BILANCIO PARTECIPATIVO: UN’ALLETTANTE PROSPETTIVA
di Raffaele CARDILLO
Un nuovo istituto di democrazia diretta, peraltro non codificato dalla giurisprudenza, si affaccia prepotentemente all’orizzonte della politica, uno strumento fortemente innovativo che ha il compito precipuo di avvicinare sensibilmente il cittadino alle Istituzioni, già abbondantemente incrinato, per le pregresse vicende di corruzione imperante che affollano la platea del teatrino della vita pubblica italiana.
Stiamo facendo riferimento al “bilancio partecipativo†che rappresenta un tramite per incentivare la partecipazione dei consociati al preventivo di spesa e agli investimenti pianificati dell’amministrazione comunale.
Una trasformazione radicale del rapporto cittadino/istituzioni, una riconciliazione epocale che accelera un processo di integrazione, di osmosi, uno scambio reciproco di conoscenze che sublima un vincolo da tempo auspicato e mai realizzato.
La costruzione di questo ponte ideale tra democrazia diretta e quella rappresentata ormai è divenuta ineludibile, bisogna che il cittadino sia riportato al centro della vita pubblica e che la trasparenza non sia più un optional!
Nato a Porto Allegre in Brasile nel 2001, il “bilancio partecipativoâ€, si è poi via via sviluppato nel mondo sul modello latino/americano, con un’unanimità di consensi tali da suscitare numerose adesioni.
Noi pensiamo che dopo le opportune rettifiche e aggiustamenti, questa nuova creatura riuscirà a ridare nuovo slancio alla politica limandole le asperità che l’hanno resa poco gradita.
Noi crediamo che non ci sarà più posto per la corruzione, in quanto le decisioni non saranno più prese nel chiuso di una stanza ma in un uditorio aperto, dove chiunque possa esporre le sue criticità e suggerire gli eventuali accomodamenti.
Questo vento nuovo, e di questo ne siamo certi, farà sì che certi ricorrenti incidenti di percorso, tanto per usare un eufemismo gentile, di cui sono afflitte le Amministrazioni Comunali, con riflessi economici di enorme portata nelle tasche dei contribuenti, saranno azzerati o perlomeno ridotti.
La figura del “one-man-show†ovvero un intrattenimento incentrato su un unico artista è valido solo per i personaggi dello spettacolo, tutt’altra cosa è la politica che significa cointeressenza e dovrebbe tutelare il bene comune, purtroppo il condizionale è d’obbligo!
Riteniamo che questa sia la via nobile da seguire, anche se non mancheranno forze ostili che cercheranno di intralciarne il percorso: immaginiamo la reazione smodata dei soliti noti che osteggeranno in tutti i modi la felice conclusione di questa splendida realtà .
Noi invitiamo questi mestatori, maneggioni, intrallazzatori a farsi da parte e rientrare nell’ombra, perché il loro tempo è finito e tutti a casa!
Non è più tempo di rinvii, ormai è divenuto improcrastinabile l’avvio di questa nuova avventura e che finalmente i cittadini onesti e con delle specifiche competenze, si riappropriano della conduzione della cosa pubblica!
Saremmo lieti, a questo punto, che anche nella nostra comunità si cominciasse ad attuare questo tragitto e, invitiamo coloro che siano interessati, a formulare idee e consigli per tracciare le linee base che contribuiranno a mettere in moto questo oliato e già testato meccanismo dagli effetti certamente lusinghieri: l’importante è crederci!