Cancello ed Arnone-Serata di Letteratitudini, “cultura e convivialità esaminando le pagine di Isabel Allende”

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La serata di Letteratitudini del 22 u.s. è stata come sempre molto piacevole, allegra, conviviale, ma, ovviamente, improntata sulla “cultura” in termini spirituali, materiali, intellettuali, emozionali.

L’esame di Isabel Allende ha portato ad una sorta di intervista tra il professore Raimondo (in veste di giornalista) e la nostra relatrice della serata Mirella Sciorio, che ha maggiormente fatto comprendere il vero spirito di questa grande scrittrice la quale afferma che le cose più importanti della sua vita sono accadute nelle stanze segrete del suo cuore, i risultati più significativi non stanno nei libri, ma nell’amore che la lega ad alcune persone, specialmente della sua famiglia, e nei modi in cui ha cercato di aiutare gli altri. Quando ero giovane – ella dice – spesso mi disperavo: c’era così tanto dolore nel mondo e io potevo fare tanto poco per alleviarlo! Ma ora guardo indietro alla mia vita e mi sento soddisfatta perché davvero sono stati pochi i giorni in cui non ho tentato di alleviare la sofferenza. Credo sia una reazione sana, il riaffermarsi della vita, del piacere e dell’amore dopo aver percorso per molto tempo i territori della morte.

Isabel, già nota per le sue battaglie a favore delle donne in passato, aveva detto: “Il Cile è un paese maschilista: l’aria è talmente densa di testosterone che è un miracolo se alle donne non spuntano i peli in faccia. È forse l’unico paese della galassia dove non esiste il divorzio perché, nonostante il settantun per cento della popolazione lo reclami da anni, nessuno osa sfidare i preti, è il paese più cattolico del mondo, più dell’Irlanda e certamente molto più del Vaticano. Michelle Bachelet è stato il primo Presidente donna, madre separata di tre figli, un tranguardo impensabile fino al 2006. Io sono un animale politico. In ogni mio libro esce fuori il mio femminismo, il mio socialismo e il mio antimilitarismo. Ho sempre avuto ben chiaro che dovevo lavorare, perché non esiste femminismo che si rispetti che non sia basato sull’indipendenza economica.”

Per capire a fondo il pensiero di Isabel Allende, bisogna partire dal libro Paula, la storia della sua famiglia, ma in particolare della sua vita narrata dalla stella Allende al capezzale della figlia Paula affetta da porfiria che a 28 anni la portò alla morte. Ecco, Isabel nasce in una famiglia con forti contraddizioni e un senso del magico che già si intravede nel libro “La casa degli spiriti” e la prima parte della sua vita, quella che vive da quasi dissidente in Cile, con marito e due figli il suo ruolo è molto tradizionale. Con la fuga la separazione e l’incontro di quello che chiamerà ‘il marito americano’ la sua vita cambia radicalmente e prende coscienza del ruolo di donna nella società ma anche nella famiglia creando a questo punto una ‘famiglia matriarcale’.

Durante un’intervista, oggi, la Allende si ritrova ancora una volta a lanciare un messaggio per tutte le donne, dopo tanti anni, a favore di questa battaglia:

