CASERTA. PRESENTATO ED ILLUSTRATO PRESSO LA CCIAA IL PROGETTO Sicur@mente REALIZZATO IN SINERGIA FRA L’E.B.A.C. E L’INAIL – DIREZIONE REGIONALE PER LA CAMPANIA.
di
Mattia Branco
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Pubblicato Giugno 20, 2014
· Aggiornato Giugno 20, 2014
Singolare debutto nel campo della sicurezza sui luoghi di lavoro da parte dell’E.B.A.C. Campania che, nel corso di un seminario, il primo in assoluto tenuto presso la Sala Consiglio della CCIAA di Caserta ed al quale hanno preso parte Fabrizio Luongo e Bruno Milo, presidente e direttore E.B.A.C. rispettivamente, Giuseppina Mele, coordinatrice del Progetto Sicur@mente, Alfonso Cangiano, direttore della sede INAIL di Caserta, e Raffaele d’Angelo, coordinatore CONTARP INAIL Campania, ha presentato il Progetto Sicur@mente, sviluppato in sinergia con la Direzione Regionale dell’INAIL previo accordi intercorsi tra CGIL, CISL, UIL e CNA,Confartigianato, CLAAI e Casartigiani, relativamente all’applicazione delle Leggi 626/94 e 81/08 e quanto pubblicato sulla speciale materia nella G.U. dell’11/01/2012. La validità del progetto – un’alleanza fra imprese e l’Istituzione [spesso, in passato, è mancato il dialogo fra Istituzioni ed imprese sicché è potuto accadere che: a) qualche impresa è saltata per un nonnulla; b) le imprese vivono la paura degli interventi delle Istituzioni le cui azioni appaiono come punitive] – è stata certificata dal valido e cospicuo numero di presenti in sala che hanno seguito le varie fasi dei lavori con partecipato interesse e particolare attenzione e, infine, dialogato con i relatori. Sia pure ‘leggermente’ in ritardo rispetto a tante altre sigle che, avendo subito recepito l’essenza ed i risvolti, intesi anche come business, si sono date da fare nel promuovere corsi di formazione in materia di prevenzione e sicurezza, certificandone la partecipazione (in proposito, perché – lo domandiamo a chi ha rivolto, almeno così ci è sembrato di aver sentito, delle ‘critiche’, degli ‘strali’ all’indirizzo di ‘diplomifici’ che sottenderebbero ‘corsi fantasma’ – nessuna denuncia è stata fatta?), da quanto ascoltato e visto, il Progetto Sicur@mente, attuato dall’E.B.A.C., anche se è l’ultimo, in ordine di tempo, ovviamente, di una serie di provvidenze e di contributi offerti sia alle aziende associate che ai lavoratori dipendenti delle stesse aziende, è invitante, vantaggioso ed offre ogni garanzia possibile e immaginabile. Il progetto, partendo dal principio che ‘la sicurezza ha un valore economico straordinario e non è un optional nonostante la crisi’, ha come fine l’acquisizione, lo sviluppo e la crescita della cultura della sicurezza ‘dentro’ le aziende artigiane. Nel ‘senso che’ – come ha sottolineato Giuseppina Mele – ‘la sicurezza deve diventare organica all’azienda; va fatta, non rispettata, anche attraverso una capillare informazione che può essere acquisita da quanto riportato nel testo realizzato e proposto, molto agevole da leggere e da guardare, dove ciascun interessato può cogliere quelle notizie utili per lo scopo che ci si prefigge’. A seguire l’intervento del direttore della sede provinciale dell’INAIL, Alfonso Cangiano, il quale, dopo aver illustrato gli ultimi impegni (formazione, informazione, finanziamenti) demandati all’Istituto che, qui a Caserta, guida con saggezza e competenza, e le provvidenze, in termini economici, erogate alle piccole e medie aziende che si adoperano nell’attuare sui luoghi di lavoro di pertinenza quanto dovuto in termini di prevenzione e sicurezza, ha affermato che ‘alle norme bisogna sempre prestare un’attenzione particolare e stare attenti significa evitare il rischio, prevenire un eventuale pericolo’. A tutto tondo la relazione di Raffaele d’Angelo, coordinatore CONTARP INAIL Campania: dall’evoluzione delle competenze dell’INAIL in campo nazionale ai riferimenti – affinità e discordanze – con gli altri Paesi europei, agli strumenti messi in atto negli anni per incentivare gli imprenditori, artigiani compresi, che si devono scrollare di dosso di ‘pensare soltanto agli adempimenti da compiere in maniera formale, adempimenti che diventano poi sostanziali quando succede qualcosa; bisogna evitare che questo succeda perché i costi cadono sull’impresa, sicché l’imprenditore deve convincersi: 1) di investire in prevenzione e sicurezza dal momento non può defilarsi dalle consequenziali responsabilità ; 2) che l’INAIL cerca di