CAPUA: AL RICCIARDI ARRIVA “LA LUPA” CON UNA STRAORDINARIA LINA SASTRI

Giovedì 4 febbraio, alle ore 21

La struggente umanità verghiana ritorna con la grande vis drammatica dell’attrice napoletana

CAPUA (Raffaele Raimondo) – Al teatro Ricciardi tappa capuana de “La lupa” di Giovanni Verga per la regia di Guglielmo Ferro e Lina Sastri nel ruolo di prima protagonista: l’avvolgente dramma andrà in scena alle ore 21 di giovedì 4 febbraio. Accanto alla grande attrice napoletana altri bravi interpreti: Giuseppe Zeno, ben noto agli appassionati di teatro-cinema-tv, nonché Clelia Piscitello, Enzo Gambino, Eleonora Tiberia, Simone Vaio, Giorgio Musumeci, Valeria Panepinto e Giulia Fiume. Arrangiamenti musicali di Franco Battiato, musiche originali di Massimiliano Pace, scene e costumi di Françoise Raybaud. Allestimento realizzato grazie all’intesa di tre prestigiosi enti: Teatro Quirino, Compagnia Molière e ABC Produzioni. Insomma, la buona convergenza di tutte le risorse – dal testo originale alle opzioni tecniche – per dar luogo ad un emozionante spettacolo, naturalmente scommettendo anzitutto sull’indiscutibile carisma artistico della Sastri, ospite ieri notte della trasmissione “Applausi” di Gigi Marzullo in onda su RAI 1, durante la quale, con il suo abituale trasporto, ha tratteggiato il carattere che ella imprime al personaggio di Gnà Pina, la “lupa”: non tanto di una femmina incline ad una sessualità sfrenata quanto di una donna disperatamente in cerca d’amore. D’altronde le note di regìa – firmate da Ferro in collaborazione con Micaela Miano – anticipano e confermano una “lettura” straordinariamente interessante della figura uscita dalla penna del nostro principale autore verista: “La Lupa è radicalmente feroce. Il suo fascino è esercitato senza pietà su tutti coloro che le stanno vicino, come un maleficio che porta sofferenza, dipendenza e morte. Il linguaggio poetico, fatto di canto e giochi di parole, che Gnà Pina utilizza per sedurre Nanni o quello crudo, violento, subdolo per sottomettere la figlia hanno, in questa versione, il ritmo adamantino di un sortilegio verbale. La prosa è volutamente contemporanea nella scelta del lessico, pur rimanendo ancorata all’impianto linguistico verghiano. Solo grazie alla presenza di Lina Sastri, una delle poche attrici in grado di sostenere un ruolo così complesso, in cui l’interprete deve interrogare gli strati più profondi della sua anima, si è potuto realizzare il progetto “Lupa”. In quest’ottica drammaturgica, la messinscena si gioca tutta su un’alternanza di luce e ombra, di sole e luna, che non è però dicotomia bene/male, quanto, piuttosto, una scansione naturale della vita bestiale che ruota intorno a La Lupa. In Verga la lotta è sempre per la sopravvivenza. Tutti i personaggi sono buttati in mezzo a una terra desertificata a sbranarsi gli uni con gli altri, agiscono come gli animali per esigenze primarie: mangiare, dormire, riprodursi. La Lupa impone le sue traiettorie, il suo territorio di caccia e condiziona gli spostamenti degli altri, che ne subiscono la costante minaccia. Così ci sono due anelli concentrici: l’anello esterno quello della difesa dei ruoli, degli scontri feroci e anche il luogo della morte; e l’anello interno, il mondo notturno, la tana dove si allevano i cuccioli, si nascondono segreti e si consumano gli incesti. Il buco nero del maleficio”.
E questo tremendo coacervo di “prosa” diventa sovente alta “poesia” nell’interpretazione di Lina Sastri. “La lupa” fu originariamente una novella inclusa da Verga nella raccolta “Vita dei campi” pubblicata nel 1880 ed ebbe così tanti consensi da indurre l’autore a tradurla anche in un dramma teatrale omonimo, che per la prima volta andò in scena a Torino il 26 gennaio del 1896. Al sensibile pubblico del Ricciardi, fra qualche sera, il caloroso piacere di “esserci” …e di applaudire. Per info e prevendita: 0823.96.38.74.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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