CASERTA: IN MOSTRA OPERE DI PITTURA DI CINQUE ARTISTI CASERTANI

di Raffaele Raimondo

                            “OTTOBRE DEL FERROVIERE”: Il presidente del DLF, Andrea Tortora, ha aperto il vernissage

                          La bella esposizione potrà essere visitata in Via Verdi, 23, in orario 17-20, fino al 25 ottobre                                              

CASERTA (Raffaele Raimondo) – Nel pomeriggio di lunedì 21, il presidente della sede casertana dell’Associazione Nazionale Dopolavoro Ferroviario, Andrea Tortora, ha proclamato ufficialmente il vernissage della Mostra di Pittura allestita nei locali di Via Verdi 23 e che, per le libere visite degli appassionati, resterà aperta fino a venerdì 25, in orario 17-20.

Come si sa, ogni anno il 3 ottobre (data storica che rievoca il primo viaggio ferroviario in Italia svoltosi nel lontano 1839 sulla breve tratta Napoli-Portici), ricorre la Giornata del Ferroviere ma il DLF di Terra di Lavoro ha addirittura pianificato, per questo “Ottobre di Festa”, sette gioiosi appuntamenti che avranno conclusione con il significativo protagonismo di cinque bravi pittori casertani (Mimmo Santacroce, Marianna Finizio, Olena Filippova (nativa della Crimea), Oreste Grilletta ed Enzo Piccolo) impegnati appunto nell’attualità dell’interessante collettiva e col tour della Costiera amalfitana in programma per il 30 del corrente mese.

Nel corso della cerimonia con gustoso buffet, abbiamo sentito le voci degli artisti, eccetto il Grilletta non contattato per tempo. Ebbene, Marianna Finizio, la poliedrica artista che dipinge anche su tessuto e vetro, ha voluto evidenziare la sua tendenza a focalizzare l’attenzione intorno alla “frenesia della vita contemporanea”.

 D’altro canto, le ben ventiquattro opere esposte da Olena  Filippova e realizzate in acrilico prevalente, ma talora anche a stucco, spaziano su un ampio ventaglio cromatico, tematico e stilistico in grado di suscitare notevole curiosità.

Il decano pittore, scultore e scenografo Mimmo Santacroce, originario di Maddaloni, ha selezionato a sua volta per l’evento otto dipinti che confermano la versatilità di un autore che si contrappone alla violenza sulle donne come allo scempio ai danni dell’ambiente qui e là in continua consumazione priva di qualunque ritegno. “La mia emozione si leva quando il fruitore si emoziona” afferma Santacroce che, per di più, ha realizzato due monumentali opere in ferro esposte a San Nicola la Strada (l’una collocata in piazza Matilde Serao e raffigurante la strage dell’11 settembre 2001 a New York; l’altra, che si erge  in Via Enrico Fermi, dedicata al Tagliamonte, la tipica figura di operaio impegnato a sudare  nelle cave di tufo di San Nicola per ricavare l’enorme quantità di pietre necessarie al grande Luigi Vanvitelli per costruire il Palazzo Reale, autentico capolavoro ancora oggi insuperato e fenomenale attrattore turistico del nostro capoluogo di provincia). Non a caso i lavori di Santacroce sono riportati in vari volumi e cataloghi, nonché inseriti al n.14 dell’enciclopedia “Arte italiana nel mondo”.

Una posizione centrale, nell’economia complessiva della Mostra, è assunta da un artista originalissimo che risponde al nome di Enzo Piccolo, che ripropone il giovanile e mai sopìto talento, esponendo la sua preziosa collezione di geometrie e fantasie impresse su vetro anche mediante soluzioni al piombo. Con quale intendimento dominante? “La ricerca di una nuova realtà” spiega quasi con un intento liberatorio. Del resto e non escludendo una premura pedagogica, la sua produzione artistica può “trovare fertili incardinamenti anche nei processi di apprendimento scolastico”.

L’instancabile e noto operatore socio-culturale Raffaele Zito è stato fra i primi entusiasti visitatori, nella serata di apertura della Mostra. Il clic del fotografo lo ha colto, felice e gratificato proprio in compagnìa dell’autore Piccolo, con lo sguardo giulivo e catturato fra le tante vitree bottiglie e miniature di contenitori di diverse forme che troneggiano, nel bel mezzo della sala grande, come altrettanti inni alla libertà, all’estro, alle geometrie che si fondono e si confondono con linee e colori a mo’ di suggestive metafore di ragionamenti e sentimenti umani.

In definitiva, nell’iniziativa associativa assunta dal Dopolavoro Ferroviario casertano si rinviene un preciso indirizzo di accoglienza delle radici locali e dei valori universali che merita, in questa settimana, da parte dei cittadini di Caserta e dell’hinterland, una tappa esplorativa all’insegna dell’arte e della promozione sociale.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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