“Non invento donne forti, sono donne che già esistono. Non conosco donne deboli, tutte quelle che conosco sono forti e sono personaggi che potrei mettere in un romanzo. Non invento dei personaggi affinché le altre donne le copino, assolutamente. Io faccio parte alla prima generazione di donne cilene femministe organizzate. Ci sono sempre state in Cile le suffragette, ma un movimento organizzato con una propria rivista come era il caso di Paula, è un fenomeno della mia generazione, la ‘generazione di transizione’, tra il modo di vivere e di pensare delle donne come mia madre, mia nonna, a quello delle giovani donne di oggi. Noi facciamo parte di quel ponte. Quando ho cominciato a lottare per la battaglia femminista, la nostra idea era quella di ottenere per le donne gli stessi diritti degli uomini, soprattutto nel campo del lavoro e della cultura, che non ci fosse una doppia morale per uomini e donne. Questa era la cosa per la quale lottavamo. Quarant’anni dopo ci stiamo ancora battendo per le stesse cose. Oggi, nessuna di voi giovani donne dice di essere femminista perché non è sexy, tuttavia nessuna di voi rinuncerebbe a nessuno di quei diritti che le vostre madri hanno conquistato per voi. Io, come donna più grande, mi arrabbio molto quando le giovani donne di oggi dicono che non si interessano al femminismo perché non si rendono conto che loro hanno certi privilegi, ma l’80% delle donne del mondo vive ancora come nel Medioevo. Se non vi piacciono le parole femminismo o femminista, trovatene altre, cambiatele. Però la lotta per i diritti delle donne deve continuare e dovete portarla avanti voi.”

Sono i nostri pensieri che danno forma a ciò che noi supponiamo sia la realtà. La mente seleziona, esagera, tradisce, gli avvenimenti si sfumano, le persone si dimenticano e alla fine rimane solo il percorso dell’anima, quei rari momenti che mi segnano e mi distinguono. La scrittura è un tentativo disperato di preservare la memoria. I ricordi, nel tempo, strappano dentro di noi l’abito della nostra personalità, e rischiamo di rimanere laceri, scoperti.

Ed Ancora una volta Isabel Allende si ritrova a parlare di donne e femminismo con il suo nuovo libro “Il gioco di Ripper”: – Per Amanda e i suoi amici Ripper era solo un gioco. Ma quando San Francisco è scossa da una serie di misteriosi omicidi, Amanda sembra l’unica in grado di risolvere l’enigma.

Le donne della famiglia Jackson, Indiana e Amanda, madre e figlia, sono molto legate pur essendo diverse come il giorno e la notte. Indiana, guaritrice in una clinica olistica, è una donna libera e fiera della propria vita. Sposata e poi separatasi molto giovane dal padre di Amanda, è riluttante a lasciarsi coinvolgere sentimentalmente, che sia con Alan, ricco erede di una delle famiglie dell’alta borghesia di San Francisco, o con Ryan, enigmatico e affascinante ex navy seal, ferito durante la sua ultima missione. Mentre la madre vede soprattutto il lato buono delle persone, Amanda, come suo padre, ispettore capo della Sezione Omicidi della polizia di San Francisco, è affascinata dal lato oscuro della natura umana. Brillante e introversa, appassionata lettrice, dotata di un eccezionale talento per le indagini criminali, si diletta a giocare a Ripper, un gioco online ispirato a Jack the Ripper, Jack lo Squartatore, in cui bisogna risolvere casi misteriosi. Quando la città è scossa da una serie di efferati omicidi, Amanda si butta a capofitto nelle indagini, scoprendo, prima della polizia, che i delitti potrebbero avere un legame fra loro. Ma il caso diventa fin troppo personale quando sparisce Indiana. La scomparsa della madre è collegata al serial killer? Ora la giovane detective si ritrova ad affrontare il mistero più complesso che le sia mai capitato, e deve risolverlo prima che sia troppo tardi.

Possiamo concludere precisando che la serata di Letteratitudini si è rivelata, forse, addirittura migliore delle aspettative, per la qualità della grande protagonista esaminata e per la voce giovane che ha relazionato su di lei.

Ora l’appuntamento è stato fissato per Venerdì 28 Marzo p.v. e sarà dedicato alla “Vergine Maria” con i seguenti pezzi:

“Il pianto della Madonna” Jacopodi da Todi (relatrice Matilde Maisto)

Canto XXXIII: “La preghiera di San Bernardo alla Vergine” Dante Alighieri (relatrice Maria Sciorio)

“Il nome di Maria” Inni Sacri di Alessandro Manzoni (relatrice Felicetta Montella)

 

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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