CASERTA. 25 APRILE: RICORRENZA 67° ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE.

 

di Paolo Pozzuoli

Oh, quel 25 aprile di tanti anni fa! Quante speranze, quanti progetti, quante illusioni! Popolo in festa e migliaia e migliaia di persone, sotto l’effetto di un tripudio liberatorio, si riversarono sulle piazze e sfilarono lungo le strade sentendole finalmente proprie. In sintesi, il trionfo della resistenza ovvero la fine dei  combattimenti, delle imboscate, delle incursioni, dei rastrellamenti, dei ripieghi, dei ritiri, delle staffette, di un’epoca caratterizzata “dalla libertà negata dal fascismo, dall’indipendenza violata dall’occupazione e dal dominio nazista, dall’unità di un’Italia divisa in due”.  IL POPOLO titolava “L’ITALIA E’ LIBERA. L’ITALIA RISORGERA’”. Ma, dopo 13 lustri, il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, invitava ‘le forze politiche a superare quell’insieme di contrapposizioni ed a creare un clima nuovo che possa contribuire a diffondere fra gli italiani un più forte senso dell’identità e unità nazionale’ e ‘che si concepisca anche la celebrazione di anniversari come quello della Liberazione al di là degli steccati e delle quotidiane polemiche che segnano il terreno della politica’. Ahimè, alla vigilia  di questo 67° anniversario che, Deo gratias, ci apprestiamo a vivere, sono riemerse polemiche sterili e pretestuose che hanno riportato a galla antichi rancori e conflitti mai sopiti e contrapposizioni che, ottimisticamente, si ritenevano superate. Un dovere morale ritornare al 25 aprile del 1945, testimoniare e quindi trasmettere al fine di evitare in futuro errori inconcepibili fonti che hanno generato guerre assurde e fratricide, attuato le peggiori nefandezze di questo mondo, ‘arricchito’ lo stato civili di vedove ed orfani di guerra, ridotto popolazioni ad uno stato miserrimo rispetto a quello precedentemente vissuto, di stenti, contato morti innocenti, uomini, donne, bambini, eroi senza saperlo, che hanno sacrificato la vita per affidarci un mondo diverso, da conservare e preservare ritenendoci degni. Necessario e indispensabile prima di dare una risposta fare un forte esame di coscienza al fine di trasmettere alle generazioni di oggi e del domani il nostro operato durante le varie fasi sia di crescita (dalla speranza alla ricostruzione), che di crisi (economica, lavorativa, politica: dalla fine della prima repubblica alla seconda quasi moribonda ed alla terza pronta a bussare alla porta, dalla credibilità dei partiti alla sicumera di tanti professoroni). Forse, anzi senza forse, in una società in cui esplode, imperversa e furoreggia il burlesque, irretiti dall’effimero ed abbandonati al ‘carpe diem’, stiamo pagando amaramente per quei sacrifici umani che non abbiamo meritato non avendone compreso la portata e fatto tesoro del significato. Vani anche scritti, pregiati per ricchezza di particolari, sulla resistenza – ‘prima in assoluto in tutt’Italia’ – effettuata nella valle del Volturno e quindi sulla liberazione di tutto il territorio nonché le ampie e dettagliate lezioni di storia e di strategia militare ascoltate dalla viva voce del mai dimenticato Armando Scialdone, generale e gentiluomo.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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