Cancello ed Arnone-INCONTRO DI LETTERATITUDINI DEL 13 GENNAIO 2011
di Matilde Maisto
Il primo incontro del 2011 del gruppo di lettura “Lettaritudini†si è svolto giovedì 13 gennaio, sempre presso il BarCaffè LaGalleria, sito in via Roma a Cancello ed Arnone, con la presenza di tutti gli attivi partecipanti, amanti della letteratura: Raffaele Raimondo, Marinella Viola, Laura Sciorio, Felicetta Montella, Olga Viola, Pennella Concetta, Arkin Jafuri e Matilde Maisto.
Il tema trattato nel corso della serata è stato “La Luna nella Poesia†e la narratrice incaricata per la serata è stata Marinella Viola, che ci ha deliziato con una breve, ma intensa carrellata antologica, spaziando dalla poesia di Saffo a Qiasimodo e toccando stupende poesie di autori italiani e stranieri, quali: Leopardi con †Alla Luna†e “Canto notturno di un pastore errante dell’Asiaâ€; Gabriele D’Annunzio con “La sera fiesolanaâ€; Giuseppe Ungaretti con “Veglia†e “Quale gridoâ€; Salvatore Quasimodo “Alla nuova lunaâ€. Tra i poeti stranieri sono stati scelti Federico Garcia Lorca con la poesia “Potessero le mie mani sfogliare†e Pablo Neruda con la poesia “Qui io ti amoâ€.
Naturalmente si è cercato di comprendere il pensiero dei vari autori nel proprio riferimento alla “Lunaâ€.
Ad esempio la breve lirica di Saffo “Tramontata è la luna†indaga la drammaticità della giovinezza che fugge. L’immagine è di grande efficacia, la notte è al suo termine (appunto: tramontata è la luna), come l’età della passione e dell’amore. La solitudine, quindi, coincide con la vita stessa.
(SIGNORA LUNA)
(BREVE CARRELLATA ANTOLOGICA)
Lo spettacolo incantato di una notte lunare è contemplato con occhi sognanti da Saffo, in una sua poesia di cui ci è rimasto solo l’indimenticabile inizio.
Le stelle intorno all’incantevole Luna
d’un lampo celano la loro immagine fulgente
ogni qual volta essa nel suo completo splendore
scintilla argentea su tutta la Terra.
Frammento 34 –   Frammenti 20, 50, 52, 94 e 137
TRAMONTATA E’ LA LUNA
Tramontata è la luna
e le Peiadi a mezzo della notte;
anche la giovinezza già dilegua,
e ora nel mio letto resto sola.
Scuote l’anima mia Eros,
come vento sul monte
che irrompe entro le querce;
e scioglie le membra e le agita,
dolce amara indomabile belva.
Ma a me non ape, non miele;
e soffro e desidero
Questa breve lirica di Saffo indaga la drammaticità della giovinezza che fugge. L’immagine è di grande efficacia, la notte è al suo termine (tramontata è la luna), come l’età della passione e dell’amore. La solitudine coincide con la vita stessa. Sebbene brevissima la lirica è divisibile in due parti: nella prima si parla del tramonto della luna e delle stelle; nella seconda si parla dello svanire della giovinezza e della solitudine. Quell’â€anche†fa da collegamento fra le due parti.
La poetessa fa un parallelismo tra il tramonto della luna nel cielo, e il tramonto della propria giovinezza. Come il cielo resta senza la luna, lei resta sola nel suo letto senza più nessuno che la ami, sebbene il dio dell’amore le faccia agitare dentro, come una belva, il feroce desiderio di essere ancora amata. Perché purtroppo l’amore va vissuto nella stagione della giovinezza: nella vecchiaia tutto finisce. Non c’è più miele (cioè bellezza, fascino…) in lei che attiri gli altri come i fiori attirano le api: nessun’ape si posa più su di lei, e resta sola a consumarsi con il suo desiderio d’amore.