CAPODRISE, SUL “CASO†NOCERA NUOVO SCIVOLONE DI PIERINO (DI BERNANDO)
CAPODRISE. Non ne azzecca una! L’hobby preferito di Pierino Di Bernardo, segretario del Partito democratico di Capodrise, è collezionare figuracce. Sembra che il Pierino goda, in un moto irrefrenabile di autolesionismo, nell’apparire inopportuno e fuori luogo.
L’ultimo scivolone l’ha preso sull’arresto dell’architetto Carmine Domenico Nocera, accusato di concorso esterno in associazione camorristica per aver progettato la villa bunker del boss del clan dei casalesi Michele Zagaria. La questione è delicata – indaga la magistratura – e mai saremmo voluti intervenire.
A distanza di più un mese dalla misura di custodia cautelare, il Pierino si accorge che Nocera compare ancora tra i tecnici del Piano urbanistico di Capodrise e, in una nota alla stampa, con una sintassi che fa venire i brividi, mette sullo stesso piano il tecnico, il boss della camorra e il sindaco Angelo Crescente. Un episodio spregevole e diffamatorio, che meriterebbe una querela, se non avesse risvolti ridicoli e grotteschi per lo stesso denigrante.
L’incarico a Nocera risale al dicembre 2014, dieci mesi prima del suo arresto. Essendo una nomina tecnica, fu eseguita, va da sé, dall’ufficio tecnico, in totale trasparenza e nel rispetto della legge. Il curriculum dell’architetto era all’altezza del compito (redigere la relazione di Valutazione ambientale strategica del Puc) e il compenso richiesto risultava la metà di quello preteso da altri professionisti.
Crescente, all’epoca primo cittadino, e la giunta non conoscevano Nocera, né potevano, certo, immaginare che a distanza di tempo egli sarebbe incappato in un’indagine per camorra. Se il Pierino vuole acquisire qualche notizia in più sull’architetto si rivolga ad Angelo Maietta, oggi esponente del suo partito, che, pare, lo conosca bene. Guarda caso, lo stesso Maietta allora capogruppo di quella maggioranza che ha poi contribuito a distruggere, insieme al Pd, lo scorso marzo.
Il “caso†Nocera è, dunque, un fatto di famiglia, interno al Partito democratico, che non ci riguarda. Anzi, CentroCittà si chiede come mai il commissario prefettizio Maria Luisa Fappiano, dopo l’arresto, per ovvie ragioni di opportunità , non abbia proceduto alla sua revoca.
Capodrise, 11 novembre 2015
Il Direttivo di CentroCittÃ