Bravo Renzi. Forza Renzi.
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 di Antonio Gaudiano
“Sono andato a parlare della legge speciale promessa per Firenze, che non arriva. Finché il governo è guidato da Berlusconi parlo con lui e con i suoi ministri. Per la mia città vado ad Arcore anche tutti i giorni, se serveâ€. Sono state queste le dichiarazioni  del sindaco di Firenze a ‘giustificazione’ del suo  incontro con Berlusconi nella villa di Arcore.
Una visita nella tana del nemico B. che ha arrecato ‘scandalo’ nel partito democratico. Diciamo meglio: che ha messo in grave imbarazzo la nomenclatura del PD. “Se per motivi istituzionali, il presidente del consiglio lo potevi incontrare a Palazzo Chigiâ€, pare gli abbiano rinfacciato coloro che hanno in mano il partito. “Sennò così fai pensare a chissà che cosaâ€. Insomma, il torto di Matteo Renzi (agli occhi di chi guida il PD) sembra essere stato quello di aver voluto incontrare non già il Presidente del consiglio, ma Silvio Berlusconi. Dunque: non di una visita istituzionale si sarebbe trattato, ma politica. E che abbiano parlato anche di politica ne siamo ben convinti.
Ma riflettiamo. Renzi, intelligente, capace, sindaco di una delle più belle e importanti città italiane, (il sindaco più amato in Italia con il 66,8 % dei consensi, secondo la tredicesima edizione di ‘Monitor Città ‘, pubblicata nel mese di  settembre scorso), sta attuando a sinistra una costante azione di ‘smarcamento’ dall’establishment del suo partito, un’attività che di sicuro è invisa al ‘blocco’ di potere che ha in mano il partito,che parla dei giovani, ma che agli stessi non dà spazio. Questa tuttavia è una pecca che accomuna tutti i partiti sia a destra che a sinistra.  Renzi come Vendola. L’abbinamento sembra ben accostato.
Ma avrebbe forse fatto tanto “rumore†se il sindaco di Firenze avesse incontrato il Presidente del consiglio a Palazzo Chigi? Certo che no.  E, allora, non è che l’incontro ad Arcore sia stato ben voluto da entrambi i protagonisti proprio alla bisogna?  A Berlusconi potrebbe essere servito per far comprendere che, alla fine, può scegliersi da solo l’interlocutore nel Partito democratico. Renzi incontrando Berlusconi ha voluto accreditarsi quale ‘nuovo’ (in tutti i sensi) leader di una sinistra sempre più  inchiodata su vecchi schemi di partito, alla ricerca di nuovi strumenti per ‘intercettare’ i bisogni d ell’elettorato. E se questi ‘nuovi strumenti’ fossero proprio i Vendola e i Renzi?
Berlusconi qualche giorno fa ha dichiarato che si farà da parte, ma che non lascerà la politica in mano ai maneggioni: darà lo scettro a un giovane. Che si riferisse proprio al sindaco di Firenze Matteo Renzi? (www.primapaginaitaliana.it)
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