Caserta. Confesercenti, la dichiarazione del presidente Pollini sulla Legge 111 del 15 luglio
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“Come noto la Legge 111 del 15 luglio scorso, recante Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria, ha introdotto nuovi ordinamenti in materia di orario delle attività commerciali e dei pubblici eserciziâ€, fa sapere Maurizio Pollini, presidente provinciale della Confesercenti di Caserta.
“La norma, presentata come provvedimento utile al rafforzamento e alla qualificazione dell’offerta turistica, di fatto, come già denunciato dalla nostra Associazione, potrebbe portare – prosegue Pollini – a una, pressoché, totale liberalizzazione degli orari delle attività commerciali e dei pubblici esercizi. Tutti sono a conoscenza del fatto che per le località turistiche e le città d’arte anche la vecchia normativa consentiva ampie possibilità di deroghe, di cui Regioni e Comuni si sono abbondantemente avvalsi individuando e delimitando le zone e i periodi nei quali attuare le deroghe. Con la nuova norma vengono eliminate le restrizioni territoriali e temporali. Vale a dire che per tutti i Comuni classificati turistici, al di là della stagionalità (invernale o estiva), la deroga varrà per 365 giorni all’anno e per tutto il territorio comunale. Stesso trattamento per le città classificate “città d’arte†(praticamente tutte le città capoluogo di provincia italiane) per le quali la possibilità di apertura, per 24 ore e per 365 giorni all’anno, sarà estesa a tutto il Comune, periferie comprese!!!
Un grande regalo a favore della Grande Distribuzione – riflette Pollini – e una mazzata al tessuto della piccola e media impresa. La scelta del Governo di inserire, nelle disposizioni in oggetto, una modifica in via sperimentale (!) alla disciplina degli orari delle attività commerciali e di somministrazione di alimenti e bevande nei Comuni turistici e nelle città d’arte, non è certamente coerente con l’attuale riparto di competenza, così come derivante dalla riforma del titolo V della Costituzione risultando, per questo, di dubbia legittimità costituzionale. Tantomeno un intervento di tale portata può essere giustificato a motivo della competenza esclusiva in materia di tutela della concorrenza, attribuita allo Stato. In base alla nuova norma, le Regioni e gli Enti locali dovranno adeguare le proprie disposizioni legislative e regolamentari entro la data del 1° gennaio 2012.
Occorre ora che con tempestività si promuovano incontri con le Giunte Regionali per fare approvare ordini del giorno tesi a contrastare l’entrata in vigore del provvedimento. Come Confesercenti – chiarisce Pollini – ci siamo attivati con la Regione Campania per rappresentare l’illegittimità costituzionale e la illogicità economica e sociale del provvedimento. La stessa situazione economica del Paese, la stagnazione dei consumi, la ridotta capacità di spesa delle famiglie, stanno ad indicarci quanto non necessaria e certamente dannosa possa essere una rincorsa alle aperture perenni. Chi teorizza un aumento del PIL dell’1% grazie alla deregulation degli orari non considera che la torta della spesa “non lievita†con aperture più ampie. Con le aperture domenicali e festive, se non programmate ed accompagnate da eventi di attrattività per l’utente, si trasferiscono importanti quote consumi dagli esercizi tradizionali alle grandi concentrazioni commerciali. Senza nessun vantaggio per i consumatori, ma con l’unico certo effetto di depauperare ulteriormente il tessuto commerciale nelle città e nei quartieri. Piccole e medie imprese che chiudono e città e quartieri più poveri, meno vivibili.
Considerati alcuni comparti del dettaglio, quelli più sensibili alle dinamiche strutturali e congiunturali in atto, con la liberalizzazione degli orari, stimiamo – conclude Pollini – che in un triennio si perderebbero circa 30.000 esercizi, diecimila del comparto alimentare, diecimila del tessile abbigliamento e diecimila fra ferramenta, cartoleria, fiori e pianteâ€.
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Comunicazione Confesercenti Caserta
                                                                                                                         (Maria Beatrice Crisci)
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