Castel Volturno- Emergenza ambientale ed igienico-sanitaria – Presenza di carogne di vitelli
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Al Commissario Straordinario della ASL Caserta
Dott. Menduni Paolo
Caserta
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All’Assessore alla Sanità della regione Campania
Commissario ad Acta On. Stefano Caldoro
Napoli
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All’Assessore all’Ambiente della Regione Campania
On. Giovanni Romano
Napoli
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All’Assessore all’Agricoltura della Regione Campania
On. Vito Amendolara
Napoli
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Al Presidente della Provincia di Caserta
On. Domenico Zinzi
Caserta
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All’Assessore all’Ambiente della Provincia di Caserta
Prof. Dott. Umberto Arena
Caserta
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All’Assessore alle Politiche Sociali e Sanitarie
Problematiche Litorale Dominio
Avv. Rosa Di Maio
Caserta.
 All’Assessore all’Agricoltura della Provincia di Caserta
Dott. Ettore Corvino
Caserta
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Al Presidente dell’ARPA Campania
Napoli
e. p. c. A S.E. il Sig. Prefetto di Caserta
Dott. Ezio Monaco
Caserta
  Com’è noto, è frequente il riscontro della presenza di carogne di animali morti sulle spiagge del litorale di questo comune, in special modo alla foce dei Regi Lagni e del Volturno; quindi è da ritenersi che siano trasportati dalle acque di questi corpi idrici non si sa bene da dove, visto che gli stessi attraversano tanti comuni della provincia, dall’Alto Casertano, al Beneventano, al Basso Volturno e all’Agro Aversano, nei quali è presente l’allevamento bufalino. Nella maggior parte dei casi si tratta di carogne di vitelli maschi bufalini dei quali non si riesce mai a determinare l’origine in quanto privi di matricole auricolari o di boli endoruminali.
Questo fatto rende evidente che degli allevatori bufalini si disfano di animali morti per qualche malattia o uccisi alla nascita, senza minimamente tener conto delle vigenti normative in materia di:
– anagrafe del bestiame:Â DPR 317/96, Reg. CE 1760/2000 e D.M. 31 gennaio 2001;
– Polizia Veterinaria:Â DPR 320/54;
– smaltimento dei sottoprodotti di origine animale: Reg. CE 1774/2002.
Oltre al rischio per la diffusione di malattie fra gli animali o di zoonosi ( malattie
trasmesse dagli animali all’uomo o viceversa) è evidente anche quello sull’ambiente e,
non da ultimo, quello sul turismo che rappresenta l’aspetto più importante
dell’economia locale.
Neanche è da trascurarsi l’effetto negativo sull’immagine delle produzioni locali fra cui proprio la mozzarella di bufala che la fa da padrona in quasi tutta la provincia.
 Infine non va sottaciuto il grave danno per le casse dell’Ente che deve provvedere a smaltire carogne di animali provenienti da altri comuni della provincia.
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Rispetto a tale gravissima problematica questo Ente può solo intervenire per lo smaltimento delle carcasse e per l’espletamento di indagini tramite la Polizia Locale con risultati sempre negativi. Inoltre vengono investiti i competenti servizi della ASL che seppure si attivano alla bisogna, per i motivi sovraesposti, riescono si, laddove possibile, a diagnosticare la causa della morte senza però mai svelare l’origine delle carogne.
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E’ chiaro che alla luce della attuale situazione si rende urgente lo studio e l’attivazione di strategie diverse che vedano investiti tutti gli Enti le SS. LL. rappresentano, in quanto direttamente o indirettamente depositari di competenze e responsabilità  per aspetti generali e/o particolari di tale problematica.
A tale scopo lo scrivente intende dare un contributo alla luce delle normative sovraesposte e di altre all’interno della programmazione della Regione Campania per quanto attiene soprattutto i PSR ( Piani di Sviluppo Rurale).
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A riguardo delle possibilità di azioni preventive all’interno degli allevamenti effettuate dalle ASL, stanti le previsioni normative in materia di anagrafe bufalina, sarebbero possibili controlli mirati incrociando i dati riferiti ai parti delle bufale rispetto all’inclusione dei nuovi nati nella Banca dati Nazionale ecc..
 In una situazione normale, in tutti gli allevamenti, troveremo una situazione nella quale:
-          il numero di nati di sesso maschile e femminile pressoché uguale;
-          la quasi totalità delle bufale, mediamente, partoriscono una volta ogni 14-16 mesi;
-Â Â Â Â Â Â Â Â Â tutte le bufale in lattazione risultano partorite da non oltre 14-16 mesi;
-Â nel caso di aziende che destagionalizzano potremo avere un ampliamentoÂ
  dell’interparto non oltre i tre-quattro mesi ;
-Â Â Â Â Â Â Â Â Â le procedure di attuazione del Reg. CE 1774/2002 per lo smaltimento dei sottoprodotti
 di origine animale vengono attivate per capi adulti e vitelli deceduti causa di malattia.
Invece , nella attuale situazione, si potrebbero riscontrare molti allevamenti nei quali:
-Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â vengono anagrafate quasi solo vitelle femmine;
-Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â solo una parte delle bufale risultano partorite;
-Â Â Â Â Â Â Â Â Â molte bufale sono in lattazione pur non avendo partorito da anni;
-Â Â Â Â Â Â Â Â Â le procedure di attuazione del Reg. CE 1774/2002 per lo smaltimento dei sottoprodotti
  di origine animale vengono attivate quasi esclusivamente per capi adulti deceduti a Â
  causa di malattia.
Queste considerazioni rendono evidente che interventi mirati da parte delle ASL potrebbero rivelarsi estremamente utili alla risoluzione del problema.
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A riguardo delle possibilità di sostegno e sviluppo all’interno della programmazione della Regione Campania si potrebbero stabilire misure atte ad incentivare l’allevamento per la carne dei vitelli maschi nei vari allevamenti, oppure alla raccolta degli stessi per poi allevarli per la produzione di carne, oppure, anche, incentivando la produzione di carni o prodotti a base di carni di vitelli bufalini, anche neonati.
Castel Volturno, lì 01/03/2011.
                                                                                                             Il Sindaco
                                                                                             Antonio SCALZONE
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