CASAGIOVE-Dal 1° ottobre i buoni pasto per i dipendenti sono scesi da 9 a 7 euro ciascuno
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Nunzio De Pinto
CASAGIOVE – Dal 1° ottobre scorso, a seguito dell’entrata in vigore dell’articolo 5, comma 7, del Decreto Legge 6 luglio 2012 nr. 95, convertito con modificazioni dalla Legge 7 agosto 2012 nr. 135, il valore nominale dei buoni pasto erogati ai dipendenti pubblici, in ragione della presenza fisica in ufficio, non può essere superiore a 7 euro. Pertanto, da tale data cessano anche le eventuali disposizioni normative o contrattuali di maggior favore ed i risparmi devono essere destinati al miglioramento dei saldi di bilancio. Inoltre, tali risparmi non possono in alcun caso finanziare la contrattazione integrativa. La predetta norma è applicabile immediatamente anche al Comune di Casagiove, tenuto conto che la norma è riferita alle Pubbliche Amministrazioni inserite nel conto economico consolidato. Va ricordato che l’ARAN ha chiarito che non è necessario che il Comune di Casagiove provveda al recupero del terzo del valore del pasto, ma è sufficiente che l’Amministrazione eroghi, per ciascun ticket mensa, la somma esclusivamente a proprio carico e pari ai due terzi del costo del buono mensa. Considerato che il valore dei buoni pasto erogati dal Comune di Casagiove a favore di ciascun dipendente totalmente a carico dell’ente era di 9 euro, con deliberazione di Giunta comunale nr. 104 del 25 ottobre scorso, l’esecutivo cittadino guidato dal Sindaco Elpidio Russo, ha rideterminato il valore del buono pasto in 7 (sette) euro, prevedendo, altresì, che da tale data cessano anche le eventuali disposizioni normative o contrattuali di maggior favore ed i risparmi saranno destinati al miglioramento dei saldi di bilancio, escludendo che gli stessi risparmi possano in alcun caso finanziare la contrattazione integrativa. I buoni pasto posso essere utilizzati solo per fruire di un servizio ristorativo e non danno diritto al resto in denaro, qualora il valore della prestazione sia inferiore al valore nominale del buono. Nel caso la prestazione effettuata avesse un valore superiore il dipendente dovrà pagare la differenza in denaro. Inoltre i buoni pasto non possono essere convertiti in denaro, non possono dare diritto a ricevere prestazioni diverse da quelle previste dal contratto di ristorazione, non possono essere utilizzati da persone diverse dai dipendenti del cliente e non possono essere ceduti o commercializzati.