CAPUA VIABILITA’ … UNA TRAGEDIA AL VAGLIO DEL COMMISSARIO PREFETTIZIO

di Giuseppe PASQUALINO

Una vergogna, una vera e propria vergogna quella che si profila ormai da tempo nella cittadina di Capua, in quel tratto stradale che si attesta come vero e proprio <biglietto da visita> (in negativo, ndr) per tutti coloro che giungono in centro provenendo dai comuni del basso Volturno o per quelli che lasciano il territorio capuano inoltrandosi lungo la provinciale 333 in direzione del litorale <domitio>. Un segmento urbano che dall’incrocio con la Via Giulio Cesare Falco segue il percorso in direzione del sottopasso ferroviario, un tratto letteralmente vergognoso se si pensa che da decenni è interessato da buche stradali e avvallamenti segnalati ad ogni inizio di mandato amministrativo.

Gli abitanti del rione che si affaccia su Via Santa Maria la Fossa dicono che sono stanchi di segnalare e di vedere automobilisti irritati perché coinvolti in avarie alle proprie autovetture causate dalle improvvise sollecitazioni meccaniche. Qualche mese fa, dopo tanto bailamme, l’amministrazione Branco, invece di procedere alla riparazione del pericoloso tratto stradale si limitò a <prendere in giro> tutti; eh sì, perché non solo non avvenne alcuna riparazione ma in cambio furono installati, a cura del Comune di Capua, i dossi artificiali per evitare la <velocità> agli autoveicoli, quelli che già non potevano marciare a causa delle buche. Una soluzione non solo vergognosa ma addirittura irridente nei confronti della cittadinanza locale e di tutti gli automobilisti interessati alla percorrenza dell’arteria.

Un altro vero e proprio scandalo è quello del sottopasso ferroviario, un <aborto tecnico>, uno sfregio mai ricomposto, una ferita mai curata e mai sanata, una vergogna a carico di chi ha progettato quella struttura e di chi ha “sigillato” con la sua firma il funzionamento con l’avvenuto collaudo. Ogni goccia di pioggia si trasforma in un vero e proprio lago, una pozzanghera che nasconde la trentennale insidia della grata divelta e la periodica apparizione di paurose buche, quelle scansate all’ultimo istante ponendo a repentaglio l’incolumità degli automobilisti. Il balletto delle responsabilità è diventato disgustoso e da trent’anni non si vede la luce in fondo al tunnel per la risoluzione del problema; sono tanti quelli che ricordano con “nostalgia” i tempi in cui in luogo di quell’obbrobrio del sottopasso vi era il passaggio a livello.

E come se tutto ciò non bastasse da diversi anni ormai la cittadina capuana vive il dramma della chiusura del ponte sul fiume Volturno; il traffico intenso dalle prime ore dell’alba e fino a notte inoltrata ha messo in ginocchio il già tanto sacrificato commercio locale e ha costretto la mobilità pesante a compiere un immenso giro prima di procedere allo scarico delle merci. Tutti i camion e i TIR che escono al casello di Capua non riescono a entrare in città perché costretti a percorrere prima la provinciale 333 (ex statale 264) fino al Ponte di Annibale e successivamente la provinciale n. 4; un allungamento del tratto che incide maggiormente sui costi nel consumo di gasolio e, di conseguenza, sui prezzi della merce.

La miopia della politica riduce così l’antica e gloriosa <porta settentrionale del Regno delle due Sicilie> in una banale cittadina che langue per le sue inguaribili ferite.         

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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