Cancello ed Arnone-Prigione e libertÃ
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 di Giuseppe Emerito
Ci hanno sempre detto che il pensiero di un uomo libero non può avere padroni. Purtroppo è verità in molti casi persino il contrario. Già ! Perché se ci fermiamo a riflettere , cosa assai difficile di questi tempi, guardando più in là del nostro giardino felice, possiamo trarre conclusioni che l’indifferenza e talvolta anche la superficialità ci fanno ignorare.
Facciamo un passo indietro, senza scendere sul gradino della retorica, analizzando quella piccola realtà che stenta, ahimè, a crescere rappresentata dal nostro paese, vestendo i panni di un cittadino di un paesino limitrofo. Posso garantirvi che l’ impressione che avremo non è poi così cattiva. Infondo nell’ ultimo decennio passi avanti se ne sono visti. Cambiamenti non radicali ma non per questo inutili, banali. Oggi è difficile incontrare dieci ragazzini che giocano per strada, con due pietre a rappresentare una porta. Hanno strutture, anche se non eccelse a dire il vero, per farlo. Loro non devono legare una fune a due paletti trovati tra i campi per giocare, o meglio far finta di giocare a tennis. Hanno la rete, e campi ben delineati.
Ricordo sempre l’ affermazione di un mio compagno di classe che apostrofava a segno di riconoscimento del mio paese “ Quello con le bandiere sul ponteâ€. Manco fosse stato a New YorK !
Con le stradine, fino a poco fa ben asfaltate, i marciapiedi nuovi e ben puliti, ville comunali e via discorrendo.
E’ vero. Il progresso ha sorriso anche a noi, anche se non con la forza di uno “tsunami†ma lentamente, come si addice ad una minuta società che vuole a tutti i costi contraddistinguersi.
Ma non manca qualcosa? E’ tutto qui quello che ci serve? Campetti? Ville comunali? Bandiere su un vecchio ponte ?
La verità sta nel mezzo esclama un proverbio cinese! E magari fosse così…. Avremmo un bilanciamento tra il giusto e l’ errato, il bene ed il male del nostro paese che per certi versi potrebbe andare anche bene se si parte dalla concezione che nulla è perfetto, ma la verità è che non è cosi.
La verità miei cari è che tutte le cose sopra menzionate a noi vanno bene fino ad un certo punto.
Perché ? provo a spiegarlo nel modo più elegante di cui sono capace, anche se la mia indole mi spingerebbe a fare altrimenti.
A che punto siamo con l’ istruzione in questo paese? Il sistema scolastico è ben funzionante?
Tutt’ altro vi assicuro.
Uno degli esempi lampanti, ma non per questo l’ unico , che ci impone proprio quel progresso di cui sopra ho accennato è l’ informatica.
Dove sono le sale computerizzate che qualsiasi struttura di istruzione dovrebbe possedere?
E’ inverosimile che ancora oggi la scuola di Cancello ed Arnone non soddisfi questo requisito di vitale importanza.
Questo è un mondo che ci vuole veloci, furbi, per certi versi anche spietati, che fa della concorrenza la prima arma da utilizzare e noi l’ unico problema che miriamo a colmare è quello dello sport?
Ma non saremo mica tutti calciatori? Di Leo Messi a questo mondo ne conosco solo uno, ma anche se per Grazia Divina il prossimo grande giocatore assumesse le vesti di uno solo dei nostri compaesani, “buon per luiâ€,  vale veramente la pena cercare un ago in un pagliaio sacrificando i bisogni di un’intera comunità ?
Non vorrei confondere però a questo punto gli sforzi di quelle persone che assiduamente impiegano parte non rilevante del loro tempo nella ricerca di una qualche forma di svago-divertimento da offrire alle future generazioni di questo paese, con critiche sul loro operato, il quale “per carità †è assai significativo. Credo ,però, che bisogna spostare l’ attenzione principalmente ai veri problemi che affliggono e talvolta soffocano in sordina l’ intero apparato cittadino a noi appartenente.
La cultura sportiva è cosa soddisfacente per bambini e adolescenti, ma una volta grandi e svegli dal sogno sportivo che almeno una volta ognuno di noi ha assaporato, nella guerra che ormai è la realtà del lavoro, noi che posto occuperemo? Una pallina da tennis non credo possa bastare!
Hegel , in “lezioni di storia della filosofia†affermava che l’ uomo è veramente uomo soltanto grazie alla cultura . Forse molti non sanno chi fosse quest’uomo o forse si ma hanno, a quanto pare, completamente rimosso il suo pensiero, la sua idea di vita e la speranza che fra le righe ancora possente appare ai suoi lettori. Ma penso che, al di là delle conoscenze filosofiche che un individuo possa avere o non avere, la cultura, intesa come espansione dei propri limiti sia lo strumento fondamentale e imprescindibile dell’ esistenza umana. E’ la cultura, l’istruzione, la conoscenza, che fanno del pensiero umano l’espressione che più rappresenta verosimilmente l’idea, la libertà , la fede nei propri mezzi e nelle proprie capacità .
Il non acculturato, il non istruito, a mio avviso, sarà sempre nella stragrande maggioranza dei casi una sorta di “schiavo†della conoscenza e del pensiero di chi invece conosce, di chi sa….
Qualcuno però, potrebbe obiettare e porre sul piatto della discordia “l’ eccezione†e perché no la fortuna di chi in questo caso non conferma la definizione sopra citata. Bhè! E’ vero, ma noi cosa abbiamo in comune con la fortuna? E chi di noi non vorrebbe essere l’ eccezione?  Poi però penso e mi chiedo…. Quante sono le eccezioni?
Potrei citare molte altre lacune che il nostro sistema scolastico presenta, tra le quali il livello di preparazione con cui andiamo ad affrontare, conseguito il diploma alla “ Ugo Foscoloâ€, la scuola superiore e il conseguente dislivello tra la maggior parte dei nostri alunni rispetto a quelli di Santa Maria Capua Vetere per citare un esempio. Posso garantirvi che per certi versi è imbarazzante, che bisogna mettersi d’ impegno per eguagliare le conoscenze acquisite da uno studente di “medio livello†ma che proviene da S. M. C.V.  Fa rabbia pensare soprattutto che da noi questo paese dista poco più di una ventina di km ma per quanto ne so sembrano mille!
E’ linguaggio comune ormai, definire la mancanza di istruzione “ignoranza†ed usare come strumento per raggiungere la felicità il “non pensarciâ€. E’ il sentiero che sembra percorrere sempre più coerentemente questo paese con i suoi “organi direttiviâ€, le sue menti “quasi†pensanti, che conduce ad una bella prigione per dirla alla Shakespeare in Amleto, dove il pensiero libero è sempre più una Chimera, un qualcosa che ad oggi appare irraggiungibile.
E’ un errore lasciare ai nostri figli il libero arbitrio nella scelta tra gioco e cultura – istruzione poiché essi sceglieranno sempre il primo, in quanto bambini o adolescenti e spensierati, ma viceversa dosare il giusto le due componenti in un mix che soddisfi entrambi i panieri.
Per arrivare a questo , però, non basta il genitore con la solita ramanzina di turno, serve un aiuto dall’alto, dalle nostre istituzioni, affinchè possano offrire le strutture, le competenze di cui necessitiamo, eliminando quello svantaggio che ci portiamo dietro nel confronto con altre realtà .
E’ chiaro, che dopo entreranno in gioco le capacità dei singoli, il cervello e anche la voglia di fare ma non per questo considerare la giustificazione “ gli ottimi elementi vanno sempre e comunque avanti†come la soluzione di tutti i mali.
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