei pregi del testo, Tano Grasso ha ampliato il discorso sulla camorra e sulla lotta alla criminalità palesando all’amico magistrato, la necessità di discutere e affrontare la Camorra intervenendo sul cosiddetto “Blocco sociale”. “Occorre parlare e attaccare i fiancheggiatori e tutto il tessuto sociale che contribuisce alla riproduzione o rigenerazione della camorra” – ha aggiunto Grasso. “La camorra non è solo Zagaria o Schiavone, ma sono tutte quelle forze culturali e sociali, nonché politici e imprenditori che sono le ragioni di forza del clan. Al di là degli omicidi occorre parlare di questo”.  Dopo una serie di domante presentate dagli alunni dell’Isis di Castel Volturno è stata la volta del magistrato Magi che ha presentato così il suo lavoro: “Questo libro è un po’ come un vaccino… spiega il lavoro che deve essere svolto e che ha svolto il comparto giudiziario nella lotta ai clan. Ci sono alcuni riferimenti autobiografici, ma in definitiva si esalta il metodo di lavoro svolto nella lotta a Gomorra all’interno del palazzo di giustizia. E’ una sorta di prontuario o manuale per i profani del meccanismo giudiziario. L’intento infatti è stato quello di ridurre le distanze tra le persone che pensano che sul caso Gomorra è stato già scritto o deciso tutto, nonché per quei lettori che pensano che i magistrati quando scrivono lo fanno per fini di carriera o per svolgere attività politica. In fine dei conti nel mio libro si ricostruisce la verità giudiziaria dei fenomeni criminali e credo, come si palesa nel testo, che questa verità nasca dal processo che è strumento ideale per l’accertamento del fatto. Il processo – precisa Magi – è uno dei pochi canali o strumenti utili per conoscere la dinamica dei fatti quando si affrontano le vicende criminali che hanno caratterizzato il nostro territorio. Ci sono vicende che parlano del monopolio degli inerti, come delle cave, del calcestruzzo e la catena si chiude con gli appalti pubblici”.

Come può cambiare Castel Volturno? Quali premesse ci sono per il cambiamento?

“Penso che si può parlare di cambiamento se questo parta dal basso mediante una rivoluzione culturale. In tale senso Castel Volturno ha perso varie opportunità. Non bisogna sempre aspettare che lo Stato contribuisca al cambiamento, ma il cambiamento deve provenire da noi. Come uomo di giustizia, quindi di Stato, posso dire che per cambiare è utile concedere o dare dei pezzi di verità. Dal punto di vista politico, forse, occorrono cambiamenti anche nei rapporti sulla gestione territoriale, nonché sui beni confiscati alla camorra. Occorre certamente una volontà politica di pianificazione e di interventi con imprenditori sani che creino un indotto sano nella gestione produttiva”. Sul coraggio di essere magistrati in questo contesto territoriale, Magi ha sottolineato: “Il coraggio si prende dalla ragione, nonché dalla convinzione di svolgere il proprio lavoro”. Sul caso Castel Volturno, poi ha aggiunto: “Credo fortemente come ha sottolineato Grasso, che occorra degomorrizzare Gomorra e credo che a Castel Volturno si possa giungere a questo risultato, in quanto si percepiscono segnali di cambiamento per il territorio, dopo l’opera svolta dallo Stato”. 

 

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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