Capodrise, Cecere bacchetta Glorioso: «Su Parco Rodari retorica vetero-comunista»
CAPODRISE. «La riapertura del Parco “Gianni Rodari” di Capodrise ha fatto riaffiorare i paraocchi ideologici di Giuseppe Glorioso, figura “sinistra” della politica locale». Così commenta Angelo Andrea Cerere, segretario politico di “Centro Città “. «Una buona notizia per la città è stata oggetto di una bieca strumentalizzazione, pari solo alle deliranti stramberie di qualche sedicente giornalista. Ci dispiace che Glorioso sprechi così la sua giovane età e la sua intelligenza. Se crede che i suoi compagni di congiura abbiano spodestato un’amministrazione eletta dal popolo per poter riaffermare il bene comune, è un ingenuo. Egli neppure immagina i veri motivi di tanta ostilità nei confronti di un sindaco, che, tra mille difficoltà , stava producendo i primi frutti. Non gli è bastato assumersi la corresponsabilità di un disastro, ora si proclama interprete di una cultura vetero-comunista che sa dire solo di no. Capodrise ha bisogno di risposte! Capodrise ha bisogno di soluzioni! Gestire un parco pubblico significa tutelare i bambini e le famiglie che lo frequentano, significa assicurarne la vigilanza, garantirne la manutenzione, potenziarne le strutture. Governare – prosegue Cecere – è cosa diversa dalle interrogazioni consiliari, dai comunicati stampa, dalle petizioni (pur legittime), dalle chiacchiere di piazza e dai post su Facebook. I Comuni non hanno più le risorse economiche – e, talvolta, neppure le competenze – per riqualificare il patrimonio pubblico e per renderlo efficiente e fruibile. Se non si crea un rapporto virtuoso tra le istituzioni, le imprese e il mondo del volontariato, non c’è futuro. L’idea che tutto possa ricadere sulla fiscalità , aumentando le tasse e le imposte ai cittadini, peraltro già oberati, è balorda e fuori dal tempo. Ovunque si ribadisce la necessità di favorire il partenariato pubblico-privato; ovunque si cercano imprenditori disposti a investire nei beni, nelle infrastrutture e nei servizi pubblici. E a Capodrise? Si inneggia a uno statalismo anni Settanta, triste e malinconico. Ebbene, il nostro pensiero è differente: noi riteniamo che lo Stato e gli enti locali debbano diventare organi leggeri, cui siano demandati l’indirizzo politico e il controllo. Siamo convinti che gli operatori economici, le organizzazioni, le forme di cittadinanza attiva non vadano osteggiati, ma stimolati a occuparsi della città . Siamo portatori di un patrimonio di valori e di una visione della politica diversi. E ci conforta sapere – conclude Cecere – che Glorioso non rappresenti neppure una parte sparuta dei giovani capodrisani».