sensibilizzare le aziende (si devono preoccupare di ridurre il rischio infortuni), specialmente quelle artigiane, ad ottenere i finanziamenti messi a disposizione dall’INAIL, toccandole sotto l’aspetto economico; 3) che il progetto con l’Ente bilaterale è nato dal particolare che in sede regionale si possono utilizzare mezzi per la cultura della sicurezza e progetti di ricerca; 4) che il filmato sulla valutazione dei pericoli nei comparti agroalimentare e calzaturiero non è altro che la prova di quanto detto’. Correvano i favolosi anni ’60, scanditi dalla rivoluzione industriale, dalla consequenziale occupazione e dalle successive rivendicazioni salariali, quando prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro erano regolate dai DD. PP. RR. 547/55 e 164/56 e, relativamente a determinati settori, affidate all’ENPI – si ‘reggeva’ anche con un contributo economico da parte dell’INAIL – cui era demandato il compito di promuovere, sviluppare e diffondere la prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, in uno all’igiene del lavoro. Dopo la seconda metà degli anni ‘60, l’INAIL, secondo un progetto del sen. Giacinto Bosco, all’epoca ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale, aveva i giorni contati: dato per scontato il ‘passaggio’ all’ENPI. È stato quest’ultimo, invece, a pagare pegno. Una volta sciolto, le competenze vennero attribuite al servizio sanitario nazionale. Una decisione fuori da ogni logica ed umana comprensione, di una contraddizione macroscopica, mai sanata, che consente a ciascuna ASL di controllare se stessa: un classico esempio gli ispettori ASL che effettuano sopralluoghi e controlli presso gli ospedali rientranti nella sfera di competenze delle ASL. All’INAIL, rimasto a guardare, il contentino: ai compiti di cui al D.P.R. n.1124/65 e successivi, sono stati aggiunti altri, dalle sfaccettature didascalico-pedagogiche. Ritornando al Seminario, Bruno Milo, direttore E.B.A.C., ha chiuso la serie degli interventi evidenziando ‘l’importanza di lavorare assieme all’INAIL, la bontà del tema del progetto che deve stimolare la capacità degli artigiani non solo a far propri i progetti ma anche ad applicare le norme, la partecipazione alla formazione finalizzata non già a ritirare un diploma da appendere ad una parete bensì ad acquisire ogni elemento utile da mettere in pratica per eliminare eventuali fonti di rischio’. Fonti di rischio con le quali per anni si è convissuto nella quotidianità e pertanto difficilmente rilevabili fino agli albori della rivoluzione tecnologica che, ad oggi, ha conseguito risultati allora impensabili. Vedere il bellissimo filmato realizzato da Raffaele d’Angelo, coordinatore CONTARP INAIL Campania, e ricordare i ‘fuoriclasse del pellame’ (specialisti nel tagliare le pelli per tomaie, lavoratori autonomi che correvano da un calzaturificio all’altro secondo un calendario ed orario prefissato) che facevano volare intorno ad una forma un ‘coltellino’ dalla punta sottile e ben affilato, è da rabbrividire, da far gelare il sangue nelle vene. In proposito c’è da dire che, continuando a battere il tasto sul tema della prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro, si fa poco o nulla per diffondere la cultura che la mancata assunzione di un lavoratore è un illecito sanzionabile e, di conseguenza, un costo non facilmente digeribile. Sanzioni esagerate [… la violazione in materia di assunzione di un lavoratore presso un’azienda artigiana prevede, a carico dell’imprenditore, due sanzioni: l’una di importo pari ad €250/00, l’altra di €3.965,00 che ha subito un incremento del 30% ai sensi dell’art.14, comma 1, lett. b) del D. Lgs. 145/2013, conv. con modificazioni dalla L. n.9/2014] che fanno il paio con la spettacolarità di talune ispezioni (… la maggior parte degli ispettori del lavoro è nauseata, esasperata dai reiterati interventi apicali che sollecitano verbali e sanzioni, verbali e sanzioni che colpiscono le piccole imprese di commercianti ed artigiani incidendo pesantemente sui miserrimi guadagni) e danno la sensazione che lievitano ogniqualvolta vengono divulgati lavori mai completati nei termini prescritti per le infinite varianti richieste ed ottenute e per le tangenti e mazzette varie erogate o per accaparrarsi lavori da milioni di euro o per superare incredibili collaudi.
                                                                                            Paolo Pozzuoli