AUGURI DI UN 2014 IN ARMONIA CON LA NATURA.
nel 2013 la “grande crisi†ha continuato ad investire la ns. società in tutti i suoi aspetti: economico, finanziario, sociale e ambientale. Una “ doccia fredda†che da uno stato di ipnosi collettiva, in cui tutto andava bene e se qualche disagio c’era, dipendeva dai soliti pessimisti ….ovvero …….dagli ambientalisti….nello specifico del WWF, ci ha trascinato ad uno stato di forte ansia sociale che ha generato un effetto domino ove tante certezze sono crollate e l’ambiente, in nome di una richiesta di crescita economica a tutti i costi, si è trovato spesso ostaggio di un sistema in cui rappresenta un “intralcio†o, ancora una volta, una fonte di saccheggio. Proviamo a fare insieme qualche riflessione su alcuni indicatori che hanno caratterizzato il 2013 e che ci proiettano nel 2014. L’ecobarometro del Wwf ha rilevato che nel 2013 , anche se con sensibile ritardo, alcuni  segnali sono stati recepiti, ma ora bisogna agire per dare valore alla natura nelle decisioni politiche ed economico-finanziarie per una riconversione ecologica dell’economia del nostro territorio, che rappresenti davvero un Green Deal, un cambiamento, una svolta verde per l’Italia per uscire dalla crisi, al passo con gli indirizzi perseguiti dai Paesi più avanzati al mondo e in particolare in Europa. E’ necessario “mettere in conto la natura†iniziando dalla biodiversità (di cui il nostro Paese è ricchissimo), affiancando la contabilità ambientale nei bilanci pubblici e privati  alla contabilità economica, secondo quanto stabilito ,tra l’altro, dalla Strategia Europa 2020. Un primo segnale positivo viene dall’istituzione prevista nel disegno di legge Ambiente collegato alla Legge di Stabilità 2014 del “Comitato per il capitale naturaleâ€, in cui siedono, tra gli altri, i ministri dell’ambiente, dell’economia, dello sviluppo economico, delle politiche agricole, del lavoro e il governatore della Banca d’Italia. Land transformation e consumo del suolo – Il WWF ha documentato, grazie ad una ricerca coordinata dall’Università dell’Aquila che nei prossimi 20 anni, ai ritmi attuali, in Italia si rischia di coprire di cemento altri 680.000 ettari (un territorio più esteso della Basilicata) e che tra gli anni ‘50 e il 2000 abbiamo assistito ad una urbanizzazione del nostro territorio che ha fagocitato 2 milioni e 250 mila ettari (un’area grande come Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia insieme): è evidente, a questo punto, che non si può pensare ad una politica territoriale caratterizzata dal condono edilizio. E’ necessario, definitivamente, adottare una gestione del territorio, partendo dalla tutela dei terreni agricoli, basata sul contenimento del consumo del suolo e sul riuso delle aree edificate. Decreto Terra dei Fuochi – bonifica aree inquinate. Dopo anni di lotta, durante i quali spesso ci siamo trovati da soli a sostenere la presenza di un alto rischio per la salute, per le popolazioni del ns. territorio, dovuto alla diffusione dell’inquinamento ambientale da sostanze chimiche pericolose, per l’inevitabile compromissione della catena alimentare nelle zone direttamente interessate, abbiamo apprezzato la buona la volontà che ha spinto il Governo a emanare normative , finalmente, quali misure finalizzate al contrasto delle criticità che caratterizzano la cosiddetta “Terra dei fuochiâ€. Nello stesso tempo, come spesso, purtroppo, è avvenuto negli ultimi anni, non possiamo dire di essere completamente convinti dell’efficacia del Decreto Legge 10 dicembre 2013, n. 136 , recante “Disposizioni urgenti dirette a fronteggiare emergenze ambientali e industriali ed a favorire lo sviluppo delle aree interessate†a realizzare una via d’uscita concreta all’attuale disastro ambientale, con un percorso ben definito. Riportiamo di seguito le ns. principali perplessità . L’introduzione della reclusione per chi incendia e/o abbandona rifiuti in aree non autorizzate, se da un lato tale misura è interpretata come un deterrente nei confronti di criminali che quotidianamente alimentano il fenomeno dello sversamento abusivo di rifiuti e dei conseguenti roghi tossici, di contro, trascura per l’ennesima volta il fatto che sversamento e incendio rappresentano la fase terminale di uno smaltimento illecito di rifiuti che  necessita di ulteriori norme finalizzate alla prevenzione di tale processo: le normative devono essere incisive sull’intera filiera industriale di produzione dei rifiuti bloccando a monte e non a valle il flusso illecito degli stessi . (il SISTRI. Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti è in vigore dal 2009) . Analogo discorso vale per l’ipotesi d’ impiego di militari per presidiare le zone oggetto di sversamento e di incendio di rifiuti. Senza intervenire alla fonte, infatti, si corre il rischio di rincorrere coloro che delinquono incendiando i rifiuti, trascurando, invece il sistema illecito di produzione e di sversamento. L’altra forte perplessità riscontrabile nel decreto riguarda l’azione relativa all’individuazione dei terreni e delle aree da destinare ad interventi di bonifica. Per tali aree, infatti, il governo ha messo nero su bianco l’intenzione di impiegare ben tre milioni di euro per finanziare le attività di monitoraggio e di individuazione dei terreni che “non possono essere destinati alla produzione agroalimentare ma esclusivamente a colture diverse” (no food): ancora non è chiaro come, gli agricoltori che dovessero trovarsi di fronte all’obbligo di conversione delle colture, verranno sostenuti dal governo nel processo di trasformazione che alla luce degli effetti devastanti subiti dal comparto agroalimentare, necessiterebbe quanto meno di un adeguato sistema di incentivi.
Vivibilità . Nel 2012 esultanza in provincia di Caserta perché si era passati alla posizione n.98 – su107 – risalendo di 6 posti. Anche se era stata guadagnata qualche posizione, si restava sempre tra gli ultimi posti della classifica nazionale. Il Wwf Caserta dichiarava in merito : “bisognerebbe vedere in dettaglio quanto sia migliorata Caserta e quanto , invece, sono peggiorate le altreâ€. In assenza di un progetto di territorio con un percorso ben definito e non caratterizzato da interventi spot, era facilmente prevedibile un 2013 a dir poco catastrofico: la provincia di Caserta si ritrova nella posizione 103 su 107 con perdita di ben 5 posizioni. Al di là di goffe giustificazioni da parte di alcuni politici, è evidente che è necessario ripartire assolutamente da zero e lasciare tutti gli alibi a casa. Il 2013 è stato però, anche un anno di grande impegno e soddisfazioni per la ns. associazione, a Caserta. Non abbiamo tralasciato nessuna opportunità per diffondere la cultura della ns missione associativa :abbiamo denunciato frequentemente, tramite gli organi di stampa, le discariche illegali lungo “le strade dei veleni†della provincia chiedendone la bonifica , il controllo e le opportune sanzioni; abbiamo esercitato un pressing  contro il degrado urbano, del verde pubblico e a favore della ZTL; abbiamo partecipato a corsi di formazione inerenti alla ns. attività associativa; diffuso comunicati, partecipato a trasmissioni radio e tv. Riportiamo in breve la ns. “road mapâ€.
 2014: Per il futuro del ns territorio, ci attendiamo scelte coraggiose e veramente innovative in direzione del green job e della sostenibilità ambientale. Per questo motivo auguriamo un anno in cui tutti possano vivere in armonia con la Natura.
Raffaele Lauria – Panda Team Wwf Caserta
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