CAPUA: DISCUSSA CON FORZA LA RICERCA BERLINGUERINA DELLA ‘TERZA VIA’

CAPUA Il pubblico presente al dibattito su Enrico Berlinguer 300416Durante il dibattito sul volume di Fabio Carbone Sempre e per sempre dalla stessa parte mi troverai
CAPUA: DISCUSSA CON FORZA LA RICERCA BERLINGUERINA DELLA ‘TERZA VIA’
Al serrato confronto han partecipato Adolfo Villani, Gianni Cerchia e Simone Oggionni

CAPUA (Raffaele Raimondo)– Sostanzialmente sulla scia di Tony Blair e Anthony Giddens, si è ridiscusso a Capua della berlingueriana “terza via”. In realtà, nessuna intenzione surrettizia, anzi la verifica-azione di un auspicio ventilato da Luciana Castellina, a venti anni dalla morte del grande sassarese, allorché scrisse del merito di fondo che caratterizzò la testimonianza e l’attività del miglior segretario successor del Migliore: “Aver rifiutato un arroccamento settario, la chiusura al nuovo e la ricerca della propria identità in certezze ormai obsolete e, al tempo stesso, aver rifiutato l’omologazione del PCI al gretto stato delle cose presenti, impegnandolo invece in un progetto di cambiamento in cui re inverare, rinnovandola, l’identità comunista” (cfr. Critica marxista, n. 4 2004). E, di conseguenza, ella così auspicò: “Quando gli storici ricostruiranno compiutamente questi anni, e il pensiero di Berlinguer in rapporto ad essi, questo dato di fondo dovranno cogliere, con quanto anche di personale egli ci mise, cioè il senso della drammaticità degli eventi; e penso all’insistenza, nei suoi ultimi anni, sulla questione della pace” (Ibidem).
E a Capua, due settimane fa, accanto ai politici Adolfo Villani e Simone Oggionni, al tavolo dell’aula consiliare “Palasciano” sedeva appunto lo storico Gianni Cerchia, che nel suo intervento ha saputo raccogliere il testimone dalla Castellina, illuminando quel “dato di fondo” e articolandolo in tutta la sua grande portata che dovrebbe ancora oggi mostrar le dritte a quanti in Italia sono davvero preoccupati dei correnti fattori economico-istituzionali e specialmente, a dimensioni internazionali, del fosco scenario che ci è dato osservare sul versante del megascontro in atto fra etnìe, popoli e …religioni.
La circostanza s’è posta, sabato 30 aprile, durante l’incontro di presentazione del volume del giovane ma già accreditato storico capuano Fabio Carbone, “Sempre e per sempre dalla stessa parte mi troverai”. Ne è emerso un dibattito, garbatamente condotto da Fiorenzo Marino, che “ha toccato diversi punti fondamentali della storia repubblicana e dell’azione politica del segretario del PCI. Si è insistito molto sul cosiddetto “strappo” da Mosca, di cui Berlinguer fu promotore fin dalla sua esperienza nella FGCI, e sulla sua ricerca della “terza via” e della via nazionale al socialismo”. Prima di Cerchia, “Adolfo Villani già sindaco di Capua e consigliere regionale dei DS, nonché già vicepresidente della Provincia di Caserta, ha ricordato anche la connessione della storia del PCI con le vicende economiche dell’Italia e dell’Europa, che a partire dai primi anni Settanta ebbero una svolta epocale”. A seguire “Simone Oggionni, membro del coordinamento nazionale di Sinistra Italiana, ha poi arricchito la discussione sulla necessità di sviluppare un partito che si faccia erede della ricchezza morale e politica del PCI, radicandosi nella società e partecipando alle istanze comuni. Infine, l’intervento dell’autore che ha illustrato le tappe fondamentali del percorso del PCI con Berlinguer, a partire dalla sua esperienza nella FGCI fino alla morte avvenuta in seguito all’ictus che lo colpì sul palco di Piazza della Frutta a Padova il 7 giugno 1984. Molto ha insistito Carbone sui riferimenti che legano Berlinguer e la sua azione politica: Gramsci e il concetto della rivoluzione in Occidente e Marx e la sua idea della classe operaia erede e continuatrice delle istanze sociali delle quali le classi dominanti non riescono più a farsi carico”. La platea “ha mostrato vivido interesse, conscia del bisogno attualissimo di una nuova politica che riprenda le radici del passato per costruire un futuro degno di questo nome”.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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